Non è dolore ai piedi, è mal di strada – .

Non è dolore ai piedi, è mal di strada – .
Non è dolore ai piedi, è mal di strada – .

Sono ovunque, ma le riconosci soprattutto nel weekend: donne che hanno scelto di uscire con un bel paio di sandali col tacco e ora, in via Luca Giordano come in via Toledo, sul lungomare come in centro storico, si chiedono chi glieli ha dati se li è fatti fare. Che camminino come delle bambine di 18 mesi o che si muovano con passi da tip tap, non hanno mal di piedi: sono mal di strada. E lo stile c’entra poco. Quando il tallone si incastra tra due lastroni malfermi, il marciapiede cambia tre volte in cento metri, passando dal ciottolato traballante all’asfalto dissestato, e non sai se prima devi schivare la cacca di cane, una buca, la radice di un albero, un motorino, un tavolino o la patina unta davanti a una friggitoria, la questione dei tacchi riguarda tutti i napoletani, non solo le donne, e apre ad altre questioni ben più importanti. La manutenzione, per esempio.

Ma se la nostra città ha scoperto di poter capitalizzare praticamente qualsiasi cosa, forse anche l’impraticabilità delle pubbliche vie con un paio di tacchi potrebbe avere un mercato. Personalmente sogno di creare una guida di Napoli con percorsi specifici per ogni tipo di ascensore: plateau, stiletto, zeppa. Ma perché non pensare a negozi di scarpe specializzati in prove su strada, come per le gomme delle auto da corsa? Oppure, in linea con l’attrattiva turistica, si potrebbe aprire il deposito bagagli alle scarpe: quando non ne potete più, andateci e cambiatele con un bel paio di pantofole.

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La mattina

 
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