Le mani della cosca Araniti sul voto in Calabria nel 2020 e nel 2021. Investigato il sindaco di Reggio Calabria – .

AGI – I Carabinieri del ROS – unitamente ai militari del Comando Provinciale di Reggio Calabria e dello squadrone eliportato “Cacciatori” Calabria – hanno eseguito un’ordinanza emessa dal gip di Reggio Calabria, su richiesta della Procura , nei confronti di 14 persone (di cui 7 in carcere, 4 agli arresti domiciliari e 3 con obbligo di denuncia alla polizia giudiziaria), indagati a vario titolo, per associazione di tipo mafioso, estorsione aggravata con il metodo mafioso, delitti elettorali, corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio, falsità materiali e ideologiche commesse da un pubblico ufficiale in atti pubblici. L’indagine, diretta dalla DDA di Reggio Calabria, ha documentato l’esistenza di elementi gravi e concordanti relativi alle operazioni e alle attività criminali della cosca Araniti.

Tra gli indagati a piede libero c’è anche il sindaco di centrosinistra di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà. Gli stessi inquirenti hanno reso noto che il sindaco è indagato “per il reato di cui all’art. 416 ter cp”, benché “nessuna istanza cautelare sia stata avanzata nei suoi confronti non essendo pienamente integrate tutte le condizioni legittimanti la stessa”. L’inchiesta fa luce anche su episodi di “ipotizzati condizionamenti delle competizioni elettorali”.

Varato nel 2019, avrebbe consentito anche di “acquisire elementi sintomatici del condizionamento delle elezioni – presso alcuni seggi elettorali – per il rinnovo del Consiglio regionale della Calabria (nel 2020 e nel 2021) e del Consiglio comunale di Reggio Calabria (nel 2020)”. L’indagine accusa, a vario titolo, i 14 destinatari delle misure cautelari (e tra questi non c’è il sindaco) dei reati di associazione di tipo mafioso, estorsione aggravata dal metodo mafioso, reati elettorali, corruzione per atto contrario alla legge doveri d’ufficio, falsità materiali e ideologiche commesse dal pubblico ufficiale in atti pubblici.

Oltre al sindaco di Reggio Calabria, tra gli indagati per scambio di voti politico-mafiosi alle elezioni del 2020 e del 2021 per il rinnovo del Consiglio regionale e del Consiglio comunale, ci sono altri due politici coinvolti nell’operazione Ros “Ducale” della Procura distrettuale antimafia guidata da Giovanni Bombardieri: il capogruppo al consiglio regionale di Fratelli d’Italia, Giuseppe Neri, e il consigliere comunale in carica, Giuseppe Sera (Pd). Mentre per il sindaco non era stata avanzata alcuna richiesta cautelare, «con riferimento agli episodi di ipotizzato condizionamento delle competizioni elettorali», la procura aveva chiesto l’applicazione della misura cautelare per i due assessori per il reato di scambio elettorale politico-mafioso , ma il gip di Reggio Calabria ha respinto la richiesta; la Procura farà appello contro la decisione.

Le indagini, come accennato, si sono concentrate sulla cosca Araniti, egemone nel territorio di Sambatello, e avrebbero consentito di delinearne le strutture, le attività estorsive ai danni degli appalti pubblici, l’ingerenza nella gestione della discarica di Sambatello attraverso l’imposizione, a le società di volta in volta coinvolte nella gestione dell’impianto, il personale da assumere ed i rapporti con le cosche criminali attive nei territori confinanti di Diminniti e Calanna. È stato documentato anche lo stringente controllo esercitato sul territorio, che portò anche alla limitazione dell’attività venatoria nell’area della frazione.

Dalle indagini è emerso che uno degli indagati, destinatario di una misura restrittiva per frode elettorale e corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio non aggravato dal metodo mafioso, era legato da vincoli di parentela ad un esponente di vertice della cosca Araniti, con la responsabilità di Lo scopo di sostenere i candidati d’interesse avrebbe alterato – con la complicità di scrutatori compiacenti – le operazioni di voto, procurandosi le schede elettorali dei cittadini impossibilitati a votare ed esprimendo, al loro posto, la preferenza a favore dei candidati sostenuti. L’indagato, dopo i positivi risultati elettorali, otteneva incarichi dai politici eletti all’interno di enti pubblici o come professionista esterno.

 
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