Non è l’Italia dei sogni ma almeno è l’Italia di tutti Il Tirreno – .

Non è l’Italia dei sogni ma almeno è l’Italia di tutti Il Tirreno – .
Non è l’Italia dei sogni ma almeno è l’Italia di tutti Il Tirreno – .

Non abbiamo davvero nessun campione. Possiamo essere tutti d’accordo su questo? Ma vabbè, lo sapevamo. Anche i giocatori di grande caratura internazionale, uhmm, si contano sulle dita di una mano e ti rimane il mignolo e forse anche l’anulare. Questa è l’Italia oggi: lascia il pallottoliere per aver segnato gol a Germania, Spagna, Francia.

Questa non può essere una Nazionale sull’asfalto. Dobbiamo costruire i risultati sui dettagli. Ecco, questa è “la nazionale dei dettagli”. Che è un po’ il marchio di fabbrica di Spalletti, stacanovista. Non è un caso che il gol dell’1-1 sia arrivato da un calcio d’angolo: oggi il 35% dei gol della Nazionale vengono segnati su punizione, Spalletti a Coverciano ha logorato il campo con prove e mete su calci d’angolo e punizioni.

Tatticamente sono state due le mosse chiave di Spalletti. 1) Barella che variava a 360 gradi in fase di impostazione ma poi in fase difensiva diventava addirittura l’uomo più vicino a Scamacca per dare potenza alla pressione immediata: da qui i tanti recuperi “alti” che permettevano al giocatore di schiacciare subito il avversario e invertire il gioco. 2) Con l’Albania che premeva con ritmi da rappresentanza di una casa di riposo, Spalletti ha portato il doppio palleggiatore: Pellegrini da sostituto attaccante che fungeva anche da trequartista alto, permettendo a Jorginho di abbassarsi sulla linea dei difensori per giocare “Calhanoglu -stile”. E finché l’Italia ha avuto carburante e brillantezza, l’Albania non l’ha mai vista.

Dove possiamo arrivare? Per fortuna il calcio non è una scienza esatta, ma oggettivamente la sensazione è che siamo abbastanza lontani dalle top team europee. Non abbiamo giocatori di prima fascia e non abbiamo nemmeno un “blocco” come forse è successo qualche anno fa con la Juve: nella formazione titolare di ieri avevamo 11 giocatori di 8 squadre diverse, e anche nella miniserie dell’Inter -block c’era un giocatore (Frattesi) che con Inzaghi non è nemmeno titolare.

Una cosa è certa. Questa è una bella nazionale. Senza stranezze, umile al punto giusto. Non è l’Italia dei sogni ma almeno è l’Italia di tutti.

 
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