ATTACCO GRIFO – Genova, fai durare la bellezza che ha creato – .

ATTACCO GRIFO – Genova, fai durare la bellezza che ha creato – .
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Beppe Nuti, giornalista Telenord

Il Genoa conquista un grande punto al Franchi di Firenze e si garantisce quasi aritmeticamente la permanenza in Serie A. Del momento rossoblù parleremo con Beppe NutiGiornalista di Telenord, nella puntata 345 della rubrica Pianetagenoa1893.net “Attacco Grifone”.

Cosa è cambiato a Genova rispetto alla partita di fine agosto? «Tutto, ma non a caso. Subire quattro gol all’esordio è stato uno schiaffo duro, traumatico per alcuni, ma rivelatosi educativo: Gilardino ha messo il Grifone su un percorso di crescita tra le migliori della Serie A. La squadra è tornata al lavoro con umiltà dopo aver imparato le regole profondità del torneo e degli avversari, infatti nessuno ha più dominato il Genoa, nemmeno l’Atalanta che vinse ad Anfield Road. Questo 1-1 è una mezza rivincita (non mi piace applicare il concetto di “rivincita” allo sport) che, tuttavia, dà una dimensione precisa ai rossoblù: contro le attuali prime otto in classifica, infatti, dall’Inter al Napoli, il Grifo ha conquistato 12 punti in 12 partite giocate finora. Una media perfetta, e ce ne sono altri quattro rimasti da stupire».

Cosa puoi dirci più nello specifico della partita del Franchi? «Il Genoa chiude meritatamente in vantaggio il primo tempo; nella ripresa, invece, la Fiorentina ha avuto molto possesso palla senza impensierire Martinez. I loro problemi in attacco sono evidenti, infatti a gennaio volevano il trequartista rossoblù capocannoniere per un motivo ben preciso: bisogna aggiungere i gol di Bonaventura e Nico Gonzalez a quelli di Gudmundsson, terzo nella speciale classifica dei marcatori insieme a Osimhen e due centri di Vlahovic. Anche Albert è un centrocampista di qualità, non che questa sia una novità, ma quando si abbassa per ricevere palla come un metodista sa fare la differenza: il suo controllo al volo era un’emozione per chi ama il calcio. Mi è piaciuta la prestazione di Ekuban – ha sbagliato un gol facilissimo ma si è rifatto con generosità – così come il gioco di Frendrup, Vasquez, Thorsby e Bani che per la terza volta nella stagione ci hanno dato il vantaggio».

Chi, però, non l’ha convinta? «Senza dubbio l’arbitraggio e le nostre fasce. L’Aia manda Di Marco, esordiente, coadiuvato da un varista esperto come Mazzoleni, ma gli errori sono numerosi. Secondo me la cosa più grave è la revisione del rigore fischiato in favore del Genoa: Kayode colpisce Retegui mentre l’attaccante locale stava andando a prendere palla, contatto per il quale l’impressione in campo è sempre la migliore. Invece questa tecnologia stagionale un po’ bizzarra ha fatto il suo corso attraverso una inopportuna revisione sul campo – di solito non interviene mai – che ha tratto in inganno il giovane direttore di gara. Quanto alle fasce rossoblù, Sabelli non può bastare perché spremuto da più di trenta partite: grave l’errore di Martin sul colpo di testa di Ikoné (!), lo spagnolo ha un buon sinistro ma i suoi limiti emergono quando difende in linea».

Poco tempo per pensare: la Lazio c’è già venerdì. «L’intreccio e la sovrapposizione dei calendari creano tali distorsioni. Il Genoa si presenterà senza nulla da perdere, anche se il campionato non è ancora finito ma piuttosto delineato. Sono fiducioso, gli esperti in genere riconoscono quanto sia complicato giocare contro il Genoa, soprattutto per squadre offensive che concedono tanti spazi. Mancherà ancora una volta Messias, al quinto infortunio muscolare stagionale: ha saltato 14 gare di campionato e 3 di Coppa Italia. Junior è un grande giocatore, anche se ieri non era in giornata, ma la sua nota fragilità è un fattore da considerare perché in futuro il Grifone ha bisogno di certezze e di qualche aggiustamento nei reparti per far durare la bellezza che ha creato.».

Alessandro Legnazzi e Beppe Nuti

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