finita l’era Di Cintio, nuovo consiglio in ordine? – .

finita l’era Di Cintio, nuovo consiglio in ordine? – .
finita l’era Di Cintio, nuovo consiglio in ordine? – .

Lega ciclistica ha una nuova gestione. Questo è l’esito dell’Assemblea che si è tenuta il 29 aprile a Milano. Questa è già di per sé una novità, nonostante le modalità con cui si è arrivati ​​a queste nuove elezioni non facciano intravedere alcuna nuova vita per un’associazione rimasta passiva già troppo a lungo in passato.

SI CHIUDE L’ERA DI CINTIO – Il primo effetto di questo voto è la chiusura, dopo oltre 18 mesi, del commissariamento affidatoAvv. Cesare Di Cintio. Un commissariamento disposto dal Consiglio Federale per effetto della sentenza della Corte d’Appello che aveva dichiarato invalida l’elezione del consiglio presieduto da Mauro Vegni per incompatibilità con i vertici della Lega Ciclismo.

In questi 18 mesi il ciclismo professionistico italiano ha toccato il suo punto più basso arrivando alla cancellazione del Gara dell’Adriatica Ionica e Di Cintio ha collezionato una serie clamorosa di “fallimenti”.

Le mega-commissioni dell’avvocato. Di Cintio, scelto, nominato e lautamente pagato dalla FCI del Presidente Cordiano Dagnoni, verrà ricordato per gli annunci relativi alla partnership con NVP per la produzione televisiva delle gare italiane, durata poche settimane, e alla commercializzazione dei diritti televisivi delle gare ciclistiche in tutti i paesi del mondo e anche oltre confine. senza globo, però, alla propaganda sono seguiti fatti concreti.

Poi c’è il gran pasticcio nuovo statuto della Lega Ciclistica: proposto da Di Cintio dopo oltre un anno dall’inizio dell’incarico, respinto dall’assemblea dei soci e approvato con sostanziali modifiche che ne stravolsero completamente il significato, in un’assemblea riunitasi in due sedute distinte assestando a Di Cintio due potenti schiaffi stesso e al Presidente Dagnoni.

ELEZIONI VALIDE? – Per chiudere in bellezza l’incarico dell’avvocato. Cintio ha quindi il capolavoro dell’elezione del nuovo direttivo con una tornata elettorale che, definire al limite tutti i principi della democrazia, è usare un eufemismo.

L’avviso di convocazione del 29 aprile, pubblicato il 25 aprile (vedi foto di apertura) sul sito della Lega Ciclismo, infatti, non rispetta i tempi prescritti dal nuovo statuto. Di conseguenza, i termini per la presentazione delle candidature (almeno 10 giorni prima della riunione) non avrebbero potuto essere rispettati. Infine, c’è la questione dell’inammissibilità delle candidature (e delle successive elezioni) dell’ Giuseppe Saronniin qualità di delegato della FCI ma non socio della stessa, e dell’ex commissario nonché direttore autoproclamato del sito della Lega Ciclismo, Marcel Vulpis, in chiaro conflitto di interessi.

Una situazione che ha dato luogo, ancora una volta, ad uno Lega ciclistica debole, sotto il ricatto di un eventuale (e probabile) ulteriore ricorso alla Giustizia Sportiva. Insomma, non proprio il modo migliore per provare a riavviare (e possibilmente rilanciare) il ciclismo professionistico italiano.

 
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