Il giallo della Senna. Costanza e Monica, trent’anni senza la verità sulla loro tragica fine – .

Il giallo della Senna. Costanza e Monica, trent’anni senza la verità sulla loro tragica fine – .
Il giallo della Senna. Costanza e Monica, trent’anni senza la verità sulla loro tragica fine – .

Firenze, 14 giugno 2024 – Zaino sulle spalle, nei tuoi occhi la voglia di cambiare vita. Accanto al migliore amico, la fame è quella di vent’anni, la destinazione è la Francia. Inizia così il viaggio di Costanza Sproviero (20 anni) e Monica Amalfitano (18), nel lontano 8 giugno 1994. E finì nel peggiore dei modi solo 72 ore dopo, quando un pescatore notò per la prima volta i loro cadaveri trascinati dalla corrente nel canale della Beaule (sulla Senna), a Nogent sur Seine, un piccolo villaggio a un centinaio di chilometri da Parigi. Solo una delle due ragazze, Monica, aveva i documenti in tasca. Niente, nessuna traccia dell’altro. Solo piccoli pezzi di una lettera illeggibile. Settantadue ore di mistero.

Una fine tragica e misteriosa, capace di danneggiare per alcuni mesi i rapporti istituzionali tra Italia e Francia, capace di spezzare gli animi due famiglie fiorentine. Capace di restare senza giustizia per trent’anni. La storia di Costanza e Monica è una storia a tappe: la morte per annegamento, poi un incidente, una tragedia inspiegabile. Sono le prime risposte degli agenti della gendarmeria, che prendono subito le distanze dal “metodo italiano”, precisando che notizie sul caso verranno date solo al termine delle indagini. Uno scherzo rabbioso che non passa inosservato agli investigatori fiorentini, mentre i giornali italiani si scatenano con le ipotesi più disparate. Monica ha fatto piccoli lavoretti all’Ippodromo delle Cascine di Firenze, e per un momento si parla di una pista che porta dall’Ippodromo di Firenze a Nogent. Suicidio, duplice omicidio, fatalità, tutti vogliono sapere cosa ci facessero due ragazze come loro in una cittadina sperduta nel nord-est della Francia, a 160 chilometri da Parigi e a pochi passi da una centrale nucleare.

Il fascicolo finisce sulla scrivania del pm Luca Turco, che chiede subito una rogatoria per accedere agli atti dell’inchiesta francese. Dopo un tira e molla tra Firenze e Parigi, arriva il via libera. Nel frattempo, tra i detti e i non detti della polizia francese, comincia a emergere la verità sul caso. I genitori delle due ragazze volano a Troyes: c’è l’autopsia, il riconoscimento dei corpi, poi il rientro delle salme in Italia. La gendarmeria francese è affiancata, per conto dell’Interpol, anche dal capo della squadra mobile fiorentina, il vice questore Maurizio Cimmino. Le indagini sono a 360 gradi e tutto fa pensare ad un duplice omicidio.

O quantomeno agli investigatori italiani. Perché dalla Francia si parla innanzitutto di a doppio annegamento per un doppio malattia avvenuto nello stesso momento. Una versione che rasenta l’incredibile e che viene subito smentita. Gli esami medico-legali sul corpo accertano che nei polmoni del giovane fiorentino c’è pochissima acqua. Niente acqua, niente annegamento. Monica e Costanza erano già morte quando sono cadute nel canale? Impossibile. Dalla procura di Troyes parte quindi la caccia al responsabile. Si trovano segni sui cadaveri. Contusioni, piccole ferite che in un primo momento vengono attribuite alla permanenza in acqua, forse a qualche impatto, poi fanno parlare di violenza e, forse, di percosse. L’ipotesi è che una delle due ragazze possa essere morta accidentalmente e che l’altra sia stata uccisa per impedirle di parlare. Tra un’indagine italiana e una rogatoria internazionale emerge anche la pista di un partito a base di droga finito male. Chi hanno incontrato? Questa è una delle ipotesi della polizia fiorentina: Monica e Costanza erano state insieme ad un amico francese, legato al mondo della droga, alla fiera dei cavalli di Provins, cittadina a una ventina di chilometri da Nogent-sur-Seine. L’amico resta con loro fino a tarda sera. Poi, probabilmente, le ragazze fiorentine si recano a Nogent-sur-Seine insieme ad altri conoscenti francesi. Ad un certo punto, mentre il gruppo era sulla riva del canale, Costanza Sproviero cominciò a sentirsi male. I sintomi sono quelli di un’overdose. Monica Amalfitano, vedendo la sua più cara amica in punto di morte, ha paura. Cerca così di scappare per chiedere aiuto e cercare di salvare Monica. Ma i francesi – temendo che la ragazza raccontasse alla polizia com’era morta Costanza – la inseguono, la raggiungono e la picchiano a morte. Poi gettano il suo corpo nelle acque gelide del canale. Dopo l’omicidio ritornano sul luogo dove giace il corpo di Costanza. Finisce anche lei nel canale, a due passi dalla centrale nucleare di Nogent.

IL Investigatori italiani sembrano essere ad un passo dalla verità. Ma hanno le mani legate: l’inchiesta è francese. Intanto il tempo passa. Nessuno parla, nessuno dà il minimo indizio. In Italia viene interrogato lo stalliere dell’ippodromo dove lavorava Monica, unico indagato nel caso delle due morti. Nel giro di pochi anni tutto finisce in una bolla. Oggi, a trent’anni da quella tragedia, non restano che le foto sbiadite dei dolci volti di Monica e Costanza. E un senso di ingiustizia che non ha confini.

 
For Latest Updates Follow us on Google News
 

PREV Prato, 103enne operato al femore e torna a camminare dopo soli 6 giorni – .
NEXT Il programma di “Missione Italia” | Roma, 4-5 luglio