Settanta ventilatori nelle carceri di Trani, l’iniziativa della Chiesa italiana – .

Settanta ventilatori nelle carceri di Trani, l’iniziativa della Chiesa italiana – .
Settanta ventilatori nelle carceri di Trani, l’iniziativa della Chiesa italiana – .

Piccolo gesto di solidarietà per rinnovare la forte vicinanza della Chiesa in Italia ai detenuti, soprattutto a quelli più fragili: in questo mese di giugno vengono distrutti 2000 ventilatori in 30 istituti penitenziari, tra cui quello di Trani, presenti sul territorio nazionale, nell’ambito del progetto “Semi di tarassaco volano nell’aria”, coordinato dal Servizio per la promozione del sostegno economico alla Chiesa cattolica e dall’Ispettorato generale dei cappellani carcerari, con il sostegno della Presidenza della Cei.

L’iniziativa è rivolta ai detenuti, soprattutto quelli più fragili delle sezioni “Infermeria”, per affrontare con meno disagi il caldo estivo.

Don Raffaele Sarno, cappellano delle carceri di Trani e responsabile della pastorale penitenziaria di Trani, riferisce che i 70 ventilatori sono arrivati ​​regolarmente, e in una lettera di ringraziamento a don Enrico Garbuio, del Servizio per la promozione del sostegno economico ai la Chiesa cattolica, così scrive, in data 2 giugno, così scrive: «Nei prossimi giorni, d’intesa con le autorità degli Istituti penali, si procederà alla distribuzione dello stesso, comprendendo una quota anche per la Detenzione femminile Centro, dove si registrano anche notevoli disagi (gli edifici sono distanti, ma la gestione e l’amministrazione sono le stesse). Ancora una volta voglio ringraziare voi e la CEI per la donazione a favore dei detenuti. Voglio anche esprimere la gratitudine del nostro Arcivescovo, Mons. Leonardo D’Ascenzo che, informato dell’iniziativa, ha espresso la sua gratitudine e soddisfazione. Augurandovi buona fortuna per il vostro lavoro, vi saluto cordialmente.”

Ricordiamo le parole che il Santo Padre rivolse ai detenuti nel residence Santa Marta nell’ottobre 2021. ‘Chi ha sbagliato non deve rimanere sbagliato’. Non sono parole casuali o rituali, non sono nemmeno parole riferite unicamente ai detenuti, ma all’intera comunità: è responsabilità di tutti offrire un soffio di speranza a chi risiede nell’ombra affinché possa ritornare, un passo dopo un altro, camminare nella luce. A volte, sono i piccoli tocchi e le cose semplici che ti ricordano che esisti e che la tua vita è importante quanto quella di qualsiasi altro essere umano. Troviamo attenzione nelle buone parole, nell’ascolto paziente; altre volte in gesti – piccoli o grandi – che si trasformano in progetti o iniziative.

La Chiesa desidera ricordare la sua vicinanza ai detenuti, per ribadire che oltre quelle sbarre c’è vita e che essi sono nella condizione di sperare che un giorno, dopo il percorso riabilitativo, quelle porte possano riaprirsi.

 
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