Nel carcere di Terni dove è detenuto da mesi, Pancrazio Carrino, detto “Stellina”, ha tentato di aggredire il gip con il manico di una forchetta di plastica. Il gip avrebbe dovuto essere interrogato mediante rogatoria, dopo la notifica dell’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip del tribunale di Potenza per le minacce, aggravate dal metodo mafioso, rivolte al pubblico ministero della DDA di Lecce, Carmen Ruggiero, al giudice del tribunale salentino, Maria Francesca Mariano e al direttore di Telenorba Vincenzo Magistà.
Nel provvedimento ottenuto dalla DDA di Potenza, Carrino è accusato di essere stato il mandante della testa mozzata del caprone rinvenuta dal gip Mariano, davanti alla sua abitazione il 2 febbraio. Secondo l’accusa, avrebbe potuto mantenere contatti all’esterno nonostante le restrizioni e su questo aspetto proseguono le indagini. Contatti ai quali avrebbe chiesto di acquistare o comunque recuperare la testa dell’animale e di consegnarla al domicilio del giudice. Per questo motivo, non è escluso che nei suoi confronti venga applicato il 41 bis, il regime carcerario duro, con lo scopo di impedire il passaggio di ordini, informazioni o qualsiasi altro tipo di comunicazione. La decisione spetta al Ministero della Giustizia. Quel che è certo, al momento, è che Carrino è stato denunciato per tentata aggressione con la forchetta di plastica. La denuncia allunga l’elenco delle denunce mosse al 42enne, nato a Mesagne ma residente a San Pancrazio Salentino, dopo l’arresto eseguito a luglio 2023 nell’ambito dell’inchiesta The Wolf coordinata dalla DDA di Lecce, sul gruppo Lamendola-Cantanna, ritenuto di stampo mafioso e attivo nella provincia di Brindisi soprattutto nel traffico di stupefacenti. In questo capo Carrino è accusato di associazione mafiosa, spaccio di droga e tentato omicidio ai danni di una coppia di Latiano. Il pm Ruggiero ha già chiesto una condanna a 17 anni e quattro mesi di carcere, al netto della riduzione per la scelta del rito abbreviato.
