«Li ho visti camminare, poi che saltavano sui binari» – .

«Li ho visti camminare, poi che saltavano sui binari» – .
«Li ho visti camminare, poi che saltavano sui binari» – .

Si tengono l’uno nelle braccia dell’altro, con gli occhi pieni di lacrime. Non conoscevano la madre di 40 anni e la bambina di 10 anni, ma le guardavano, distrattamente, come fanno sempre quando…

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Si tengono l’uno nelle braccia dell’altro, con gli occhi pieni di lacrime. Non conoscevano la mamma, 40 anni, e la bambina, 10, ma le guardavano, distrattamente, come fanno sempre quando lei aspetta alla stazione. Sono bambini, in lacrime e sotto shock. Non possono dire nulla, non vogliono ricordare nulla. Il loro racconto, consegnato agli inquirenti, è pieno di paura, di scene che non avrebbero mai pensato di vedere. Hanno riferito agli inquirenti una giovane donna e sua figlia che, all’improvviso, “si sono gettate sotto il treno, dopo essere rimaste immobili sul binario per alcuni minuti, in attesa”. «Ho già parlato con gli inquirenti, non mi sento di dire altro» dice un ragazzo alla stazione. Un’altra conferma solo che la donna dilaniata dal treno “era giovane e aveva con sé una bambina”. Il conducente del Frecciarossa ha cercato in tutti i modi di evitare l’impatto Montesilvanoma il salto davanti al veicolo è stato improvviso: quando ha iniziato a frenare i corpi erano già sui binari.

Madre e figlia travolte e uccise da un treno in stazione: tragedia a Montesilvano. Corpi irriconoscibili e testimoni sotto choc

È toccato ai Carabinieri prima e alla Polizia Ferroviaria poi raccogliere con delicatezza le storie delle persone che hanno assistito ad un dramma che ha scosso l’intera provincia. Nessuno ha potuto dire di conoscere la mamma e il bambino, i due non hanno parlato con nessuno, sono rimasti in silenzio, anche tra loro, mentre la donna si preparava, con determinazione, a un gesto che difficilmente troverà mai una spiegazione. . Ma in realtà nessuno li ha guardati in profondità, come succede quando sei in stazione. Solo le telecamere racconteranno, forse, gli ultimi istanti di quella giovane donna e di quella bambina che fino a ieri sera non avevano nemmeno un nome. Quello che si chiedono alcune persone, radunate fuori dalla stazione ferroviaria, è se c’è «qualcuno in casa sua che la sta aspettando e che, non vedendoli ritornare, si è già rivolto alla polizia per denunciare la sua scomparsa». Se c’è un biglietto, lasciato sui mobili di una casa, che spiega il motivo di una tragedia così immane. C’è chi parla di situazioni di possibile difficoltà economica, disagio mentale, solitudine. Ciò che si è appreso in stazione riguarda solo la provenienza delle due donne, che dovrebbe essere sudamericana.

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Il Messaggero

 
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