Catanzaro. Il “giallo” del Pronto Soccorso in codice rosso – .

CATANZARO: IL MISTERO DEL PRONTO SOCCORSO IN CODICE ROSSO
di Giovanni Nistico

È sempre più problematico dover accompagnare un familiare al pronto soccorso “Pugliese-Ciaccio” di Catanzaro, consapevoli delle ben note tragedie che ci agitano in reparto tra sfortunati e anche sfortunati di ogni genere.
Troppi i ritardi nella diagnosi, come è successo ad un paziente che è stato “ignorato” dagli stessi operatori per 6 lunghe ore di attesa, tanto che il tutto sarà giustificabile da un pronto soccorso che prolassa in codice “rosso”.

Eppure la stessa paziente accompagnata dal marito, riusciva a stento a contenere la sua sofferenza, causata dal notevole malore di chi doveva essere ricoverato “d’urgenza” in reparto, dopo aver spiegato ogni dettaglio al direttore entrante e al di là del vetro.
I due coniugi sono stati poi raggiunti da un amico venuto a sostenerli per il mortificante protrarsi della “vergognosa” esperienza, e si sono trovati costretti a desistere da quel diritto ormai negato alla salute, quanto doloroso sia stato per loro apprendere che il la polizia non avrebbe dovuto intervenire. , secondo l’operatore, nonostante gli accorati appelli telefonici, quindi senza alcuna rivelazione sull’ubicazione del “mistero”.

L’accurata manovra di reindirizzamento dei due protagonisti verso un laboratorio di analisi privato ha consentito al medico della signora di valutare immediatamente un quadro clinico preoccupante con richiesta di ricovero “urgente” e presso lo stesso ospedale, in base alla criticità della patologia accertata che, se differita, come accaduto, metterebbe a rischio anche la vita.

Ecco perché saranno proprio gli immediati esami di laboratorio, risolti in tempi record, a impiegare le prime cure, sottoponendosi necessariamente al vaglio di ogni perizia medico-legale e giudiziaria, per il ragionevole dubbio che sia accaduto ancora una volta e a danno del cittadino, l’enorme reato di “malpractice medica”.
L’auspicio è che la coraggiosa manovra compiuta per tutelarsi possa migliorare le condizioni di salute della donna, dopo la “triste” disavventura che impone una doverosa ricostruzione di tutti i movimenti avvenuti o meno nel mistero dell’emergenza. stanza sempre in codice (g)rosso, viste le incongruenze e i personaggi al suo interno, così sereni, indisturbati e chissà, forse, liberi di decidere chi entra e chi no, chi vive o chi muore.

 
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