Cremona Sera – 2025, in arrivo la grande mostra su Boccaccio Boccaccino. Il Museo Diocesano ha acquistato la preziosa tavola “Due santi, un vescovo e il ritratto del committente” che sarà esposta per la prima volta

A Ferrara sono in fase di ultimazione i lavori per la realizzazione del Museo diocesano all’interno del palazzo arcivescovile. Dalla curia ferrarese è però filtrata la notizia che il 2025 si svolgerà tra Cremona e Ferrara un’importante mostra dedicata a Boccaccio Boccaccino. Numerosi sono i contatti con Cremona, diocesi d’origine del monsignore Gian Carlo Peregoportare a Ferrara una mostra sul grande pittore rinascimentale Boccaccio Boccaccino, nato a Ferrara nel 1467 e morto nel Cremona nel 1525. Il prossimo anno, per celebrare i 500 anni dalla morte del pittore rinascimentale, il museo diocesano di Cremona ospiterà un’importante mostra dedicata a Boccaccino e, una volta ultimata, questa sarà trasferita in prestito al nascente museo diocesano di Ferrara. Il quotidiano La Nuova Ferrara si è occupato del progetto e ha rivelato anche la notizia dell’acquisto da parte della Diocesi di Cremona di un’importante opera dell’artista: “Due santi, un vescovo e il ritratto del committente“, per una cifra che si avvicina ai 50mila euro e che sarà esposta alla mostra per il cinquecentenario del pittore.

Il lavoro Due santi, un vescovo e il ritratto del committente, è stato collegato dalla critica (Mina Gregori, Marco Tanzi) ad un documento dell’aprile 1523 (Archivio notarile di Cremona), in cui Boccaccino si impegna con gli eredi di Benedetto Fodri a dipingere una pala di notevoli dimensioni per l’altare maggiore della chiesa cremonese di San Pietro al Po. Poi nel 1555 la pala del Boccaccino fu sostituita con una Natività di Bernardino Gatti, e da quella data se ne persero le tracce, fino alla pubblicazione da parte della Gregori (1959) del frammento qui presentato. Secondo il documento del 1523 la pala rappresentava la Vergine col Bambino circondata da numerosi santi e il ritratto di Benedetto Fodri. Per questa pala il pittore ricevette l’ultimo pagamento nel dicembre 1524, anno che rappresenterebbe quindi la data antecedente alla sua esecuzione. Salvata probabilmente perché contenente il presunto ritratto di Benedetto Fodri, la tavola appartiene quindi al periodo finale dell’attività di Boccaccino, che resta tra i meno conosciuti e studiati del pittore ferrarese. Ai modelli del primo Rinascimento sembrano sostituiti in questa fase i modi lunatici delle opere di Romanino, Bembo e Melone e la densità materica delle loro pennellate. A questo proposito, Gregori ricorda “contrasti chiaroscurali” IL “accentuazioni grottesche” E “la meravigliosa gobba umoristica del profilo di San Pietro, con la mitra troppo pesante e sul punto di cadere”.

 
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