Dopo il sit in di San Felice, c’è stata anche una manifestazione a Modena per Anna, strangolata dal marito con cintura e corda, il medico di San Felice sul Panaro ha lasciato il suo corpo nel bagagliaio ed è stata così portata alla caserma dei Carabinieri . Era appena arrivata a casa per prendere i suoi figli, di 3 e 5 anni, e portarli in spiaggia.
«Siamo stanchi di contare tutti questi femminicidi. La cultura patriarcale deve essere rovesciata» è il messaggio che è salito anche dalla piazza di Modena, dove erano presenti tanti cittadini per testimoniare la loro vicinanza alla famiglia di Anna, ai suoi figli. “Questa è una piaga che colpisce drammaticamente tutto il Paese e se non facciamo tutti la nostra parte, soprattutto gli uomini, non andremo da nessuna parte. Esiste ancora il concetto di proprietà delle donne e dei bambini ed è un qualcosa che va combattuto dal punto di vista culturale e giuridico. Le regole non bastano”, ha detto il sindaco di Modena Massimo Mezzetti.
Aurora Ferrari, segreteria confederale della Cgil, ha ricordato che «Si tratta del 19esimo femminicidio dall’inizio dell’anno che registriamo impotenti: non vogliamo risolvere il problema alla radice. Passi avanti, dal punto di vista normativo, sono stati fatti ma vanno rafforzati gli interventi nelle scuole, a partire dall’infanzia così come nei luoghi di lavoro. Abbiamo bisogno di educazione alla sessualità, all’affettività e al rispetto per le donne in particolare, ampliando la protezione per le donne vittime di violenza e prevedendo seminari con gli operatori del settore. Ci troviamo di fronte all’ennesima eredità della cultura patriarcale che, di fronte alla separazione, non tollera il diritto delle donne all’autodeterminazione per la propria libertà”.
La manifestazione modenese si è svolta sabato pomeriggio in piazza Torre, dalle 17 alle 19, organizzata dalla Conferenza delle donne del Pd. E la protesta continua: la Casa delle Donne ha invece organizzato un sit in in Piazza Grande lunedì prossimo alle 18.30.
