Ragusa, la Cna e la quotidianità della legalità nell’economia e nelle imprese – .

“Gestione e concretezza. Dove operiamo lo Stato lavora. Al contrario, dove non operiamo, ci sono delle carenze. Questa è una riflessione che vi invito a fare perché la capacità e il dinamismo con cui facciamo impresa e che garantisce lo sviluppo possono aiutarci a determinare le direzioni della crescita. Fermo restando che di questo Pil non possiamo accontentarci. Il nostro potenziale, il potenziale delle nostre imprese, è maggiore”. Lo ha detto Otello Gregorini, segretario nazionale della Cna, intervenendo ieri mattina alla “Giornata della legalità nell’economia e nell’impresa” organizzata dall’associazione di categoria a livello territoriale nella sede di via Psaumida per onorare la memoria dell’indimenticabile manager Pippo Tumino a 14 anni dalla scomparsa. Un grande momento di confronto, con la presenza di rappresentanti delle forze di polizia, delle istituzioni e della politica, oltre naturalmente con i titolari delle piccole e medie imprese associate, che è servito a accendere i riflettori su un tema di grande attualità.

“Siamo estremamente convinti – ha detto in apertura il segretario territoriale Cna Ragusa Carmelo Caccamo – che la legalità sia un obiettivo a cui tendere senza esitazione, a partire dalla cultura del lavoro”. Sono poi intervenuti il ​​direttore della Caritas diocesana, Domenico Leggio, in rappresentanza del vescovo Giuseppe La Placa, il consigliere della Prefettura Andrea Milana, in rappresentanza del prefetto Giuseppe Ranieri, il primo direttore della divisione Anticrimine della Questura di Ragusa, Rosario Amarù , in rappresentanza del questore della provincia di Ragusa Vincenzo Trombadore. E, ancora, il direttore generale del Libero Consorzio Comunale di Ragusa, Nitto Rosso, che ha portato i saluti del commissario straordinario Patrizia Valenti, del sindaco di Ragusa, Peppe Cassì, dei deputati regionali Nello Dipasquale e Stefania Campo. Erano presenti anche il sindaco di Giarratana, Lino Giaquinta, il vicesindaco di Vittoria, Giuseppe Fiorellini, i consiglieri comunali di Ragusa Mario D’Asta, Gianni Giuffrida e Giorgio Massari. Tra i presenti anche quello del vicepresidente nazionale della Cna Pippo Cascone e del presidente regionale della Cna Sicilia, Nello Battiato. Il segretario regionale della Cna Sicilia, Piero Giglione, ha chiesto di “modificare la legge 512 del 1999 che prevede un fondo di rotazione per la solidarietà alle vittime dei reati di tipo mafioso. Una normativa che risente ormai del passare degli anni – ha sottolineato – visto che da un lato le risorse economiche sono poche e dall’altro bisogna fare i conti con una burocrazia esasperata che finisce per attenuare, se non addirittura annullare, la effetti benefici di questa norma”.

Commovente la testimonianza del presidente della Cna territoriale di Ragusa, Pippo Santocono, che ha ricordato quando, anni fa, la sua azienda fu costretta a vivere un periodo difficile poiché lui stesso aveva subito una pioggia di minacce da parte di criminali che gli ha reso difficile andare avanti. “Ma – prosegue – non ci siamo arresi. E, per fortuna, tutto si è risolto nel migliore dei modi”. È stato poi il corrispondente del quotidiano “La Sicilia”, Mario Barresi, a moderare un dibattito a due (assente per gravi motivi di salute il giudice Giuseppe Ayala, di cui era stata annunciata anche la presenza) tra il presidente dell’Associazione regionale Anti -Commissione mafia, on. Antonello Cracolici, e il senatore Salvo Sallemi, membro della Commissione nazionale Antimafia. “I mafiosi – ha detto Cracolici – sono come se cercassero la complicità dei estorti nella loro attività estorsiva. In alcuni quartieri di Palermo i mafiosi non svolgono quelle attività che, per così dire, sono legate alle associazioni antiracket. Chi non denuncia, quindi, ha sempre torto”. “La mafia – ha evidenziato Sallemi – ha costi altissimi per la collettività. In un anno ogni cittadino è costretto, anche se non se ne rende conto, a pagare un’addizionale di 1.500 euro a testa. Questi dati da soli basterebbero a evidenziare come le distorsioni criminali possano drogare l’economia. Sono necessarie contromisure adeguate. E stiamo cercando di adottarli”.

 
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