L’azienda proprietaria della Formula 1 può comprare anche la MotoGP? – Il post – .

Secondo il Financial Times Liberty Media è vicina all’acquisizione di Dorna per 4 miliardi di dollari, ma le leggi europee sulla concorrenza ostacolano

Mercoledì in poi Financial Times ha scritto di una possibile acquisizione di Dorna Sports, società spagnola che detiene i diritti della MotoGP, da parte di Liberty Media, la società americana proprietaria della Formula 1 dal 2017. L’operazione, che viene descritta con fermezza da Financial Times, tra i giornali economici più autorevoli al mondo, riunirebbe sotto un’unica proprietà il campionato automobilistico più importante del mondo e il principale campionato motociclistico. Secondo il quotidiano britannico, che cita fonti anonime vicine alla trattativa, Liberty Media offrirà 4 miliardi di dollari (circa 3,7 miliardi di euro) e l’annuncio dell’accordo potrebbe arrivare già la prossima settimana.

L’ostacolo principale all’operazione, però, potrebbe essere rappresentato dalle leggi sulla libera concorrenza dell’Unione Europea. La Commissione Europea potrebbe infatti ritenere che, acquisendo Dorna Sports, Liberty Media assumerebbe una posizione eccessivamente dominante nel suo settore. Nel 2006 l’autorità antitrust dell’Unione Europea si oppose ad un’operazione simile, e molti ritengono che il mercato non sia cambiato così radicalmente da giustificare una diversa valutazione.

Nel 2006 il fondo di investimento lussemburghese CVC Capital Partners, che già controllava la maggioranza della Dorna e quindi della MotoGP, acquistò oltre il 60 per cento delle azioni del gruppo di Formula 1 dalla Bambino Holding di Bernie Ecclestone e dalla Bayerische Landesbank, banca tedesca. L’autorità antitrust dell’Unione Europea si è opposta all’operazione, stabilendo che CVC dovesse vendere la MotoGP per procedere con l’operazione. La Commissione europea ha motivato la sua decisione affermando che la concentrazione dei diritti dei due sport motoristici più popolari nell’Unione nelle mani di un unico proprietario potrebbe comportare “il rischio di aumenti dei prezzi per i diritti televisivi degli eventi e di una riduzione dei costi la possibilità di scelta del consumatore”. CVC ha poi venduto le sue azioni Dorna, che sono state acquistate dal fondo Bridgepoint Capital.

La categoria Moto3 in Qatar (Foto di Mirco Lazzari gp/Getty Images)

Secondo le fonti citate da Financial Times, la questione delle leggi sulla libera concorrenza è stata analizzata da Liberty Media nelle fasi iniziali della trattativa: potrebbe aver ricevuto pareri rassicuranti dai suoi legali che avrebbero potuto convincere la società a proseguire la trattativa. L’esame da parte delle autorità europee non sarà però immediato e potrebbero volerci alcuni mesi per arrivare ad un verdetto definitivo.

Dorna ha sede a Madrid e organizza 251 gare di sport motoristici all’anno, in 20 paesi diversi. Oltre alla MotoGP e alle categorie minori Moto2 e Moto3, organizza i campionati di moto elettriche Superbike e MotoE. Nel 2023 ha registrato un fatturato di 483 milioni di euro, contro i 3,2 miliardi della sola Formula 1. Dorna è posseduta per il 39% dal fondo di investimento britannico Bridgepoint Capital, per il 31% dalla canadese Canada Pension Plan Investment Board (CPPIB) e per il restante 20% da dipendenti attuali ed ex dipendenti, di cui la maggioranza è detenuta da Carmelo Ezpeleta, CEO della Dorna e capo della MotoGP negli ultimi 30 anni.

Carmelo Ezpeleta, CEO di Dorna (Foto di Mirco Lazzari gp/Getty Images)

Da alcuni mesi alcune dichiarazioni di Ezpeleta e alcune transazioni finanziarie di Bridgepoint avevano fornito indizi su un’imminente vendita della Dorna. Il fondo di investimento statale del Qatar Qatar Sports Investments (che tra l’altro possiede la squadra di calcio del Paris Saint-Germain) si era mostrato interessato all’acquisto e l’altro gruppo statunitense TKO, con interessi nello sport e nell’intrattenimento, avrebbe presentato un’offerta, che è stata respinto. La proposta di Liberty, oltre ai 4 miliardi di dollari, prevederebbe l’impegno a farsi carico dei debiti pregressi della società.

Liberty Media è presieduta da John Malone, imprenditore 83enne con un patrimonio miliardario, che in passato ha lavorato nel campo delle telecomunicazioni e dei media. Da quando la società ha rilevato la Formula 1 per 8 miliardi di dollari (7,4 miliardi di euro) nel 2017, ha rivitalizzato, reso popolare e aumentato i profitti del campionato di corse, che nel 2023 ha creato circa 400 milioni di dollari di profitti.

Liberty ha puntato sul mercato statunitense e su una forte presenza sui social network. Ha anche aumentato il pubblico di questo sport grazie al successo della serie Netflix Guidare per sopravvivere, la cui produzione ha avuto un accesso senza precedenti a circuiti, piloti e team manager. Sotto la gestione Liberty molte delle scuderie partecipanti al campionato hanno visto aumentare notevolmente il proprio valore, e nessuna è stata costretta ad abbandonare le corse per ragioni economiche, come spesso accadeva in passato.

Il Gran Premio di Las Vegas lo scorso novembre (foto di Mark Thompson/Getty Images)

I ricavi della Formula 1 e della MotoGP sono generati dalla vendita di diritti televisivi, sponsorizzazioni, compensi dai circuiti che ospitano le gare, merchandising e vendite ai clienti aziendale spazi (aziendali) e accesso alle aree dedicate dei circuiti. Per quanto riguarda la Formula 1, anche Liberty ha aumentato il numero delle gare, preferendo nuove tappe cittadine ad alcuni circuiti tradizionali, come quelli di Miami o Las Vegas, particolarmente redditizi dal punto di vista economico.

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