ai futuri sindaci il compito di ripartire dalle quattro “R” – .

ai futuri sindaci il compito di ripartire dalle quattro “R” – .
ai futuri sindaci il compito di ripartire dalle quattro “R” – .

Dopo un lungo, faticoso e strano scrutinio per l’alto numero di schede nulle e mancanti, il Lecce va al ballottaggio.

Adriana Poli Bortone con il 49,95% e Carlo Salvemini con il 46,73%. Per una manciata di voti, 23 schede, insomma una sette, la Poli Bortone non diventa inquilina di Palazzo Carafa o delle Paolotte, sede del Palazzo di città. Un luogo che conosce molto bene, avendo ricoperto la carica di sindaco per due volte consecutive.

Carlo Salvemini non si arrende e lo segue da vicino per restare alla guida del Lecce. Il Sindaco uscente è stato più volte consigliere comunale giovanissimo, nel 2017 eletto sindaco, la cui maggioranza in consiglio era composta da 17 eletti del centrodestra contro 14 del centrosinistra comprese le liste civiche e un seggio in il M5s. Per questa anomalia si usa un’espressione tipicamente inglese: lame duck. Tornò al voto nel 2019 e fu rieletto con il 51% dei voti, staccato di 20 punti dal candidato del centrodestra.

Bari e Lecce al ballottaggio, il 23 e 24 giugno. Vito Leccese contro Fabio Romito e Carlo Salvemini dovranno vedersela con Adriana Poli Bortone. Vito Leccese avrà l’appoggio rosso di Michele Laforgia, arrivato al terzo posto nella graduatoria elettorale, quindi escluso dal ballottaggio. A lui va il merito di aver portato avanti una battaglia elettorale dal forte carattere politico, nientemeno che gli altri due: Leccese e Romito.

Chi vincerà dovrà prendersi cura del futuro della propria città, la cui gestione della cosa pubblica dovrà essere all’altezza delle esigenze delle persone reali. Al centro, quindi, c’è il cittadino, la cui vita quotidiana deve essere il meno possibile soggetta al logorio delle Città, sempre afflitte da vecchie e nuove contraddizioni. Ecco perché la politica per la città dovrà esprimersi attraverso «Rigenerazione, Riuso, Riqualificazione e Riconversione».

Le quattro R sono necessarie per le nostre due città che hanno avuto, nei decenni passati, un boom disordinato, senza spazi, parcheggi, servizi pubblici. Con le poche risorse finanziarie hanno fatto tutto il possibile e l’impossibile per restituire al cittadino una vita normale e non ostile, come il più delle volte è costretto ad affrontare.

Come detto, per una manciata di voti, Adriana Poli Bortone non è stata eletta sindaco di Lecce e ha dovuto votare nuovamente. Inaspettatamente c’è stata una pausa nel riconteggio dei voti, a causa del troppo disordine nei seggi elettorali. In generale, gli enti pubblici responsabili del voto non sono in grado di rendere trasparenti le elezioni. Dilettanti in subbuglio. Il Viminale non può non rendersi conto di questo deficit democratico.

Carlo Salvemini, sindaco uscente, i pronostici davano una vittoria certa e Adriana Poli Bortone perdente. Le elezioni democratiche sono piene di sorprese, di bellezza. La campagna elettorale è stata civile e solo negli ultimi giorni prima dell’apertura delle urne l’atmosfera si è elettrizzata, ma non poteva essere altrimenti.

Come detto, Carlo Salvemini era considerato un buon sindaco, ma non aveva tenuto conto del longevo Poli Bortone che, pur partendo in svantaggio, ha avuto un lungo percorso a ostacoli e per 23 voti – nella cabala napoletana il 23 porta fortuna per chi per lei lo sapremo dopo il conteggio: non è arrivata vittoriosa al traguardo.

Ora una nuova campagna elettorale dove in gioco ci sono solo Salvemini e Poli Bortone. Un duello quasi alla pari giocato con gli eletti dei singoli schieramenti. I candidati delle liste però dovranno necessariamente iscriversi alla corsa, visto che chi vincerà avrà dalla sua il premio di maggioranza. Quelli meglio posizionati dietro gli eletti potrebbero riuscire ad essere eletti nel consiglio comunale.

Adriana Poli Bortone ha combattuto judo con Carlo Salvemini, sfruttando la sua forza: più forte era lui, più forte era lei. Adesso si riparte da capo, stabilizzando il voto acquisito e recuperando i voti del blocco degli astenuti e quelli degli altri due candidati sindaci. Percentuali minime, ma, come si dice, per vincere conta tutto. E sperando Dio che i leccesi non facciano confusione nel voto del 23 e 24 giugno come nelle precedenti elezioni dell’8 e 9 giugno.

 
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