«Trentini nel mondo», caso dei sospesi in Bosnia. La questione arriva in consiglio provinciale – .

«Trentini nel mondo», caso dei sospesi in Bosnia. La questione arriva in consiglio provinciale – .
«Trentini nel mondo», caso dei sospesi in Bosnia. La questione arriva in consiglio provinciale – .

Una questione di provincia e un piccolo villaggio della Bosnia aprono un “caso” intorno a Trentini nel Mondo, l’associazione che opera dal 1957 con finalità di solidarietà sociale e come strumento di aggregazione e assistenza per i migranti trentini e i loro discendenti, e per la sua recente assemblea elettiva. Hanno firmato l’interrogazione, indirizzata direttamente al presidente della Provincia Maurizio Fugatti, i consiglieri provinciali della Lega Alberto Paccher, Stefania Segnana e Mirko Bisesti. La Provincia è chiamata a pronunciarsi su quanto accaduto perché, come ricordano i consiglieri nel testo dell’interrogazione, «Solo nel 2023 l’Associazione ha incassato dalla Provincia oltre 770.000 euro destinati alle spese di gestione dell’associazione, alle attività associative, come nonché per la solidarietà (spese di gestione, sussidi e borse di studio) e alcuni finanziamenti per progetti specifici”.

La domanda
Nel testo consegnato al Consiglio provinciale, i consiglieri scrivono che «apprendiamo ora che negli ultimi mesi, un discreto numero di iscritti all’associazione sono stati «sospesi» (opzione non prevista né dallo Statuto né dal Regolamento di Attuazione) dal Consiglio consiliare dopo essere stato ammesso con delibera del Consiglio stesso solo pochi giorni prima”. I consiglieri notano poi che «tale operazione avviene nelle settimane precedenti l’assemblea annuale del 20 aprile che nel caso dell’anno in corso prevedeva anche il rinnovo delle cariche elettive». A questo punto i soci soggetti alla sospensione “hanno fatto ricorso all’azione di un avvocato per chiedere il rispetto dello Statuto e del Regolamento, il ripristino della qualità di socio o, in ultima istanza, che il loro ricorso sia proposto all’Assemblea”. Tuttavia, spiegano i consiglieri, Trentini nel Mondo non solo non ha risposto né accolto alcun ricorso ai sospesi, ma sembra che abbia “impedito anche fisicamente a queste persone di partecipare all’assemblea, negando così anche il diritto di voto (e di essere un eventuale candidato alle cariche elettive) ai soci regolarmente accettati con deliberazione del consiglio di amministrazione”.

La disputa in Bosnia
L’assessore Paccher spiega poi più nel dettaglio la storia che inizia a Stivor, un piccolo comune della Bosnia di 270 abitanti, tutti originari della Valsuganotta, trentini. Sì, perché diverse famiglie della Valsugana vi si stabilirono dopo l’alluvione del Brenta del 1882. E con il passare del tempo questo piccolo paese è diventato una vera enclave trentina in terra bosniaca. «Lì è sempre esistito un club dei trentini nel Mondo – spiega Roberto Paccher – Solo che alcuni locali si sono lamentati della sua inattività e hanno quindi deciso di fondarne uno nuovo con cui rilanciare i rapporti». Così a fine 2023 il nuovo club ha sbrigato le formalità e ha chiesto l’ammissione a Trentino nel Mondo. «L’ammissione del club e dei suoi soci è stata accettata a gennaio senza problemi – spiega Paccher – Ma poi si è scoperto che c’era una disputa tra il nuovo club Stivor e quello vecchio». A questo punto quindi, apparentemente per autotutela, Trentini nel Mondo ha deciso di sospendere i nuovi iscritti. «Ma lo statuto dell’associazione non prevede questa possibilità – precisa Paccher – Un socio può essere ammesso, la sua richiesta può essere respinta oppure può essere espulso per validi motivi. Ma la sospensione non esiste”.

La lezione
In tutto questo, quindi, una decina di soci non hanno potuto partecipare ad una votazione, quella per eleggere il nuovo presidente di Trentini nel Mondo, che ha visto fronteggiarsi Armando Maistri e Maria Carla Failo e che ha visto quest’ultima vincere ma per un pugno. di voti. Nel testo dell’interrogazione c’è di più, scrivono i consiglieri che “sembrerebbe che nel corso dell’assemblea si siano verificate alcune irregolarità al momento della votazione, in relazione alla modalità di voto per delega”. Per questo i consiglieri hanno chiesto alla Provincia di approfondire la questione.

 
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