“Cerco di sentire ciò di cui ho bisogno da solo. Verrai informato se qualcuno si unirà alla squadra.” – .

“Cerco di sentire ciò di cui ho bisogno da solo. Verrai informato se qualcuno si unirà alla squadra.” – .
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Novak Djokovic (foto Getty Images)

La separazione tra Novak Djokovic e Goran Ivanisevic ha colto di sorpresa il mondo del racket. Non ci sono stati segnali di problemi e il duo slavo, nonostante più di uno scontro pubblico durante i tornei, ha lavorato a meraviglia. Due caratteri forti, un vero testa a testa di talento e una visione di gioco ideale per stimolare la classe di Novak. Il lavoro svolto dal croato sul serbo è stato fenomenale: ha regalato al n.1 l’unico tiro che un po’ mancava nel suo repertorio, un servizio top, grazie al quale è diventato quasi imbattibile a Wimbledon e non solo. Per questo motivo, la decisione di interrompere la collaborazione ha destato stupore e aperto ampie riflessioni sul futuro del campione, alla soglia dei 37 anni.

Dalla Serbia arrivano parole che confermano l’incertezza del momento. Dopo la sorprendente sconfitta contro Luca Nardi a Indian Wells, Djokovic ha deciso di saltare Miami e allenarsi con calma, insieme alla famiglia, per preparare la stagione sulla terra battuta, in vista del Roland Garros, torneo di cui Novak è campione in carica. Presente ad alcuni eventi privati, Djokovic ha dichiarato di non avere idea di chi assumere come nuovo allenatore, non ha particolare fretta nel prendere questa decisione e sta addirittura valutando se continuare il suo percorso da solo, assistito solo dallo staff che segue il percorso atletico parte (preparatore fisico e fisioterapista). Ecco come ha dichiarato il numero 1: “Ho avuto allenatori fin da quando ero ragazzino, ora cerco di sentire con me ciò di cui ho bisogno, ciò con cui mi sento più a mio agio. Verrai informato se qualcuno si unirà alla squadra.” Negli ultimi mesi, tra l’altro, Djokovic ha interrotto anche la sua storica relazione con Edoardo Artaldi, manager di lungo corso che lo seguiva da oltre 10 anni.

In questi giorni Djokovic si sta allenando con l’amico Nenad Zimonjic, ex doppista di grande valore, ma sembra difficile che questa scelta diventi duratura, anche perché lo stesso Zimonjic (47 anni) aveva recentemente dichiarato di non essere interessato a continue trasferte della vita Pro. Sui media serbi infuria un dibattito ancora più profondo: le scarse prestazioni di inizio stagione potrebbero essere il segno di un primo evidente calo di motivazione, e quindi il suo ritiro è più vicino di quanto si potesse ipotizzare?

Solo Novak conosce la risposta. In diverse interviste ha dichiarato di voler continuare a vincere e a stabilire record storici, anche se in realtà… li possiede già quasi tutti! Altre volte aveva affermato che «le cose possono cambiare molto velocemente», a maggior ragione se il suo corpo cominciava a dare chiari segni di scricchiolimento o di cedimento. Alcaraz e Sinner sono già lo sport presente, giovane e vincente. Conoscendo il carattere di Djokovic, sembra improbabile che possa restare nel circuito alla sua “venerabile” età dietro all’azzurro e allo spagnolo, sistematicamente battuto dai due o addirittura da altri. Forse Djokovic ha solo bisogno di tempo, non ha niente da dimostrare a nessuno e se volesse continuare a farlo da solo non gli mancano di certo l’esperienza e la professionalità per farlo.

Il tempo è probabilmente ciò che detterà le sue decisioni. La prossima primavera – estate, con Roland Garros, Wimbledon e le Olimpiadi, ci racconterà il livello atletico, tecnico e motivazionale di Novak. Se non dovesse vincere nessuno di questi tre grandi gol, surclassato dall’arroganza di Sinner e dai tiri di Alcaraz, forse appendere la racchetta al chiodo potrebbe diventare più una probabilità…

Marco Mazzoni

 
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