La notizia sembra certa. A rivelarlo a ‘pochi eletti’ è stato lo stesso presidente della Federazione Marzio Innocenti. La comunicazione è stata fatta ieri a margine dell’incontro svoltosi a Cernusco sul Naviglio con il ministro Abodi per la visita al cantiere del nuovo campo da rugby. Un progetto finanziato con 3,35 milioni di euro dal Piano nazionale di ripresa e resilienza.
Marzio Innocenti, come avviene ormai da qualche mese, ha approfittato dell’impegno istituzionale per accompagnare una campagna elettorale. E così ha parlato con i rappresentanti di Cus Milano, Velate, Parabiago e lo stesso Cernusco ai quali avrebbe comunicato il blocco retrocessione in seconda ‘serie’ nazionale.
La notizia ha fatto il giro degli ‘ovalia’ in meno di 24 ore. Anticipando l’ordine del giorno di questa sera del Consiglio Federale previsto a breve. In sostanza, i consiglieri federali ratificheranno una decisione già presa dal leader assoluto. Marzio Innocenti, quindi, chiederà ancora una volta al Consiglio di non votare la sua decisione senza alcun confronto, discussione e condivisione. E tutti, o quasi, si inchineranno a capo chino davanti al Re!
Marzio Innocenti continua a dominare, irridendo l’organo amministrativo della Federazione. Lo fa con disprezzo per la sede democratica del rugby italiano, dove, va detto, comincia a mancare la dignità. Perché votare senza alcuna discussione, oppure farlo dopo una consultazione generale su WhatsApp (sappiamo bene che esiste una chat con tutto il Consiglio e una solo con i fedelissimi), equivale a mettere la propria dignità sotto i piedi.
Adesso in Consiglio non parla più nessuno, a parte i consiglieri di minoranza, e Luisi quando viene ‘autorizzato’ dal presidente. Solo lui parla, l’unico uomo al comando. Quello convinto di essere l’unico a poter ‘salvare’ il rugby italiano. L’unico però, a parte alcuni risultati di spesa della Nazionale degni dello sceicco del Qatar, sta portando questa federazione al collasso.
E ci sorprende che i Consiglieri non se ne siano ancora accorti. Soprattutto quelli ‘incollati’ alle poltrone (ogni riferimento è puramente intenzionale), quelli che promettono le Zebre a tutti i club italiani, convinti di poter spostare la franchigia autonomamente e senza l’autorizzazione dell’URC. Quelli che dicono in giro di aver già vinto le prossime elezioni, ma tradiscono nervosismo ogni volta che notano insofferenza da parte degli iscritti.
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