“Ora Leonardo deve dare delle risposte” – .

Si è svolto oggi presso lo stabilimento Leonardo di Grottaglie uno sciopero partecipativo, combattivo e carico di tensione nervosa, che ha coinvolto tutti i dipendenti di Leonardo, LLS, LGS e delle società collegate Axist, Technoplants, Ivra, SVIB.

“La mobilitazione di oggi per lo sciopero di Leonardo e dei contrattisti, indetto da Fim, Fiom e Uilm, è solo l’inizio di un percorso che andrà avanti finché non avremo risposte certe sul futuro del sito di Grottaglie che non può dipendere esclusivamente dalle scelte di Boeing e che richiede una pianificazione chiara e concreta da parte di Leonardo sul processo di diversificazione – dicono le segreterie territoriali -. L’altissima partecipazione allo sciopero di oggi, oltre il 90%, è la chiara dimostrazione che i lavoratori vogliono avere certezze sul proprio futuro. L’incontro del 24 giugno dovrà fornire risposte concrete su investimenti e nuovi programmi, in assenza dei quali proseguiremo con le iniziative di lotta”.

Il corteo di lavoratori è partito spontaneamente dall’interno del magazzino ed ha raggiunto l’ingresso dello stabilimento per poi proseguire nella zona antistante il parcheggio per manifestare dissenso rispetto a scelte manageriali ritenute indegne di un’azienda come Leonardo SPA. Non sono mancati momenti di tensione con le forze dell’ordine, nonostante il corteo pacifico, che evidenziano un clima di forte preoccupazione tra i lavoratori e che, in assenza di risposte, potrebbero creare ulteriori disagi e tensioni in un’area già fortemente stressata da tempo e controversie drammaticamente irrisolte. “Siamo determinati e non ci fermeremo! Uniti nella lotta per diversificare produzione e garanzia un futuro per il sito di Grottaglie” affermano le Segreterie Territoriali FIM FIOM UILM Il RRSSUU Leonardo Grottaglie”.

“Oggi i lavoratori dello stabilimento Leonardo di Grottaglie hanno scioperato per garantire un futuro industriale e occupazionale al territorio. Un’iniziativa di lotta che ha unito tutti i lavoratori del cantiere, sia diretti che somministrati, che con una sola voce hanno chiesto soluzioni credibili e investimenti per garantire il futuro dello stabilimento – dicono Fim, Fiom e Uilm nazionale -. Si svolgerà a Roma il 24 giugno l’incontro con i vertici aziendali, le Rsu e le segreterie nazionali e territoriali della FIM-FIOM-UILM. Un primo appuntamento dove ci aspettiamo che l’azienda si sieda al tavolo con la volontà di individuare soluzioni per un vero percorso di diversificazione delle attività che porti alla piena saturazione del sito e garantisca la piena occupazione di tutti i lavoratori compresi quelli dell’indotto“. FIM-FIOM-UILM auspicano “che anche le istituzioni nazionali e locali sostengano la lotta dei lavoratori e spingano l’azienda ad investire in un territorio già devastato da grandi crisi come quella dell’ex Ilva. Una responsabilità che oggi è mancata e che ha invece visto le istituzioni opporsi ai lavoratori che “hanno osato” avvicinarsi a uno dei luoghi che ospiteranno il G7. La lotta non si ferma con le forze dell’ordine ma dando risposte concrete a chi rischia di non avere un futuro lavorativo mantenendo la presenza centrale di un’azienda come Leonardo, di proprietà dello Stato” concludono.

La vertenza degli ultimi mesi ha visto un crescendo di notizie sempre più negative dall’inizio dell’anno. È culminato nell’incontro sindacale con Leonardo SPA del 31 maggio, considerato del tutto insoddisfacente dai sindacati, “per un atteggiamento aziendale che non mostra alcuna discontinuità rispetto alla reale necessità di avviare un processo di diversificazione, al di là dei soliti slogan e annunci, nonché per comportamenti per nulla inclusivi e partecipativi rispetto a scelte che hanno un impatto significativo sui dipendenti”. Durante il quale l’azienda ha comunicato la decisione manageriale di sospendere per diversi mesi le attività produttive, forse quattro, senza specificare i limiti temporali di questa decisione. A conferma delle gravi difficoltà che sta attraversando Boeing che, di fatto, hanno comportato, da marzo a maggio 2024, una differenza di meno di otto sezioni ritirate rispetto al piano previsto, generando uno stoccaggio complessivo di 46 paia di sezioni fermate all’interno dello stabilimento. Per quanto riguarda il nuovo piano, i rappresentanti dell’azienda hanno precisato che prevede 55 consegne nel 2024 rispetto alle 87 consegne previste, 45 consegne per l’anno 2024 rispetto alle 72 previste. Evidenziando la necessità di rinviare il punto di pareggio del budget al 2026. Una situazione, quella attuale, che dimostra ancora una volta come un efficace e lungimirante piano di diversificazione produttiva non sia più rinviabile per superare la mono commessa e la mono-produzione. ordini contrattuali, che per i sindacati non possono riguardare solo l’avanzamento di nuove attività (Vertical VX4, Proteus, Euromale).

Anche durante lo sciopero di oggi i sindacati hanno evidenziato come più di tutto quello che è stato fatto in questi anni dall’intero gruppo di lavoratori (oltre 1300) non si sarebbe potuto fare. I vari portavoce sindacali hanno ribadito al megafono che “ci è stato chiesto innanzitutto di dimostrare che sapevamo fare il prodotto e lo abbiamo fatto meglio degli altri. Poi ci hanno chiesto di produrre in modo più efficiente, e abbiamo fatto anche questo, con l’azienda che negli anni è stata gestita da manager che si sono avvicendati senza mantenere la promessa di attuare concretamente la diversificazione produttiva del sito. Durante il Covid abbiamo dimostrato di saper fare altro oltre al programma 787, ma la diversificazione attuale è ancora insufficiente e se esiste è solo frutto delle nostre fatiche. Vengono alle riunioni con un atteggiamento di grande arroganza, mostrano poca trasparenza, quando abbiamo espresso i nostri dubbi sulla produzione extra buffer che avrebbe inevitabilmente eroso la produzione, come sta accadendo oggi, non siamo stati ascoltati: allora ci chiediamo, quell’aumento della produzione era necessaria per ottenere i bonus esecutivi? Adesso vogliono produrre di meno per produrre di più l’anno prossimo e finiscono per scaricare tutto questo sui lavoratori. Quando si tratta di diversificazione, aspettiamo sempre gli altri, prima il mercato, poi Boeing, ma la verità è che non hanno visione, direzione, prospettiva. Questa fabbrica è dei lavoratori, creata anche con i finanziamenti pubblici dei contribuenti pugliesi. Le nostre domande oggi sono poche ma chiare: dov’è il Patto strategico? Cosa è successo ai contratti di programma? Che rendimenti ci sono sull’impianto? Al di là di progetti avveniristici come i voli suborbitali, vogliamo ora sapere cosa si farà per questa eccellenza produttiva pugliese e nazionale: non ci sono scuse per tutti i soggetti interessati, non vogliamo più promesse elettorali e lo diremo in Regione il 17 e poi l’incontro con l’azienda 24″.

Il percorso è fin troppo chiaro ed è stato tracciato.

(leggi l’articolo https://www.corriereditaranto.it/2024/06/01/crisi-leonardo-stop-di-almeno-4-mesi/)

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