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La casa di Toti. È qui, a Modica, che i bambini con disturbi autistici si aprono alle emozioni – .

Della posa della prima pietra abbiamo scritto dieci anni fa. Lo abbiamo fatto convinti che saremmo andati avanti. Da allora ad oggi tanta strada è stata fatta e con essa tanti progetti che hanno reso questo spazio abitativo, nella tranquilla campagna modicana del quartiere San Filippo, il luogo dove bambini nello spettro autistico o con disabilità lieve stanno costruendo il loro futuro. Un futuro di lavoro e un futuro di vita. Lavoro futuro con l’hotel etico “La casa di Toti” che Muni Sigona ha “pensato” come strumento di crescita e integrazione tra persone speciali. Muni Sigona, la madre di Toti, un giovane autistico ormai ventunenne, che insieme ad altri bambini speciali è diventato manager oltre che utente. È qui che, nella struttura realizzata con il contributo economico di diversi soggetti, i pazienti speciali diventano protagonisti dell’accoglienza. Ed è qui che voltiamo pagina e guardiamo al futuro della vita.

Ospitalità e tanto amore. L’amore con la “a” maiuscola.

È qui, a “Casa Toti”, che nasce l’amore tra Chiara e Luca, entrambi con ritardi cognitivi e tratti autistici. Per ora si tratta di un amore a distanza: lei lavora in un asilo nido a Catania, lui nell’hotel etico nel quartiere San Filippo a Modica. Si vedono nei fine settimana ma il loro sogno è andare a vivere insieme. Tre anni fa, anche Cupido scagliò la sua freccia nel cuore di Giovanni e Aurora: tra laboratori e lavoro, i fidanzati trovano il tempo per coltivare il loro amore. Invece non è ancora amore ma solo amicizia, il sentimento che lega altri due ragazzi, Gabriele e Martina; entrambi sono autonomi nonostante soffrano di sindrome di Down (lei) e di ritardo cognitivo (lui). Entrambi sognatori ma con i piedi ben saldi a terra; i due ragazzi vivono nella speranza di andare a vivere insieme un giorno.

“La casa di Toti” è un’impresa sociale. Hotel etico ma anche laboratori ed esperienze di vita.

Uno di questi è la velaterapia nel laboratorio galleggiante attivo all’interno dell’imbarcazione etica, confiscata ai trafficanti di esseri umani, donata alla Casa di Toti e ormeggiata a Marzamemi. Il B&B etico ideato e realizzato da Muni Sigona nella proprietà di famiglia, una villa del ‘700 con l’aiuto del marito Michele Lanza, è gestito da cinque ragazzi autistici, Giovanni, Luca, Gabriele, Toti e Giuseppe.

Tre case dotate di tutto compreso angolo cottura. Il quintetto che li gestisce fa di tutto: dall’accoglienza al check in, dalle pulizie alla colazione nella grande struttura che si sviluppa su un unico piano in una superficie di 300 mq. C’è un ampio soggiorno, sala da pranzo e cucina, un bagno e un ingresso con tetto in vetro. E poi due camere triple, una singola e quattro bagni oltre alla lavanderia e una stanza per l’operatrice che assiste i ragazzi durante la notte. A presiederli c’è un supervisore proprio per condurli gradualmente verso l’autonomia concreta. “Prendendosi cura degli altri imparano anche a prendersi cura di se stessi, si prendono cura del giardino, puliscono la piscina, lavorano duro dal lunedì al venerdì e nel fine settimana tornano dalle loro famiglie – spiega Muni Sigona – l’interazione con gli ospiti che prenotano con noi è costante. Le vacanze a ‘Casa Toti’ sono una scelta etica”. Una volta al mese la struttura apre per il ‘weekend del respiro’ dove i nostri ragazzi speciali vivono per tre giorni un’esperienza di co-housing, con personale qualificato secondo le esigenze degli ospiti – turisti. Un team interdisciplinare dello studio psicopedagogico ‘Parentage’ di Catania seleziona i ragazzi per iniziare il ‘weekend del respiro’ e valuta se verranno inseriti o meno.

Sulla strada lastricata di sogni e speranze, l’incontro con Franco e Andrea Antonello dell’associazione “I bambini delle faite”.

Grazie a loro si è aperto il percorso di raccolta fondi che ha portato i fondi per costruire “la casa di Toti”. Tanti i soggetti che hanno creduto al progetto, aziende, banche, fondazioni. Anche Jovanotti ha accolto il ricorso. Ora speriamo che il cantautore faccia un viaggio in…Sicilia e veda con i suoi occhi cosa le persone speciali riescono a creare con l’amore che hanno nel corpo, con le emozioni che liberano dal cuore, con l’aiuto, fisico e morale, di chi ha creduto nel progetto. In prima fila Muni Sigona che ora sogna la nascita di un centro di neuro riabilitazione. Per quello socio-lavorativo i frutti si stanno raccogliendo con la forza della convinzione che anche i bambini speciali hanno una marcia in più. Quella marcia in più che, una volta innestata, ti porta lontano. Sarà sicuramente per il centro di neuroriabilitazione che non resterà solo un… sogno.

 
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