un primo salto nel futuro? – .

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Il sindaco Rinaldo Melucci all’inaugurazione del Camposcuola Valente

(Di Antonio Bargelloni) L’inaugurazione del campo scuola, appena avvenuta, ha per Taranto un valore simbolico che va oltre l’evento – seppur storico – legato alla regina dello sport. Rappresenta – deve rappresentare – un vero e proprio segnale di risveglio per una città che per troppo, troppo tempo ha letteralmente snobbato un settore di vitale importanza per qualsiasi comunità come lo sport di base.

Sì, perché la struttura Salinella, pur trasformandosi in un piccolo “stadio” di atletica, mi auguro, non debba perdere la sua funzione principale, ovvero quella di essere un “vivaio” a disposizione dei giovani talenti nonché un punto di riferimento per tutti gli appassionati di “atletica leggera” locali, sia tesserati che non, ma anche di società di altre discipline che vogliano svolgere la preparazione atletica in una struttura ad hoc. Non a caso da diversi anni la struttura è intitolata alla memoria di Giuseppe Valente, indimenticabile personaggio che nella sua purtroppo breve esistenza ha ricoperto i ruoli di atleta, istruttore, preparatore atletico e podista amatoriale.

Non nascondo la mia delusione nel vedere che ci sono voluti molti, troppi decenni per passare dalle parole ai fatti: l’impianto costruito nel 1971 aveva subito un solo restyling (mai veramente ultimato…) nel lontano 1989, ben 35 anni fa, nel frattempo in altre città italiane strutture simili (i campi di atletica nacquero negli anni ’60 su intuizione dell’allora presidente della Fidal Bruno Zauli) hanno subito ciclici rinnovamenti. Ma del resto noi tarantini dovremmo essere abituati a tempi biblici, in fatto di impianti sportivi, se penso alla “prolungata provvisorietà” della Salinella in tubi Innocenti di Michele Di Maggio e ai decenni passati per vedere un palazzetto dello sport comunale…

A proposito di ritardi. All’inaugurazione, lo sport tarantino – e non solo – auspica che, nel corso dei prossimi due anni, seguano molti altri eventi simili, grazie alla spinta degli ormai prossimi Giochi del Mediterraneo; come è noto, sono stati finalmente programmati o riprogettati altri lavori di ristrutturazione (stadio Iacovone, PalaRicciardi) e nuove costruzioni (stadio del nuoto, centro nautico) che la trasformeranno in un importante polo sportivo a livello nazionale. Troppo tardi? Di sicuro è diventata una corsa contro il tempo assurda, una sorta di… maratona a staffetta il cui testimone è passato per troppe mani da quel lontano 2019, anno di assegnazione dei Giochi. Nel 2026 si capirà se l’evento odierno di Taranto sia stato il primo balzo di una città proiettata nel futuro attraverso lo sport o l’ennesima delusione di una città maledetta, destinata a vivere solo di ricordi dei fasti di un lontanissimo passato e a piangere se stessa all’infinito.

 
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