Carpi, 7 giugno 70 anni dalla nascita del Villaggio San Marco – SulPanaro – .

Carpi, 7 giugno 70 anni dalla nascita del Villaggio San Marco – SulPanaro – .
Carpi, 7 giugno 70 anni dalla nascita del Villaggio San Marco – SulPanaro – .

CARPI – “Abbiamo l’onore di comunicare all’illustre Vostra Eccellenza che il giorno 7 di questo mese, alle ore 15,30, arriverà alla stazione di Carpi un primo gruppo di famiglie giuliane provenienti da Trieste. Le saremo profondamente grati se Vostra Illustrissima Signoria vorrà essere presente all’arrivo del primo contingente di nuovi cittadini che entreranno a far parte della Comunità da Lei amministrata”: questo il testo della lettera, indirizzata all’allora sindaco di Carpi Bruno Losi di Arturo Battaraidirettore dell’Opera per l’assistenza ai profughi giuliani e dalmati, annunciando l’arrivo, Giovedì 7 giugno 1954, delle prime famiglie di profughi italiani provenienti dai territori dell’Istriache, nella frazione di Fossoli, sul sito di quello che era stato il campo di concentramento controllati dai nazifascisti, avrebbero costituito l’ Villaggio San Marco rimanervi fino al 1970.

Attraverso un video che sarà trasmesso sul sito e sui social, il Fondazione Fossoliinsieme alAssociazione Nazionale della Venezia Giulia e Dalmaziaricorda questa data significativa nella storia del sito, che nel giro di pochi anni si trasformò da luogo di detenzione, violenza e morte, in spazio di rifugio e speranza di una comunità che, nei suoi 16 anni di storia, arriverà ad ospitare centinaia di famiglie.

Il Memorandum di Londra, l’accordo tra i governi di Italia, Regno Unito, Stati Uniti e Repubblica Federale Popolare di Jugoslavia venne firmato il 5 ottobre 1954, e riguardava il regime di amministrazione provvisoria del Territorio Libero di Trieste (TLT), previsto dal Trattato di Parigi del 1947. In particolare coinvolse la cosiddetta zona B, passata dall’amministrazione militare all’amministrazione civile jugoslava, e quella data assume così il significato simbolico dell’esodo massiccio degli italiani dal regime di Tito.

“Per ricordare questo importante anniversario – commenta il presidente della Fondazione Fossoli Manuela Ghizzoni – stiamo organizzando per il prossimo 5 ottobre un convegno sulle vicende dell’Alto Adriatico, che comprenderà anche il drammatico fenomeno dell’esodo giuliano. In quella giornata, tra gli altri interventi, ci sarà una relazione, e quindi un aggiornamento, sulla storia specifica del Villaggio San Marco a cura di Maria Luisa Molinari e una lezione sulla letteratura di frontiera a cura del professor Giovanni Tesio; sarà inoltre presentato l’Atlante digitale dei campi profughi curato dall’Istituto Parri insieme al CNR”.

“Un appuntamento che si inserisce nel costante impegno che la Fondazione investe da anni nell’opera non solo di conservazione della memoria di questa parte di storia del sito di Fossoli, ma anche nello studio storico della peculiare vicenda del Borgo e del contesto più ampio e tormentato in cui è inserito, e da cui ha avuto origine. Vorrei citare, solo per fare alcuni esempi, l’acquisizione, presso l’archivio del Centro Studi e Documentazione della Fondazione, di diversi fondi documentari personali, che testimoniano l’esperienza del Villaggio San Marco. attraverso memorie, documenti privati, testimonianze orali. Non posso non citare l’importante lavoro storiografico di Maria Luisa Molinari, che per prima studiò la storia del Borgo (‘Villaggio San Marco: via Remesina 32, Fossoli di Carpi. Storia di un villaggio per profughi giuliani’), come così come quella fotografica e documentaria di Lucia Castelli, che ha dato origine anche a una mostra esposta in molti luoghi in Italia e non solo, e le numerose lezioni, seminari e incontri di approfondimento, destinati sia agli specialisti che alla cittadinanza. Quella del Lager è una storia straordinaria, che unisce eventi terribili e aneliti di speranza, l’orrore estremo del Novecento e la capacità di superarlo, quasi come se quei pochi chilometri di clausura contenessero dentro di sé una stratigrafia degli eventi che hanno segnò indelebilmente la fine del secolo. Il nostro compito è preservare quella storia, in tutte le sue articolazioni, in tutta la sua complessità”.

A ricordare la storia del Villaggio San Marco anche il vicepresidente dell’Associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, il Comitato Modena, Sergio Vascotto: “Gli esuli lasciarono le loro case, i villaggi sulla costa di Capodistria e le campagne di Buie, nell’Istria settentrionale, le loro terre che di lì a pochi mesi sarebbero passate definitivamente all’amministrazione civile della Repubblica Socialista di Jugoslavia. Fuggivano da un regime dittatoriale, quello del maresciallo Tito, che dal punto di vista dei diritti individuali e delle libertà civili era ben poco diverso da quelli direttamente controllati dall’Unione Sovietica nell’Europa dell’Est.

Tutto questo ci è apparso evidente negli ultimi 40 anni, dopo la caduta del Muro di Berlino: le colpe del regime fascista nella guerra di aggressione contro la Jugoslavia e le altrettanto gravi colpe dei partigiani comunisti nelle ritorsioni, informazioni e persecuzioni contro la popolazione italiana”.

“Eppure negli anni ’50, ’60 e ancora negli anni ’70 dopo la chiusura del Villaggio stesso, a Carpi e Fossoli quegli italiani che avevano cercato la libertà per sé e per le loro famiglie erano stati etichettati come fascisti e guardati con diffidenza da alcuni dei Precisamente per questo, nel settantesimo anniversario dell’arrivo dei primi esuli, l’impegno della Fondazione Fossoli affinché la piccola chiesa di San Marco Evangelista – edificio identificativo della comunità istriana – venga inserita e valorizzata nel progetto più ampio è tutto più apprezzabile. di restauro conservativo del campo, garantendo così pari dignità a tutti i membri che senza colpa hanno dovuto subire in questo luogo l’oppressione della storia”.

 
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