Case vacanza, in Puglia è caccia agli evasori fiscali. Multa record nel Salento per ville di lusso al mare, sedici denunce nello Ionio

Il turismo in Puglia arricchisce l’imprenditore sbagliato, ma solo finché non viene catturato dalla Guardia di Finanza o dall’Agenzia delle Entrate. Questa tipologia di operatori turistici affittano ville al mare, trulli in campagna, stanze sulla costa al mercato nero e sperano di sfuggire per sempre al fisco, contribuendo così ad alimentare la montagna di evasione fiscale sempre crescente. Le ultime operazioni, segno di un fenomeno ben più ampio che si sta estendendo anche al turismo di lusso, sono avvenute ieri.

In sedici aziende (per lo più turistiche) sono presenti lavoratori in nero

Nella zona Tarantino i finanzieri hanno individuato 16 datori di lavoro che utilizzavano manodopera irregolare. Molte attività sono turistiche. Scoperti anche un centinaio di casi di mancata emissione di ricevute fiscali. Interessanti le attività ispettive Taranto, Martina Franca, Massafra, Manduria, Castellaneta, Laterza e Ginosa. Nel mirino sono finite griglierie, macellerie, panifici, parrucchieri e barbieri, pescherie, gelaterie e negozi di abbigliamento. Due cittadini, entrambi originari di Salve, nel basso Salento in provincia di Lecce, sono stati sottoposti ad accertamento fiscale da parte della Guardia di Finanza. Li avevamo proprietari di tre immobili, due ville e un trullo, affittati abusivamente a turistie non avrebbe dichiarato ricavi per circa 200mila euro. I finanzieri hanno individuato le due lussuose abitazioni e il trullo nella marina di Salve, con vista sul mare di Torre Pali e Pescoluse. Gli immobili sono stati recentemente ristrutturati e dotati di ogni comfort: zona relax e piscina. I proprietari sono stati individuati grazie ad alcuni sopralluoghi effettuati dai militari della Guardia di Finanza con il supporto delle numerose banche dati a disposizione dei reparti.
Ma negli ultimi tre mesi operazioni simili sono state portate a termine anche nel brindisino, nel tarantino, e ancora nel leccese sulla costa ionica. Ad Ostuni sono emersi 200mila euro di ricavi non dichiarati da proprietari di agriturismi e B&B; a Taranto una onlus che organizza turismo nautico non ha dichiarato 140mila euro; tra Ostuni, Fasano, Mesagne Francavilla Fontana alberghi, case vacanza, B&B hanno nascosto incassi per mezzo milione. E ancora tra Porto Cesareo, Ugento, Torre Lapillo e altri centri della costa salentina, sono ricomparsi 110mila euro dopo l’intervento della Guardia di Finanza.

Imprenditori: «Il turismo di lusso è quasi sempre tracciabile»

Giuseppe Serafino, presidente della sezione Turismo di Confindustria Lecce, commenta il caso Salve: «È triste apprendere questa notizia perché al primo posto in un’operazione turistica, oltre alla professionalità e ad un prodotto di qualità, c’è senza dubbio la legalità. Però – sottolinea – sono sorpreso perché il turismo di lusso viaggia su canali di prenotazione tracciabili e le transazioni vengono fatte soprattutto con carte di credito e attraverso portali specializzati con chi organizza viaggi”. Conclude: «Se oggi il Salento è una destinazione internazionale anche nel segmento del lusso, è anche grazie a imprenditori capaci che operano con trasparenza nel rispetto delle regole».

 
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