Tragedia di Vittoria, il giovane accusato di aver dato fuoco alla casa e causato la morte della madre e della sorella maggiore è in stato di fermo e dovrà comparire davanti al gip

Il tunisino arrestato come indiziato di reato giovedì alle 21.15 dal personale del commissariato di pubblica sicurezza di Vittoria insieme ai colleghi della Squadra Mobile di Ragusa comparirà tra domani e lunedì davanti al gip del Tribunale di Ragusa. Il provvedimento è stato emesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Ragusa a firma del pubblico ministero Martina Dall’Amico, nei confronti di Wajdi Zaouali (nella foto), nato in Tunisia, 30 anni, residente a Vittoria, in piazza Unità D’ Italia 19, attualmente sottoposto alla misura di sicurezza della libertà vigilata per altra causa.

Il trentenne è ritenuto responsabile dei reati di “omicidio plurimo e tentato omicidio” commessi nella notte tra mercoledì e giovedì, perché ha cosparso di liquido infiammabile la camera dei genitori, il corridoio e l’ingresso dell’abitazione stabilmente occupata dal padre, dalla madre e dalle sorelle e, appiccando fuoco con un accendino, causò la morte della madre Mariem Sassi e della sorella Sameh a causa delle gravi ustioni riportate, compì inoltre atti idonei e diretti in modo inequivocabile a provocare la morte di suo padre Kamel e di sua sorella Omaima; L’evento non si è verificato per cause indipendenti dalla sua volontà, in quanto sono intervenuti i vicini e i soccorritori. I due sono attualmente in gravi condizioni.

Una volta espletate le formalità, Wajdi Zouali è stato rinchiuso nel carcere di Ragusa, a disposizione delle autorità giudiziarie che oggi hanno chiesto al gip del Tribunale di Ragusa di convalidare il suo arresto. Il tunisino finito in manette davanti al gip sarà difeso dall’avvocato Giovanni Ascone. Tra le condizioni per l’arresto c’è il rischio di fuga. Lo ha fermato alla stazione degli autobus il vice questore Giovanni Arcidiacono, che dallo scorso marzo dirige il commissariato della Polizia di Stato di Vittoria. Dopo aver appiccato il fuoco – secondo l’accusa – avrebbe voluto far perdere le sue tracce. L’incendio è divampato intorno alle 2,30 nell’abitazione, a pochi metri dall’ex chiesa della Trinità. L’edificio, nonostante l’intervento dei vigili del fuoco, è andato interamente distrutto.

 
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