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our video interview with Maria Tilli, Giacomo Ferrara, Andrea Lattanzi – .

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“Sì, viviamo in una società di servizi. Non siamo abituati al concetto di dover soffrire per ottenere qualcosa”. Va dritta al punto Maria Aneto che, dopo una serie di documentari e cortometraggi, esordisce in una notevole fiction, Animali randagi. Infatti il ​​punto che apre la nostra video intervista è legato ad una frase pronunciata da Ivan Franek: “I randagi non esistono più”Una frase che potrebbe estendersi al significato profondo del film, in cui due paramedici, interpretati da Giacomo Ferrara e Andrea Lattanzia bordo di un’ambulanza sgangherata, trasportano dall’Abruzzo alla Serbia un uomo (Franek) che ha deciso di farla finita. Con lui, la figlia che non vede da tempo (Agnese Claisse), arrabbiata e poi intenerita, in un road movie drammatico ma capace di essere rivelatore e tenero.

Lo sguardo di Andrea Lattanzi in Stray Animals

“Viviamo in un mondo chiuso, ripiegato su se stesso, siamo tutti presi da noi stessi, dal nostro telefono”continua Andrea Lattanzi, di un mondo che sembra sempre più addomesticato, rivisitato dal regista attraverso il filtro di due ragazzi opposti ma continui nella rivelazione emotiva che si troveranno ad affrontare. Secondo Giacomo Ferrara, Animali randagi sposta il centro dell’attenzione, osservando le emozioni, spesso taciute, e il senso stesso di libertà da un’altra angolazione. “Questo fatto di avere tutto e subito è comodo, ci permette di ottenere le cose senza difficoltà, ma ci toglie la decodificazione, e non ci permette di sperimentarle pienamente. Come invece accade ai protagonisti della storia, che torneranno a provare le proprie emozioni attraverso il senso del viaggio”. E se parliamo di emozioni, il tema deleutanasia negata viene osservata con lucido dolore da Maria Tilli, in una sequenza fortissima che anticipa il finale “Mettere in scena un animale domestico invece di una persona avvicina il concetto alle persone. Perché ai nostri animali concediamo una concessione dolorosa ma gentile, perché non vogliamo vederli soffrire. Per gli umani questo non è ancora un no. E penso che sia assurdo”.

Stray Animals: interview with Maria Tilli, Giacomo Ferrara, Andrea Lattanzi

Ivan Franek e Agnese Claisse in una scena del film

Scritto da Maria Tilli insieme a Matteo Corradini e Fabrizio Franzini, tratto da un racconto di Chiara Leonardi, Animali randagi egli identifica al meglio i personaggi attraverso l’accento abruzzese. Un’inflessione obsoleta per il cinema italiano, e quindi funzionale alla reale identificazione della narrazione. “Il siciliano è il film sulla mafia, il romano è il film delle periferie e del disagio, il milanese è il cinepanettone, e poi nella fiction non c’è niente, nessun accento”il regista ci racconta “La lingua porta con sé un elemento di realtà che non può essere tradito. E Andrea e Giacomo sono stati bravissimi”.

According to Giacomo Ferrara, born in Chieti, “Per la prima volta ho avuto l’opportunità di usare il mio accento in un film. Questo è un film lento, volutamente lento, perché aiuta a esplorare meglio i rapporti tra i vari personaggi. A differenza del carattere di Andrea, che è più energico e nervoso, il mio Toni è più lento, usa un abruzzese più prolungato, allungando il tono come un brano musicale banale”.Per Andrea Lattanzi, invece, l’accento ha a che fare con la memoria: “Ho vissuto parte della mia vita a San Polo dei Cavallieri, un piccolo paese tra Lazio e Abruzzo. Il loro accento è un mix tra romano e abruzzese, e ho immaginato il personaggio così, loquace e nervoso. Ho un orecchio e quindi questo mi aiuta..

Stray Animals, la recensione: un film autentico in un mondo addomesticato

L’importanza di dire “No”

Giacomo Ferrara and Andrea Lattanzi in Maria Tilli’s film

In chiusura dell’intervista, una riflessione sulla precarietà del cinema indipendente italiano. Un cinema di nuovi autori, di storie vere, di estetiche e grandi storie. Stray Animals, come già scritto nella nostra recensione, è parte di questo insieme, da curare e preservare. Ma come si difende oggi il cinema indipendente nel nostro Paese? “Litigare molto e portarlo in sala. Si lotta ogni giorno, per molte scelte. Non ho mai detto così tanti ‘no’ in vita mia”spiega Maria Tilli.

Andrea Lattanzi pensa poi all’esperienza che può nascere da un film come questo: «Il cinema italiano ha le gambe tagliate, quindi è importante sostenere l’economia pensando a tutto l’insieme. È fondamentale fare film come questo, per arricchirci, per fare esperienza”. E se Maria Tilli è senza dubbio una regista da tenere d’occhio, Giacomo Ferrara si concentra sulla rinnovata poetica che arriva dai registi più giovani: “Tutto si sta standardizzando, ma l’arrivo di nuovi autori riesce a dare una visione più profonda e personale delle storie. Ed è importante far debuttare giovani registi e autori”.

 
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