Cosa ne pensa Elia? «Un onore, ma il focus resta la pista» – .

Se la partecipazione di Viviani alla prova su strada di Parigi è un’opzione sul tavolo, cosa ne pensa l’interessato? Le parole di Amadio dicono e non dicono: la decisione non è stata presa, ma è chiaro che se ne parla. E se la logica olimpica è quella di privilegiare le specialità con più possibilità di medaglia, è chiaro che la pista è un passo avanti. Abbiamo vinto le ultime grandi gare maschili tra il 2021 e il 2022 con Colbrelli ed è difficile fare i nomi di chi potrebbe portarci una medaglia. Stando così le cose, La presenza di Viviani su strada sarebbe funzionale al suo utilizzo teoricamente più proficuo in pista. Come detto più volte siamo nel campo delle ipotesi, ma manca così poco alle Olimpiadi, che un eventuale cambio di programma dovrebbe avvenire nel giro di poche settimane. Anzi, cosa penserà Bennati quando avrà solo tre posti a disposizione e tra questi uno potrebbe essere quello di Viviani ed un altro sarebbe necessario riservarlo ad un cronoman?

Viviani è a Livigno per il primo blocco di lavori in vista dei Giochi (in apertura la foto Instagram nella galleria del vento del Politecnico di Milano). Quando è arrivato la settimana scorsa per la presentazione delle tappe del Giro, nevicava ancora e ha potuto allenarsi solo un giorno. Ieri, quando l’abbiamo sentito, c’erano 6-7 gradi ed una bellissima giornata. Gli impianti sono aperti per le ultime discese, grazie anche all’innevamento artificiale, ma pedalare è bello. Quindi, dopo aver girato alcuni video, il campione olimpico di Rio 2016 ha fatto due ore di ciclismo ad alta intensità e poi di palestra.

Viviani ha vinto l’oro olimpico omnium a Rio 2016
Viviani_Oro_omnium_rio2016
Viviani ha vinto l’oro olimpico omnium a Rio 2016
Avevamo fatto un’intervista in cui ancora non sapevi se saresti andato al Giro e ipotizzavi una preparazione da pistard puro…

In quell’occasione gli spiegai che c’erano due modi per arrivare a Parigi. Uno era il Giro, l’altro era concentrarsi su lavori specifici. Quando ho lasciato la squadra del Giro mi è rimasta solo la seconda possibilità.

Poi è venuta fuori la scelta della Danimarca per Morkov e ci siamo chiesti se non potesse essere una strada da seguire anche con voi. Amadio dice che è una delle ipotesi sul tavolo e che ancora non è stato deciso nulla. Ma diciamo che va fino in fondo, cosa possiamo aspettarci Viviani?

Non potevo essere competitivo, almeno nel senso di ottenere un risultato. È ovvio che sono un corridore su strada e la mia preparazione per le Olimpiadi conterrà ancora le gare a tappe. Come ho detto l’ultima volta, in ogni blocco di lavoro continuerò però a fare la mia distanza è un’Olimpiade con 90 corridori, è utopico pensare che un risultato possa essere raggiunto su strada. Quindi ovviamente l’opzione di correre su strada mi vedrebbe competitivo, ma i miei obiettivi alle Olimpiadi sono l’omnium e l’americano. Sarebbe un’opzione per liberare lo spazio extra di cui avremmo bisogno in pista. Potrei svolgere un ruolo di supporto. Sappiamo che le Olimpiadi possono essere una competizione pazzesca, quindi ovviamente non mi farò trovare impreparato. Le distanze, se faccio le Olimpiadi su strada, invece di essere 4-5 ore, saranno 6, perché comunque la corsa è di 270 e passa chilometri.

L’incidente di Roubaix ha impedito a Viviani di ben figurare sulla pista di Milton
L’incidente di Roubaix ha impedito a Viviani di ben figurare sulla pista di Milton
Potremmo arrivare pronti anche senza il Giro?

Non mi preoccupa a livello di stanchezza, nel senso che abbiamo analizzato che i tempi di recupero ci sono. Il mio omnium è cinque giorni dopo il viaggio, non il giorno successivo o due giorni come nell’inseguimento a squadre. Ma penso che nel ciclismo moderno sia chiaro a tutti che in una gara di 90 corridori, se Van der Poel e quelli come lui si preparano bene, possono fare quello che vogliono. Ci sarà selezione, non vedo un arrivo in volata.

Quindi non è questione se Elia non vince un certo tipo di gare dal 2019 o non fa il Giro d’Italia. È davvero una situazione oggettiva legata alla corsa, a prescindere dalla preparazione?

Sì, secondo me sì. Credo che anche quell’Elia in questo ciclismo non sarebbe competitivo per una medaglia su strada. Distribuiti su 273 chilometri, 3.000 metri di dislivello non sembrano tanti, ma sono più delle Fiandre che ne hanno 2.600. Quindi c’è spazio per fare un pasticcio, aggiungendo il fatto che stai correndo senza compagni di squadra. Se Olanda, Belgio e altre due nazioni che corrono in quattro ne portano uno a testa per tirare, arrivare lì, mollare la classica fuga e poi tirare per 200 chilometri, allora è una gara normale. Se invece portano quattro attaccanti e non mettono nessuno al tiro, succede come a Londra, dove arrivava chi partiva primo.

