OU – 蘇醒 II: Fragilità – .

OU – 蘇醒 II: Fragilità – .
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votazione
8.0

  • Bande:
    UO
  • Durata: 00:42:58
  • Disponibile dal: 26/04/2024
  • Etichetta:
  • Alla rovescia

Streaming non ancora disponibile

Abbiamo scoperto Ou nel 2022, ai tempi del loro album d’esordio, e la loro proposta, seppure ancora acerba, ci aveva colpito molto. Gli Ou, infatti, sono una band di Pechino che si è presentata sulla scena con un progressive metal contorto e ultra-tecnico, sul quale aleggiava la voce esotica e spettrale di Lynn Wu, cantante semplicemente strepitosa, che ha reso unica la proposta della band.
Nella nostra recensione di “One”, pur evidenziando i molteplici punti di forza della proposta di Ou, è emerso chiaramente che la band aveva optato per arrangiamenti fin troppo densi, che non riuscivano a dare il giusto respiro alla musica, rischiando di confondere l’ascoltatore. Speravamo che Anthony Vanacore (batterista e fondatore della band) optasse per arrangiamenti un po’ meno contorti, dando un taglio più raffinato e meno astruso alla musica, così da fondersi ancora più efficacemente con la voce di Lynn Wu.
Con grande piacere, quindi, abbiamo potuto constatare come il loro nuovo album “蘇醒 II: Frailty” rappresenti un passo decisivo nella direzione che speravamo. Devin Townsend, che avevamo già citato tra le fonti di ispirazione del debutto, appare in questo secondo album come ospite e co-produttore. Il risultato di questa collaborazione è un lavoro che rimane sempre unico ed eclettico, ma che mostra finalmente un’ottima coerenza stilistica e un songwriting ancora più maturo, che trova un ipotetico punto d’incontro tra Devin, Polyphia, una voce aggraziata ed esotica e un uso molto intelligente dei suoni. elettronica.
Oltre ai primi due estratti, “蘇醒 Frailty” e “淨化 Purge”, che rappresentano molto bene il sound di Ou, ci fa piacere citare anche l’ottima “海 Ocean”, in cui la voce di Lynn Wu sembra quasi rimbalzare nello spazio, come una sfera perfetta che, attratta da forze sconosciute, rimbalza in un labirinto di angoli e geometrie bizzarre. Ottimi anche i momenti più pacati e delicati, come “血液 Redemption”, in cui la band si ritrova ad abitare territori vicini all’ambient, o “輪迴 Reborn”, una composizione poetica ed elegante, che inizia con la voce pura dei cinesi cantante, su cui poggia poi un delicato arrangiamento di pianoforte e sintetizzatori. Completamente diversa, invece, è la strumentale “歪歪地愛 yyds”, che ci riporta alle evoluzioni virtuosistiche dell’esordio, ma questa volta la ricerca sonora non va perduta, ma emerge in maniera eccellente grazie al miglior equilibrio di l’album.
È chiaro che un lavoro come questo non è pensato per un vasto pubblico e anche in un contesto come il nostro non sarà uno di quei dischi universalmente apprezzati. “蘇醒II: Frailty” è come uno splendido giardino artificiale, un luogo di bellezza e poesia, in cui però ogni elemento è il risultato di uno studio progettuale perfetto, pulito, asettico. Un santuario orientale progettato da Jonathan Ive.
Spesso ci lamentiamo di come sia sempre più difficile trovare veramente qualcosa di innovativo nella musica e talvolta ci accontentiamo di suoni già ascoltati, purché ben realizzati. Ou, invece, ha cercato di creare qualcosa di diverso in modo coraggioso, prendendosi anche dei rischi calcolati. Se il loro percorso continua in questa direzione, non vediamo l’ora di vedere cosa riusciranno a fare nel loro prossimo album.

 
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