“Progetto biennale, ma la sconfitta di Vicenza mi ha deluso. Mercato? Accolte le idee di Pazienza, passiamo ora all’operatività” – .

“Progetto biennale, ma la sconfitta di Vicenza mi ha deluso. Mercato? Accolte le idee di Pazienza, passiamo ora all’operatività” – .
“Progetto biennale, ma la sconfitta di Vicenza mi ha deluso. Mercato? Accolte le idee di Pazienza, passiamo ora all’operatività” – .

Il responsabile dell’area tecnica dell’Avellino, Giorgio Perinettiè intervenuto in conferenza stampa, approfondendo tutti i temi per la prossima stagione sportiva.

Inizia il secondo anno di “gestione” Perinetti: “Dobbiamo ringraziare la società per la fiducia che rinnova in noi. Quando abbiamo incontrato il presidente un anno fa, abbiamo parlato di almeno due anni per raggiungere gli obiettivi. Questo campionato ha avuto le sue luci e le sue ombre, la promozione diretta e nemmeno quella tramite playoff è arrivata. Sono molto rigoroso con chi lavora con me e con me stesso. Abbiamo analizzato le cose che non ci permettevano di raggiungere l’obiettivo principale. Adesso si riparte con maggiore conoscenza e consapevolezza, non tutto è stato fatto male, anzi. La squadra ha chiuso la stagione in crescita, i dati erano incoraggianti, il miglior attacco, la seconda miglior difesa, 18 clean sheet.

Abbiamo più esperienzaripartiamo per raggiungere un obiettivo che sta a cuore a molti di noi. La sconfitta di Vicenza è stata una grande delusione, ma Pazienza nell’ultima intervista ha detto una cosa grandiosa e cioè che la rabbia che abbiamo adesso dobbiamo trasformarla in energia e volontà. Sono le basi da cui ripartire per dare soddisfazioni a una proprietà che dà tanto e a una piazza che merita tanto”.

Sul mercato: “L’allenatore ha potuto allenarsi e conoscere i giocatori che aveva. A gennaio abbiamo fatto qualche correzione per adattare la rosa alle sue idee, alcuni giovani sono andati via a giocare e abbiamo preso qualcuno più esperto. Anche noi abbiamo fatto un primo esame se non approfondito, dire oggi quante operazioni faremo è sbagliato. Abbiamo accolto e approvato le idee dell’allenatore. Il mercato però è dinamico, nei prossimi giorni passeremo all’operatività, incontreremo agenti e procuratori per spiegare le nostre idee su chi deve restare, chi deve partire.

L’anno scorso abbiamo avuto lo stesso problema, avevamo 29 giocatori sotto contratto, oggi ne abbiamo 31. Il problema Aya va affrontato in campo legale, perché è da tempo che non opera. La rosa dovrà essere aggiustata il più velocemente possibile, ma ovviamente ci saranno degli inserimenti nei 23 ideali. Abbiamo cercato di sistemare le uscite, inserendo una quindicina di giocatori. Valuteremo le tempistiche in base al mercato, cercheremo di dare all’allenatore quanti più giocatori possibili, nel minor tempo possibile. Ma sappiamo anche che alcune operazioni di mercato alla fine si sbloccano, come ad esempio lo è stato Armellino.

L’ideale è avere giocatori forti, che costano poco e vincono. Ma questo non è sempre possibile. Vogliamo prendere giocatori funzionali al progetto tecnico e alle caratteristiche del gruppo che affronteremo. Il top player non serve a niente se viene preferito a un giocatore più motivato, con miglior rendimento e costanza“.

Sul portiere titolare: “Il portiere è un problema da risolvere. Non mi piace fare la squadra da solo, non è il mio modo di pensare. Siamo in tre a lavorare sul mercato, abbiamo alternative, una rosa di nomi. C’era Dei, che era il preparatore dei portieri, che ha dato la sua opinione. Vedremo in base alle nostre esigenze e al nostro modo di giocare. Ghidotti ha fatto qualche errore, alcuni ci sono costati cari, ma nel complesso ha fatto bene. Lo avevamo preso in prestito, con l’obiettivo di comprarlo a zero, con una percentuale da dare al Como. Adesso dobbiamo fare delle valutazioni, c’è tanta pressione, soprattutto sul portiere”.

Sulla passione della piazza avellinese: “Mi ha colpito il coinvolgimento dei tifosi con la squadra. Il coro ‘Avellino siamo noi’ non è fine a se stesso, ma racconta di una partecipazione assoluta alla vita del club. Quando parliamo di pressioni non ci riferiamo al disturbo provocato dalla piazza, ma alla responsabilità di chi lavora per Avellino. Qui lo senti molto più che in altre parti. Il coinvolgimento riguarda tutti, quando fai bene sei felice, quando fai male sei dispiaciuto”.

Sul ritiro e sul settore giovanile: “Avevamo un’opzione su Palena, dove ci siamo trovati bene. Ma il Pescara, vicinissimo alla zona, ha insistito tantissimo. L’alternativa l’abbiamo trovata a San Gregorio MagnoCi sono stati i controlli, il mister ha dato parere positivo, stiamo mettendo a punto le ultime cose per ufficializzare. Ma la struttura è quella giusta per funzionare bene. L’anno scorso, quando sono arrivato a questo punto, tutto era da rifare. Ma la stagione è finita ad aprile, quest’anno l’abbiamo finita il 2 giugno. La società ha risposto immediatamente per la nuova stagione. In 13 giorni tutto quello che doveva essere fatto è stato fatto. Bene anche il settore giovanile, anche se non presto troppa attenzione ai risultati. Domani l’Under 17 giocherà la finale nazionale scudetto, auguro il meglio al Molino. Ci auguriamo che questo progetto cresca sempre più di intensità e che ai giovani venga data la possibilità di migliorare”.

Allo stadio: “La situazione politica è ancora da definire, solo poi si valuterà il da farsi. Avere un terreno più favorevole per le caratteristiche della squadra ci sarebbe utile. I miglioramenti sono sempre auspicabili, ma dobbiamo parlare con le persone giuste”.

 
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