Un errore se Consentino rifiuta il confronto con le liste di Totò Scerra – il Gazzettino di Gela – .

In questo clima di campagna elettorale che assume talvolta toni risibili per le ricadute satiriche derivanti dalle iniziative pubblicitarie, associazioni e cittadini riflettono dall’esterno su ciò che leggono dai giornali online e vedono attraverso i social. Oggi arriva in redazione una nota di Giulio Giardina, un professionista del gelato in giro per l’Italia che ama la sua terra natale.

“In quest’ultimo periodo della campagna elettorale siamo incessantemente inondati di buoni propositi, parole di sapientoni e appelli trionfalisti che si scontrano con la dura realtà e con le numerose preoccupazioni che turbano le tante famiglie di Gelato.
In tutto questo c’è Gela, che registra dati oggettivi e numeri di una montagna da scalare,
purtroppo l’inevitabile eredità della cattiva gestione, della disattenzione e dell’improvvisazione amministrativa degli ultimi anni:

Penultima provincia in Italia per qualità della vita (Caltanissetta si classifica
106° su 107 province).

Declino demografico che ha fatto scivolare Gela dal quinto al settimo posto in Sicilia
per numero di abitanti, risultato della partenza di tanti giovani con biglietti di sola andata e
famiglie.

Stato di disagio economico dell’ente comunale per almeno i prossimi cinque anni
con un debito di oltre 180 milioni.
Non sono affatto tra quelli che criticano Gela, la nostra città, quasi per pregiudizio.
Amo la mia terra in modo autentico e proprio per questo non mi stancherò mai di averla
sottolinearne le criticità, perché dire che esiste una città con un mare e dei tramonti stupendi
mozzafiato va bene, ma per vivere bene a Gela non dobbiamo fermarci
guardarci attorno, con senso critico e spirito costruttivo.

Gela oggi appare come una “paziente” con molteplici patologie concomitanti in modi diversi
apparato. È necessario effettuare un attento esame clinico, stabilire la diagnosi, ma
soprattutto avviare un piano terapeutico con obiettivi raggiungibili nel breve, medio e lungo termine
termine. Noi gelesi, anche attraverso il voto, decidiamo quale medico e quale squadra
garantire la salute del nostro Paese. È innegabile che negli ultimi anni gli interventi del “dottore” e dell’equipe a cui avevamo affidato la sanità della città hanno causato maggiori danni
cos’altro, ostacolando e ritardando il recupero e il recupero verso un benessere ottimale.
La prossima squadra rappresentata innanzitutto dal Sindaco e dagli assessori ma, in generale,
da parte della classe politica, ha e avrà l’arduo compito di avviare il percorso di cura del malato,
avere una visione chiara del presente e del futuro della città. Conosciamo tutti i molti,
numerose le criticità che affliggono il territorio (dalla crisi idrogeologica all’insabbiamento del sistema portuale, dai musei chiusi all’abbandono degli impianti sportivi, dai difetti della viabilità all’assenza di trasporti pubblici urbani, ecc.) che, più o meno meno, sono riportati nei programmi dei vari candidati. Ma cosa è stato tralasciato in tutti i programmi
elettorale è il “come” (fattibilità e sostenibilità tra costi e benefici) e il “quando” (con obiettivi in ​​un piano temporale) si raggiungeranno risultati utili per la comunità.

Colgo quindi l’occasione per lanciare un monito alla futura nuova amministrazione affinché,
subito dopo le elezioni, impegnatevi, in modo concreto e non
illusioni, per stabilire un piano d’azione terapeutico con tempi e priorità precise, con l’obiettivo di restituire dignità e rispetto alla nostra terra martoriata.
Dall’altra parte ci siamo noi cittadini, che avremo il dovere di dimostrarci collaborativi, attivi e con la volontà di “guarire”, mettendo da parte la sfiducia e l’incertezza nelle nostre capacità e nella nostra terra.

Non è più il tempo di restare fermi, non è più il tempo di tutelare i meschini interessi di pochi e di rimandare ad altri le decisioni. È il momento di scegliere con senso di responsabilità. Scegli la speranza invece della rassegnazione. Scegli di agire in base a false promesse. Scegliere la lealtà verso i voltagabbana.

Per la Gela che desideriamo serve un’opinione pubblica pensante, pensante, composta da giovani e donne che diano il loro contributo, non necessariamente occupando un posto all’interno del palazzo. Poiché non esistono cittadini di A o di B, tutti devono essere consapevoli di rappresentare una risorsa preziosa nell’ottica dello sviluppo culturale ed economico di una Gela viva e vivibile. Abbiamo un dovere verso la nostra storia e verso le nuove generazioni, affinché “partire” non sia l’unica strada per costruire un futuro altrove, ma ci sia l’opportunità di restare e tornare a Gela in libertà”.

 
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