UN PARADOSSO IDROLOGICO
Il Molise, regione ricchissima di acqua, si ritrova paradossalmente ad affrontare una crisi idrica che spesso lascia i suoi cittadini con i rubinetti asciutti. “Il Molise è ricchissimo di acqua, ma sempre più spesso i rubinetti dei molisani restano asciutti”, afferma Angelo Primiani, consigliere regionale del Movimento Cinque Stelle. Questo paradosso è il risultato di un sistema idrico che si sta progressivamente disintegrando, con una rete idrica che perde in media il 53% della sua acqua, secondo i dati ISTAT. Un dato che supera di gran lunga la media nazionale e che evidenzia l’urgenza di interventi strutturali.
UNA RETE FILTRO
A peggiorare la situazione c’è una rete idrica vecchia e logora, che disperde l’acqua in mille rivoli, proprio come avviene nel sottosuolo. «Troppi Comuni sono costretti a chiudere il flusso d’acqua di notte, se non addirittura di pomeriggio», continua Primiani. La mancanza di piogge durante il periodo invernale e primaverile ha ulteriormente peggiorato la situazione, ma il problema principale resta una rete che perde e necessita di complessi lavori di manutenzione straordinaria.
GOVERNANCE E INVESTIMENTI: UN PARADISO DI ABBREVIAZIONI
La frammentazione della governance è un altro tema cruciale. “Innanzitutto serve chiarezza su governance e investimenti, ma anche su ruoli, funzioni e competenze degli attori pubblici del settore”, sottolinea Primiani. La Regione regola il settore in accordo con l’Autorità distrettuale, le province e i comuni. L’EGAM definisce la tariffa idrica e gli investimenti in infrastrutture, mentre il GRIM si occupa della manutenzione della rete. A questo si aggiungono l’autorità sanitaria regionale e l’agenzia regionale per la protezione dell’ambiente che esercitano il controllo e il monitoraggio ambientale. Un sistema che, anziché essere integrato, appare frammentato e inefficiente.
OCCASIONI PERSE E FONDI SPRECATI
Il Molise ha già perso numerose opportunità legate al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) a causa del ritardo nell’adeguamento alla normativa. “A livello nazionale ci sono quasi 2 miliardi di euro disponibili per investimenti nel settore”, ma ad oggi sembra che siano stati finanziati solo tre progetti per un totale di circa 70 milioni di euro. Una quantità insufficiente per risolvere il problema della dispersione dell’acqua. “Non possiamo più perdere tempo, né un solo centesimo dei fondi stanziati”, avverte Primiani.
L’ORO BLU E LA SFIDA DEL FUTURO
L’acqua rappresenta una delle sfide più importanti del futuro, soprattutto in un contesto di transizione energetica e di produzione di idrogeno. “Il Molise deve valorizzare il suo oro blu”, dice Primiani, sottolineando come la regione dà acqua a diverse regioni vicine senza riceverne alcuna in cambio. Un terzo dell’intero volume d’acqua trasferito tra le regioni del distretto idrografico dell’Appennino Meridionale proviene dal Molise. “Stiamo parlando di milioni e milioni di metri cubi d’acqua”, evidenzia il consigliere regionale.
DOMANDE SENZA RISPOSTA
Alla luce di tutto ciò emergono domande cruciali: come potrà il centrodestra molisano valorizzare la risorsa idrica nell’ottica dell’autonomia differenziata? Cosa farà la regione in termini di energia idroelettrica e produzione di idrogeno? “Domande che, temo, rimarranno senza risposta”, osserva Primiani. Nel frattempo i molisani continueranno a occuparsi di acqua a intermittenza, mentre altri approfitteranno della mancanza di visione di un governo regionale distante dai reali bisogni del territorio.
UNO SGUARDO AL FUTURO
È tempo che la politica alzi lo sguardo e metta da parte la ricerca del consenso alla fine delle elezioni. “Puntare su interventi strutturali non genera consenso immediato, ma consentirebbe al Molise di guardare al futuro con una visione strategica”, conclude Primiani. Solo attraverso una governance chiara e investimenti mirati il Molise potrà trasformare il suo oro blu in una risorsa sostenibile e duratura per le generazioni future.
