Vandali in falegnameria a Venezia. Uno dei ragazzi cerca il proprietario: “Chiedo scusa” – .

Vandali in falegnameria a Venezia. Uno dei ragazzi cerca il proprietario: “Chiedo scusa” – .
Vandali in falegnameria a Venezia. Uno dei ragazzi cerca il proprietario: “Chiedo scusa” – .

VENEZIA – «Chiedo scusa». Ormai è diventato così difficile dirlo che quando qualcuno lo fa diventa un atto di coraggio, un’assunzione di responsabilità. Insomma, novità. Uno dei tre ragazzi che hanno provocato il caos lo scorso fine settimana la falegnameria Girelli di Venezia tentando anche di dargli fuoco, si è presentato venerdì pomeriggio in azienda accompagnato dalla madre, cospargendosi di cenere il capo davanti al titolare Mauro Girelli e ai suoi collaboratori, che da giorni lavorano per rimettere le cose a posto e riavviare la produzione. Nessuna spiegazione per il gesto, anche perché probabilmente non ci sono spiegazioni logiche. «Verso le 17 è venuta una signora – racconta – era molto turbata e si è scusata per l’accaduto, facendo chiedere scusa anche al figlio. Ha avuto il coraggio di mostrare il suo volto, a differenza di altri e credo fermamente che quello sia stato un momento altamente formativo per il ragazzo: vedere la sofferenza di sua madre, le sue lacrime mentre mi diceva che in caso di bisogno la famiglia sarebbe venuta da noi. incontro con le spese. Io ho risposto dicendo “mi piacerebbe vedervi tra 20 anni, quando sarete adulti, in un bar per scoprire che persone sarete diventati e magari per scoprire quali ragioni vi hanno portato a fare quello che avete fatto qui”. Difficile, per ora, farsi un’idea delle cause che hanno portato a una simile esplosione di violenza gratuita. Sulla vicenda stanno comunque indagando i Carabinieri e la Polizia anche se, ricordiamo, i tre protagonisti del raid (11, 12 e 13 anni), tutti veneziani, non sono riconducibili.

«Spero nei prossimi giorni in un atto di coraggio anche da parte degli altri – prosegue Girelli – non perché voglio le loro scuse, ma per permettere a quei ragazzi di capire quello che hanno fatto. Sarebbe fondamentale che chiedessero scusa, molto più difficile che impugnare un piccone e spaccare tutto. Guarda – conclude – troverò i soldi per l’azienda in qualche modo, ma il problema è che quei ragazzi si sono fatti male e se nessuno si prende cura della loro anima, potrebbero ricadere. Se non notiamo i segnali di disagio è colpa di noi adulti. Per quanto riguarda il lavoro, da buoni imprenditori veneti ci siamo rimboccati le maniche per riaprire il prima possibile”. I danni, ricordiamo, ammontano ad almeno 100mila euro. Il consigliere comunale e sociologo Gianfranco Bettin, profondo esperto del disagio giovanile, ha voluto dare il suo contributo sul caso. «C’è un’emergenza reale, drammatica, che intreccia aspetti sociali ed educativi e, in altri casi, nei tanti casi che riguardano le dipendenze, anche fattori socio-sanitari. È un’emergenza – commenta Bettin – che viene riconosciuta nelle famiglie e nel territorio, tranne che nelle istituzioni che avrebbero la responsabilità di reagire, e che, invece, sembrano non comprendere o comunque non agire all’altezza della situazione attuale. crisi educativa e sociale. Sarebbe necessario un potenziamento del personale scolastico – ricorda Bettin – dei servizi educativi dei Comuni e un raddoppio, almeno, dei Serd”.

La falegnameria Giorgio Girelli è la più grande di Venezia, produce soluzioni d’arredo di alta gamma e tra le realizzazioni più rappresentative c’è sicuramente la sala del Consiglio Regionale del Veneto. Il presidente e direttore della Confartigianato veneto, Andrea Bertoldini e Matteo Masat, hanno espresso profonda vicinanza al loro esponente e anche molta preoccupazione per il clima sociale sempre più teso che si respira in città. «Ciò che ci preoccupa – commentano – è il crescente numero di incidenti sempre più gravi nella nostra città: borseggiatori, aggressioni fisiche, spacciatori di lattine di professione e finti poveri, guerre tra cosche per il controllo dello spaccio di droga e soprattutto il rischio quotidiano di furti per laboratori, attività e lavoratori comunali che ogni giorno temono di andare al lavoro e di ritrovarsi la porta o la finestra rotta a causa di un furto o la derubata della barca di servizio. Come associazione lotteremo sempre per una città migliore”.

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VENEZIA – «Chiedo scusa». Ormai è diventato così difficile dire che quando qualcuno lo fa diventa un atto di coraggio, un’assunzione di responsabilità….

 
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