Giornata della donazione del sangue, la sfida è aumentare il numero dei giovani donatori – .

Giornata della donazione del sangue, la sfida è aumentare il numero dei giovani donatori – .
Giornata della donazione del sangue, la sfida è aumentare il numero dei giovani donatori – .

Riflettori puntati sulle donazioni di sangue. La giornata regionale si è svolta quest’anno a Lucca, nella sede della Scuola di Studi Avanzati IMT e l’evento del 15 giugno è stato l’occasione per fare un bilancio ma anche per tracciare le rotte future del sistema trasfusionale, soffermandosi uno per uno sulle sfide all’orizzonte: competenze e organizzazione delle strutture sanitarie, il valore e l’importanza della gratuità, il ruolo fondamentale delle associazioni di volontariato. Con l’aiuto anche di uno studio che l’IMT di Lucca ha realizzato insieme ad Avis per il biennio 2018-2020.

I numeri sono incoraggianti, almeno in Toscana. Dopo la pandemia, il 2023 è stato un anno di ripresa. Nella regione, infatti, sono state superate le 206mila donazioni, quarantacinque ogni mille residenti (solo per la produzione di globuli rossi) contro un obiettivo nazionale di quaranta. Un successo il cui primo merito va ai 116mila donatori attivi durante l’anno. In Italia solo il 2,7 per cento degli italiani sono donatori – i dati sono del Centro nazionale sangue e si riferiscono al 2022 – a fronte di 2 milioni 800mila trasfusioni a beneficio di 639mila pazienti.

Positivo anche in Toscana il trend registrato nei primi mesi del 2024. La crescita delle donazioni è infatti rimasta costante e ha segnato un ulteriore aumento del 10 per cento: per i globuli rossi, dove l’Italia ha raggiunto l’autosufficienza, ma anche per il plasma, dove le donazioni sono storicamente minori ma importanti perché fondamentali per la produzione di farmaci salvavita come le immunoglobuline, l’albumina o i fattori della coagulazione.

I numeri crescono, ma permangono criticità di carattere demografico (ma non solo) che non possono essere trascurate: i donatori invecchiano e diminuiscono coloro che, tra i diciotto e i quarantacinque anni, dovrebbero sostituirli. Il ricambio generazionale non basta. C’è poi la questione dell’estate, periodo in cui si registra un calo fisiologico delle donazioni e il sangue comincia a scarseggiare. Tuttavia in Toscana nel 2023, grazie al lavoro attento e coordinato di tutti gli attori del sistema sangue toscano, non si sono registrate situazioni di emergenza e il sistema sangue ha operato in autosufficienza. “Anche quest’anno eravamo in vantaggio – commenta l’assessore al diritto alla salute, Simone Bezzini -. Con il Centro Regionale Sangue, le Asl e le associazioni dei donatori abbiamo lavorato su una strategia per evitare che nei nostri ospedali si verifichi un’emergenza nei mesi estivi. Un’estate senza perdite di sangue significa nessun rallentamento del sistema sanitario, ma anche un lavoro attento all’uso appropriato di questa preziosa risorsa e alla salute dei pazienti”.

La Toscana, infatti, si conferma una delle regioni più virtuose a livello nazionale, frutto di un lavoro di squadra che coinvolge il Centro regionale sangue, aziende sanitarie e associazioni di volontariato.

“I risultati sono dovuti all’impegno delle associazioni di volontariato e alla generosità dei donatori. A loro va un grande ringraziamento a nome della Regione Toscana – commenta Bezzini -. Continueremo a lavorare al fianco dei professionisti e delle associazioni del sistema sangue, assicurando un rafforzamento delle strutture e continuando a mantenere particolare attenzione a questo settore trainante del sistema sanitario”

“Il sistema trasfusionale italiano – spiega Ennio Bilancini, docente di Economia comportamentale alla Scuola IMT – si basa, da un lato, sulla competenza e sull’impegno dei professionisti e delle strutture sanitarie coinvolte, e dall’altro sulla gratuità e volontarietà dei servizi la donazione, un atto motivato innanzitutto da valori etici e sostenuto dalle associazioni di volontariato. La ricerca condotta presso l’IMT Scuola Alti Studi Lucca ha l’obiettivo di fornire gli strumenti più moderni per facilitare il lavoro degli operatori e delle strutture sanitarie, anche utilizzando l’intelligenza artificiale, e allo stesso tempo capire come sostenere e promuovere i valori e l’etica della donazione, anche grazie a politiche innovative”.

Chi può donare a chi
La donazione del sangue è aperta a tutti i cittadini, italiani e stranieri. È necessario avere almeno diciotto anni e non più di settanta, godere di buona salute, avere uno stile di vita corretto ed avere un peso adeguato. La presenza di alcune patologie, terapie in corso, viaggi o interventi recenti possono comportare l’esclusione definitiva o la sospensione temporanea dalla donazione. Puoi donare ad intervalli di tre mesi (ma non più di due volte l’anno per le donne in età fertile).

Esistono quattro diversi gruppi sanguigni – gruppo A, B, Ab e zero – che raddoppiano a seconda della presenza o dell’assenza di un antigene specifico, Rh, sulla superficie dei globuli rossi. Il gruppo 0 Rh negativo è decisamente universale: salvo alcune eccezioni, può essere donato a qualunque individuo; ma chi ce l’ha può ricevere sangue solo da un donatore O negativo. Il gruppo AB rh positivo, invece, può ricevere donazioni di sangue da tutti i gruppi.

In Italia la distribuzione varia a seconda della zona geografica, si stima che il gruppo O positivo sia il più numeroso e circoli nelle vene del 39-40 per cento della popolazione. Subito dopo c’è il gruppo positivo A, riscontrato nel 36 per cento. Seguono il gruppo B positivo (7,5%), 0 negativo (7%), AB positivo (2,5%), A negativo (6%), B negativo (1,5%) e AB negativo (il più raro in Italia, con lo 0,5% dei casi nella popolazione).

 
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