Sanità toscana, in arrivo la “mobilità sociale” per chi lavora fuori casa – .

Sanità toscana, in arrivo la “mobilità sociale” per chi lavora fuori casa – .
Sanità toscana, in arrivo la “mobilità sociale” per chi lavora fuori casa – .

Sanità toscana, in arrivo la “mobilità sociale” per chi lavora fuori casa

Accordo innovativo tra Regione e sindacati. Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl

È in corso un processo costruttivo tra i sindacati e la Regione Toscana per definire per gli operatori sanitari, a partire dalle prossime settimane, una mobilità che viene definita ‘sociale’, consentendo così a centinaia di lavoratori del settore di avvicinarsi al luogo del lavoro a domicilio: ieri è stato raggiunto un accordo tra le parti che va in questa direzione. “Ci auguriamo che nelle prossime settimane venga siglato quest’altro importante tassello dei rapporti sindacali regionali – dicono Riccardo Bartolini (Fp CGIL Toscana), Mauro Giuliattini (CISL FP Toscana) e Flavio Gambini (Uil FPL Toscana) -. In questo caso il punto è la mobilità del personale del Servizio sanitario regionale che oggi si trova a faticare su chilometri per raggiungere il posto di lavoro, con affitti elevati che stanno diventando un ostacolo insormontabile con gli attuali salari del settore. Criticità che pesano enormemente sui bilanci familiari”.

Una situazione, quella dei dipendenti che lavorano fuori casa, che deriva dalle assunzioni in periodo Covid, che fortunatamente oggi è un lontano ricordo ma i cui ‘effetti’ si fanno sentire per quei lavoratori inseriti nell’assistenza sanitaria in fase di emergenza e inseriti nelle strutture sanitarie spesso molto lontano da casa.

“Per questo non esitiamo a caratterizzare questo innovativo accordo come una sorta di ‘mobilità sociale’ che ci permetterà di fare una fotografia della situazione per cercare di riavvicinare i lavoratori alle loro famiglie e alle loro case – affermano i tre operatori sindacalisti -. Ci aspettiamo quindi che entro poche settimane venga indetta una gara che sarà gestita da Estar e che potrà mettere un punto fermo alla situazione”. L’ipotesi è capire chi ha bisogno di viaggiare e costruire una classifica in base alle distanze e ai carichi familiari; classifica da cui attingerebbe per parte del proprio fabbisogno l’azienda sanitaria che deve assumere.

Bartolini, Giuliattini e Gambini allargano poi il discorso sul fronte del confronto con la Regione: “Stanno arrivando i primi risultati. Nelle scorse settimane abbiamo infatti siglato un accordo che ha riguardato i tecnici addetti alle verifiche e ai controlli per la sicurezza sul lavoro: una percentuale delle sanzioni comminate alle aziende per carenze in materia di sicurezza sul lavoro, infatti, viene destinata agli stessi tecnici della prevenzione. . E questo è il primo obiettivo raggiunto”. Gli incontri tra i partiti proseguiranno nei prossimi giorni e al centro del confronto sarà anche il tema della integrazione salariale: “Le funzioni pubbliche di Cgil, Cisl e Uil puntano da tempo a trovare un accordo per le risorse fresche che può arrivare dalla Regione la possibilità di investire sui dipendenti del Servizio sanitario regionale attraverso quegli istituti che nel contratto sono previsti alla voce retribuzione aggiuntiva, destinando nuove risorse alla contrattazione integrativa aziendale. Sempre nello stesso contesto, l’altro impegno è quello di rendere omogenei i trattamenti economici già regolamentati a livello nazionale”, concludono i tre sindacalisti.

 
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