Ex tipografia distrutta dalle fiamme. Indagato anche un guelfo – .

Ex tipografia distrutta dalle fiamme. Indagato anche un guelfo – .
Ex tipografia distrutta dalle fiamme. Indagato anche un guelfo – .

Il giorno successivo era prevista l’apertura davanti al notaio delle buste relative all’asta per la vendita dell’immobile. Prezzo base 350mila euro a fronte di un valore stimato di 900mila euro. Tuttavia, con una coincidenza piuttosto sospetta, un incendio lo aveva parzialmente devastato durante la notte. Dopo alcuni mesi, la consulenza affidata dalla Procura stabilì che l’incendio che colpì quella che era stata la storica ‘Tipografia Moderna’ in zona Bassette a Ravenna tra il 17 e il 18 ottobre 2023 era di natura dolosa. Cinque persone sono state informate della fine delle indagini. Due dovranno rispondere di incendio doloso in concorso. E tutto il continuo e concomitante turbamento d’asta dovuto alla melina – si direbbe in gergo calcistico – che secondo la Procura avevano messo insieme per evitare che l’immobile andasse all’asta. Tra gli indagati ci sono anche due avvocati: un sessantenne dell’Ordine degli avvocati di Rimini che, secondo il sito dell’Ordine, risulta “al momento sospeso”. E un cinquantenne del Foro di Ravenna.

Nel 2013 è arrivata la liquidazione coatta amministrativa della storica tipografia promossa dal Ministero delle Imprese. Poi altri, sotto il nome di Edizioni Moderna, hanno affittato la struttura pagando l’affitto al ministero. Secondo le indagini della polizia, coordinate dal pm Angela Scorza e completate dalla consulenza tecnica, erano tre i punti in cui l’edificio era stato cosparso di liquido infiammabile. Due persone sono accusate di aver appiccato fisicamente l’incendio: una donna ravennate che è tra i responsabili della cooperativa. Si tratta di un cinquantenne di Castel Guelfo, infatti rappresentante di una società per azioni che aveva partecipato a una delle aste considerata una scusa per perdere tempo (è difeso dall’avvocato Cecilia Scalambra). La prima asta risale al 2 marzo 2022: a partecipare era la società per azioni riconducibile a quest’ultima che, assistita dalla società ravennate, attraverso un rilancio fittizio e tramite il procuratore domiciliatario (l’avvocato riminese), si era aggiudicata la tipografia per 410mila EURO. Per farlo era necessario un assegno di 26.250 euro a titolo di cauzione. E qui arriviamo all’ultimo sospettato: un bergamasco. Successivamente l’avvocato riminese aveva chiesto una proroga al 30 settembre per il pagamento e poi un’ulteriore dilazione. Alla fine la gara è stata annullata.

L’avvocato ravennate era entrato in gioco per gli inquirenti nell’asta del 27 luglio: era stata lei a chiedere al ministero di sospendere la procedura tra il 1° maggio 2023 e il 31 luglio dello stesso anno e di annullare il bando nonostante il pm delle Edizioni La società Moderna non aveva il diritto di rimanere lì. Questo ci porta alla notte prima della terza e ultima asta. L’immobile è stato infine acquistato da un’impresa ravennate specializzata in isolamenti termici per 322.500 euro.

 
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