Quindi se vogliamo giocare con le ipotesi il ruolo di Viviani in una gara del genere sarebbe proprio quello di dare una mano agli altri due a tappare i buchi finché possono?

Assolutamente.

Le performance di Viviani a Milton sono state influenzate dalle corse sul selciato (foto Instagram)
Le performance di Viviani a Milton sono state influenzate dalle corse sul selciato (foto Instagram)
Pensi che varrebbe la pena andare a vedere il percorso?

Non so, a dire il vero e giusto per dimostrare che è ancora un’opzione, se Bennati abbia previsto o meno una “ricognizione”. Non so se glielo hai chiesto, non lo so. La mia idea è che al momento abbiamo la tessera medaglie ed è una giornata fantastica per Bettiol. Poi Benna lo valuterà, ovviamente è lui il cittadino. Ma guardando i classici, abbiamo avuto un exploit da Mozzato. Ha dimostrato che dopo 270 chilometri, se si copre bene, può sprintare con un gruppo di 5-6-7 corridori. Ma alla fine Bettiol ha dimostrato ancora una volta che quando ha giornate come quella di Milan-Torino può dire la sua.

Quando è stata menzionata questa opzione, cosa hai pensato?

Sarei molto felice se si andasse in questa direzione. Alla fine, dopo Londra sarebbe la mia seconda partecipazione alle Olimpiadi su strada: è un onore ed è bellissimo. D’altra parte, sono consapevole del fatto che la mia medaglia può arrivare nell’omnium, quindi devo essere pronto al 100%, perché è lì che voglio ottenere di nuovo l’oro. È ovvio però che un’Olimpiade su strada merita rispetto, non parteciperei solo per partire. D’altronde è ovvio che se mi inserisco in una fuga di venti corridori alla partenza, non posso trovarmi nella situazione in cui dopo cinque ore si spegne la luce. Quindi è ovvio che la mia preparazione ne conterrà anche qualcuno sei, sei ore e mezza al giorno, perché so che una classica di 260 chilometri ha bisogno di quelle ore. Per il resto, comunque, il mio approccio avrà un lavoro specifico mirato alla pista. Sto già lavorando, questo è il primo blocco. Stiamo parlando di allenamenti ad alta intensità da 20 secondi, 30 secondi, un minuto, due minuti, tre minuti, che combinerò con le distanze. Comunque Faccio le mie 20-25 ore settimanali su strada, non sono bloccato in pista sette giorni su sette. Qui a Livigno passo 16 giorni e non scenderò mai a Montichiari.

La campagna del Nord si è conclusa e Viviani ora lavora in alta quota a Livigno
La campagna del Nord si è conclusa e Viviani ora lavora in alta quota a Livigno
Il programma prevede gare a tappe?

Senza la corsa su strada, dopo il Giro d’Ungheria avrei due mesi di lavoro al velodromo e arriverei alle Olimpiadi con tanta pista e solo allenamento su strada. Con una possibile gara su strada, è ovvio che il mio calendario dovrebbe cambiare. Sicuramente non farò il Tour, ma potrei aggiungerne uno tra il Delfinato e la Svizzera, o l’Austria. Devo guardare attentamente il calendario della squadra, per analizzare insieme a loro quali gare a tappe posso fare. La verità è che per una gara come questa ci vuole un approccio di qualità, quindi Delfinato o Svizzera. Anche se sono duri, probabilmente sono quelli che mi aiuterebbero a raggiungere la resistenza di cui ho bisogno.

Sarebbe utile saperlo al più presto?

A maggio farò sicuramente Ungheria e Norvegia. Poi mi unisco agli altri che arrivano dal Giro e facciamo il secondo blocco di dislivello. In quel periodo dobbiamo decidere, tra giugno e luglio, ma prima lo sappiamo meglio è. Penso che tutti, anche Amadio, aspettino che Benna abbia le idee più chiare sui tre nomi, per metterli in panchina e capire le possibilità che abbiamo. Questo è lo scenario e mi auguro che quando verrà presa una decisione venga anche comunicata, in modo che tutti ne siamo consapevoli.

Viviani ha già corso un’Olimpiade su strada, a Londra 2012, classificandosi al 38esimo posto
Viviani ha già corso un’Olimpiade su strada, a Londra 2012, classificandosi al 38esimo posto
Fare quella corsa di 273 chilometri prima delle ultime Olimpiadi su pista è un vantaggio o uno svantaggio?

Non credo possa essere funzionale in termini di resistenza. Potrebbe aiutarmi un Giro d’Italia, non una corsa di un giorno. D’altra parte, però, non credo che avrà un impatto sul mio percorso di pilota su pista. Ho i miei schemi. Devo arrivare all’8 agosto avendolo nelle gambe il lavoro che mi serve per quei tre tempi da 15 minuti delle prime tre prove dell’omnium e della mezz’ora della corsa a punti. Devo mantenere alto il livello di resistenza, perché è quello che permette a noi stradali di fare la differenza nella corsa a punti, come è successo a Tokyo. Avevo finito le medaglie, ma la corsa a punti me le ha rimesse al collo. Sono sicuro che arriverò all’8 agosto avendo fatto tutto il necessario per l’omnium. E fare la corsa su strada cinque giorni prima non mi creerà alcun problema.

 
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