Anche “Archeo” indaga su Lisippo. Un dossier alza il sipario sul caso – .

Anche “Archeo” indaga su Lisippo. Un dossier alza il sipario sul caso – .
Anche “Archeo” indaga su Lisippo. Un dossier alza il sipario sul caso – .

“Quale futuro per l’atleta fanese?”. Se lo chiede il numero di giugno in edicola da pochi giorni “Archeo”, la prima rivista italiana specializzata nel mondo dell’archeologia a vendere oltre 20mila copie.

Partendo dalla recente sentenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo che ha respinto il ricorso del Paul Getty Museum di Los Angeles e della California contro il decreto di confisca emesso dal Tribunale di Pesaro, la rivista dedica 13 pagine, accompagnate da bellissime foto, alla storia del “Giovane Vittorioso” o “Atleta Vittorioso” come preferisci.

L’indagine delle autrici Mariateresa Curcio, Rachele Dubbini e Giuditta Giardini, esplora tutte le varie tappe di questa storia che sembra non avere fine, a partire dal ritrovamento, nel lontano 1964, della statua, attribuibile allo scultore greco Lisippo, da parte del Fano peschereccio “Ferruccio Ferri” in mare durante una battuta di pesca.

Da quel momento l’opera, che al momento del ritrovamento era evidentemente tutta incrostata, iniziò un viaggio “illegale” di oltre dieci anni tra Italia, Germania e forse qualche altro Paese, finché nel 1978 fu esposta al pubblico per la prima volta da il Getty Museum di Malibu che lo battezza “The Getty Bronze”.

È in virtù di una strenua battaglia condotta dal professor Alberto Berardi, anche nelle vesti di politico in rappresentanza delle istituzioni e dell’associazione marchigiana “Le Cento città” che a partire dagli anni 2000, grazie alla felice intuizione di avviare una battaglia legale per la restituzione della statua, si comincia a sperare in un ritorno a Fano di Lisippo, come ormai comunemente lo chiamano tutti i fanesi.

L’inchiesta del mensile “Archeo” evidenzia, proprio dal punto di vista storico-artistico, l’importanza di questa statua che conserva ancora il mistero della sua attribuzione definitiva e del perché sia ​​stata ritrovata nel mare Adriatico, poche miglia a sud di Fano.

L’iter giudiziario è lungi dall’essere concluso e restano ancora diverse fasi da superare, ma ora il ministero della Cultura sta riflettendo anche sull’ipotesi concreta del suo ritorno in Italia. A causa dell’attaccamento che la città di Fano ha sempre dimostrato nei confronti di Lisippo, sembra difficile che l’opera trovi collocazione fuori Fano una volta rientrata in Italia.

È necessario quindi che le istituzioni locali, Comune di Fano in testa, ma anche la Regione Marche, si uniscano per ottenere un’opera che è stata ritrovata dai marinai fanesi. Di fronte alla possibilità di istituire una sezione del Museo Arte Salvata in ogni regione, come ha accennato il direttore generale dei Musei italiani Massimo Osanna, il nuovo sindaco di Fano Luca Serfilippi non deve perdere l’occasione di candidare la città di Fano come sede Sede marchigiana che un giorno potrà ospitare il Lisippo.

Finora abbiamo speso solo parole, bisognerà vedere se il nuovo consiglio comunale saprà portare avanti questa volta la battaglia con fatti concreti affinché Lisippo torni finalmente a casa.

Silvano Clappis

 
For Latest Updates Follow us on Google News
 

PREV la storia di Umi, tra i migliori ristoranti di sushi – .
NEXT Bari, quali altre certezze con i Sibilli? C’è la vecchia guardia ma servono (tanti) rinforzi – Telesveva Notizie – .