i quattro punti da chiarire – .

Bologna, 15 aprile 2024 – Il 9 aprile 2024 sarà ricordato in Emilia Romagna, e non solo, come il giorno del temibile esplosione che ha devastato la centrale idroelettrica di Enel Green Power Suviana, nell’Appennino bolognese. Intorno alle 14,30 l’esplosione ha provocato il crollo di parte della centrale e l’allagamento di parte della struttura, costruita 9 piani sotto terra. Morirono sette persone Nell’incidente sono rimasti altri cinque, tra tecnici e operai ferite, tre sul serio. La ricerca dei dispersi si è conclusa il 12 aprile con il ritrovamento del corpo delultima vittima. La Procura di Bologna ha aperto un’indagine disastro e omicidio colposo plurimo. Cerchiamo di capire cosa è successo e a che punto sono le complesse indagini.

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Perché è avvenuta l’esplosione

Capire le cause dell’esplosione sarà molto complesso, la Procura affiderà un’importante perizia ad esperti del settore ancora da scegliere. Tra le prime ipotesi c’è quella di un possibile squilibrio delalternatore collegato al turbina tramite cuscinetti a olio. I tecnici e gli operai morti stavano effettuando il test del gruppo numero 2. Decisivo sarà analizzare i parametri registrati dalla Los Angeles scatola nera dello stabilimento per poi visitare i piani meno 8 e meno 9 che risultano ancora allagati. Fare luce sul disastro e attribuirne eventuali assumersi la responsabilità sarà un’operazione lunga e complicata: non sarà affatto semplice per gli inquirenti raccogliere fonti di prova in uno scenario completamente stravolto prima da un’esplosione e poi da un’alluvione.

La lente sulla catena degli appalti

Bisognerà poi chiarire quali tipologie di contratti di lavoro fossero in essere nello stabilimento. Per Enel non c’era “nessun subappalto”. Ma il procuratore capo di Bologna Giuseppe Amato vuole vedere chiaramente. Rimangono infatti in corso approfondimenti sui rapporti di lavoro all’interno del complesso (i lavoratori erano quasi tutti dipendenti di aziende esterne a Enel Green Power, appaltate o subappaltate per i lavori di ammodernamento delle turbine), sul documento di valutazione dei rischi necessario in caso di soggetti diversi, anche esterni, operanti sullo stesso cantiere e sul rispetto delle norme antinfortunistiche.

Il piano di sicurezza

Altre domande necessitano di risposta: a piano di sicurezza adeguato? Questo è quanto è stato chiamato a verificare Unità dell’Ispettorato del Lavoro dei Carabinieri, incaricato dalla Procura di studiare l’ Pos, acronimo di Piano Operativo di Sicurezza, della centrale idroelettrica. Si tratta di un insieme di documenti che ogni azienda – in questo caso Enel Green Power – è tenuta a redigere con le misure preventive e protettive da attuare nei cantieri per tutelare la salute dei lavoratori. Il Pos è già stato acquisito dai Carabinieri, il cui lavoro è ora volto ad accertare, anche ascoltando il responsabile della sicurezza dell’impianto e i dipendenti dell’Enel stessa e delle ditte esterne operanti nel sito di Bargi, se tutte le disposizioni contenute nel testo fossero rispettati o se ci fossero stati anomalie.

I componenti sotto l’obiettivo

L’altro punto importante da chiarire per gli inquirenti riguarda il componenti del gruppo formato da alternatore e turbina che operai e tecnici stavano testando. Cioè se era a norma e se il montaggio è avvenuto correttamente.

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