Talk show al Granduca. Esperti e studiosi discutono degli antichi “Murals” – .

Talk show al Granduca. Esperti e studiosi discutono degli antichi “Murals” – .
Talk show al Granduca. Esperti e studiosi discutono degli antichi “Murals” – .

Domani, alle 18.30, eccezionalmente nella Sala Azzurra dell’Hotel Granduca di Grosseto, parleremo di un argomento di straordinario interesse, che sta riscuotendo crescente attenzione, mista a orgoglio per l’ulteriore risposta data a chi pensa che la Maremma sia una terra con poca cultura. Parleremo infatti dei “Murali”, cioè delle enigmatiche mura megalitiche che corrono per chilometri nella macchia mediterranea di Monte Leoni. Interverranno, moderati da Giancarlo Capecchi, i principali protagonisti della “riscoperta”: Umberto Carini, Carlo Cavanna, Marco Mori e Paolo Nannini, che dal 2015 studiano e mappano queste strutture preistoriche. Un argomento giustamente inserito nel palinsesto dei talk show estivi delle Terme Marine e ripreso da TV9, l’emittente locale, che lo riproporrà giovedì alle 21.25 e oltre. “In realtà non siamo i primi a parlarne e a portarlo all’attenzione degli studiosi e della cronaca. Già nel 1880 – spiega Paolo Nannini, già funzionario della Soprintendenza per le province di Siena, Grosseto e Arezzo e coordinatore del “Progetto Monte Leoni” 2018 – 2022 – per la precisione a Boston, il 15 maggio in occasione dell’annuale incontro dell’“Archaeological Institute of America” (AIA) che è ancora oggi attivo con convegni annuali e la pubblicazione di ‘Archaeology’, una delle più importanti riviste di archeologia a livello mondiale, William J. Stillman, in qualità di inviato del “The Times” apriva il suo reportage sul Monte Leone, come si chiamava allora, con queste parole: ‘Signori, ho l’onore di riferire sulle rovine del Monte Leone, nella Maremma toscana’… Le sue scoperte sui Murales del Monte Leone, che facevano addirittura pensare a una ‘grande città preistorica’, ebbero notevole risonanza nel mondo accademico dell’epoca così come nella cronaca locale della Maremma popolare dell’“Ombrone”. rivista di quegli anni”.

La seconda metà dell’Ottocento fu un periodo di grandi temi e grandi scoperte per l’archeologia: Schliemann aveva da poco scavato Troia e Micene, mentre in Italia ferveva il dibattito sulla localizzazione dell’antica città etrusca di Vetulonia e nel maggio del 1880 Isidoro Falchi si recò per la prima volta a Colonna di Buriano, oggi Vetulonia, intuendone le vere origini. “Purtroppo, per vari motivi, dopo questi anni calò il silenzio su queste prime scoperte che furono presto dimenticate – aggiunge Paolo Nannini -. Resteranno stranezze di grandi pietre sparse tra i cespugli del Monte, note solo ai cacciatori o ai cercatori di funghi… Bisognerà quindi attendere i nostri giorni per vedere, grazie alla determinazione di un gruppo di appassionati riuniti in tre associazioni senza scopo di lucro, la Società Speleologica Naturalistica della Maremma, Odysseus e Progetto Heba, l’avvio, nel 2018, di un progetto di mappatura dei ‘Murali’, diretto e coordinato dalla Soprintendenza per le Province di Siena, Grosseto e Arezzo che ha dato importanti risultati per la conoscenza e la datazione di queste e di altre testimonianze preistoriche individuate nelle indagini”.

 
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