omaggio a Puccini con Laura Morante – Legato all’Opera – .

L’adolescente fragile e, allo stesso tempo, orgogliosa che sogna l’amore assoluto. La diva gelosa e devota, pronta a tutto pur di salvare il suo uomo. La ragazza volubile e passionale, amante delle comodità e delle ricchezze. La principessa altezzosa, fredda e assetata di sangue, che rifugge dall’innamorarsi. Queste sono solo alcune delle eroine immortalate da Giacomo Puccini. Per commemorare il centenario della sua morte, l Festival ravennate propone un interessante e originale omaggio, inserito all’interno del progetto speciale Trebbo in musica 2.4evento concepito ad hoc per la “città del sale” di Cervia – Milano Marittima, giunta nel 2024 alla quinta edizione: la mostra Le prime donne. Come da tradizione dell’evento, la serata, coordinata e realizzata da Elena Marazzitaavviene nel fotogramma all’aria aperta delArena Stadio dei Pini, sotto un terso cielo stellato illuminato da un quarto di luna, cullati dal cinguettio dei gabbiani. Protagonista di questo monologo, una sorta di lettura musical della durata di circa ottanta minuti, è una delle attrici e registe italiane più acclamate, che ha lavorato in film di registi come Paolo Virzì, Gianni Amelio, Nanni Moretti, Pupi Avati: Laura Morante.

Narratore dalla voce calda e avvolgente, modulata a seconda del personaggio e della situazione, ricca di accenti e intenzioni, nonché dalla presenza scenica magnetica e austera, Morante è anche autore dei testi, libera rielaborazione tratta dai libretti. di quattro opere di Puccini: Madama Farfalla, Tosca, Manon Lescaut E Turandot. Con dizione chiara e scolpita nella pietra, l’attrice impersona, di volta in volta, quattro eroine del melodramma, identificandosi in esse con trasporto e credibilità, grazie anche ai bellissimi monologhi, ricchi di poesia e pathos. La geisha Cio-Cio-San è resa con sottile dolcezza, offrendo la parola con delicata modestia, per poi assumere un cipiglio più fiero nella scena del suicidio; Floria Tosca, schiava della bestia della gelosia, viene affrontata con intensità, trasmettendo appieno il carattere volitivo e allo stesso tempo instabile della cantante romana; di Manon Lescaut, raffigurata assetata, infreddolita e delirante nel deserto, dopo essere stata arrestata come “ladra e puttana”, viene sottolineato soprattutto il suo lato passionale; Turandot è, infine, ritratta come una sorta di Pentesilea cinese, una principessa dal cuore freddo, casta e inviolabile, inizialmente ieratica e intoccabile, via via sempre più vulnerabile.

In questo viaggio alla scoperta della psiche delle donne pucciniane, le parole si uniscono alla musica: ogni singolo testo è infatti introdotto e intervallato da un brano d’opera; la parte musicale è affidata a tre giovani e talentuosi artisti. Il soprano Francesca De Blasi esibisce una vocalità complessivamente omogenea, che ha il suo punto di forza in un registro medio brillante e in acuti slanciati e appuntiti, supportati da una buona tecnica e da un fraseggio cesellato e iconico. L’aria “Un bel dì, vedore” si tinge di malinconica tenerezza e ardente speranza; “Vissi d’arte”, proposta anche come bis a fine serata, è cantata con veemente musicalità; La morte di Liù “Tu che di gel sei cinta” è resa con struggente delicatezza e timbro immacolato. De Blasi è accompagnato al pianoforte da Antonello d’Onofrio, distinguendosi per il tocco suadente e chiaro, la pulizia del suono, l’aderenza alla partitura e la resa emozionale dei brani. Il pianista esegue anche il famoso “Intermezzo” da Manon Lescaut e, in forma strumentale, il “Coro a bocca chiusa” da Madama Farfalla e le due arie per tenore “E lucevan le stelle” e “Nessun dorma”. Nei quattro brani brillano anche la maestria, il trasporto e il virtuosismo del violinista Davide Alognain un calibrato e riuscito dialogo tra i due musicisti, in cui si sposano perfettamente i suoni sfumati e limpidi del pianoforte e quelli più vibranti, caldi e sferzanti del violino, quest’ultimo chiamato a dare voce ai ballerini, Mario Cavaradossi e Calaf.
Alla fine, un caloroso successo da parte di un pubblico estremamente vario e, a dire il vero, a tratti indisciplinato. In sintesi, Le prime donne si presenta come uno spettacolo poetico, coinvolgente ed emozionante, una commemorazione per niente scontata del centenario della morte di Puccini: la speranza è che, nei prossimi mesi, venga proposto anche in altre piazze italiane. omaggio-a-Puccini-con-Laura-Morante-%E2%f2970ad89e.jpg

Ravenna Festival 2024 – Il Trebbo in musica 2.4
LE PRIME DONNE
testo modificato da Laura Morante
musica di Giacomo Puccini
ideazione di Elena Marazzita

Voce recitante Laura Morante
Soprano Francesca De Blasi
Violino Davide Alogna
Pianoforte Antonello d’Onofrio

Cervia-Milano Marittima,
Arena Stadio dei Pini, 13 giugno 2024

Foto: Zani Casadio

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