“La mia Francia a casa a Parigi 2024 può arrivare fino in fondo” · Intervista esclusiva – .

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Da giocatore ad allenatore: la storia di Andrea Giani nella pallavolo

Per Giani è chiaro che alcuni allenatori non erano prima giocatori: sono aggressivi, non capiscono la tensione in campo. Quando era lui stesso un giocatore di pallavolo, non apprezzava per niente questo tipo di allenatore: “Una cosa che mi dava fastidio erano quegli allenatori che mi sgridavano durante la partita. Mi sono voltata davvero arrabbiata! Perché nessuno sbaglia di proposito. Spesso perdiamo lucidità, e se l’allenatore attacca il giocatore, quest’ultimo non la recupera, anzi, è un carico in più che lo appesantisce”.

La carriera di Giani è costellata di medaglie e trofei, anche se resta il rammarico per non essere mai riuscito ad ottenere quello più importante: Oro olimpico. La sua più grande delusione era Barcellona 1992.

“I Giochi sono i tornei più incredibili a cui abbia mai partecipato. Per ora ne ho vissuti cinque come giocatore e uno come assistente. Evidentemente a una squadra come l’Italia, che in vent’anni è sempre stata lì, al vertice, che ha vinto tutto, mancava quella ciliegina sulla torta che è l’oro olimpico. A Barcellona 1992 avevamo oggettivamente una squadra nettamente superiore alle altre, ma eravamo così sicuri di essere più forti che, tra la pressione dell’evento e il fatto che non stavamo giocando bene, non eravamo pronti alle difficoltà . Con una squadra così non prendevamo nemmeno una medaglia…”

Sempre ad Atlanta 1996, sotto la guida di Giulio Velascooggi allenatore della Nazionale italiana di pallavolo femminile, impegnata anche nella VNL 2024, l’Italia dei grandi Campioni non è riuscita a realizzare il sogno olimpico:

“Nel 1996 fu un peccato, ma perdemmo contro una grande squadra olandese – ricorda Giani -. Al tie break avevo una palla importante in attacco. Comunque sono contento dei Giochi degli Stati Uniti perché ho giocato veramente un super torneo”.

Come sottolinea Giani, le occasioni per il trionfo olimpico ci sono state diverse, ma purtroppo la storia ha voluto diversamente…

“Ma ci manca. Quando parlo dei Giochi Olimpici, Mi manca quest’oro. Non posso dirvi che sarebbe stato giusto vincerlo, perché nello sport vince chi in quel momento è più bravo. Ma per il percorso che abbiamo intrapreso, credo che, per una squadra come la nostra, manca un’acclamazione finale alla nostra carriera. Abbiamo avuto l’opportunità di vincere questo oro tante volte e ovviamente non l’abbiamo colta nel modo giusto. Abbiamo mangiato la torta tante volte e la torta non viene mai buttata via. Ma quella ciliegina lì qualche tempo fa, devo dire… Poi, gli atleti vengono ricordati per le Olimpiadi. Ma questa è la storia. Indietro non si torna, si metabolizza negli anni…

“Ci ho messo un po’, perché diciamo che dal 1996 poi si passa al 2000, al 2004… Sono periodi diversi, ma sono tre possibilità di vincere l’oro olimpico.

“Sono rimasto deluso a Sydney 2000 perché avevamo una squadra buona e competitiva. Secondo me il mio infortunio ha pesato sull’esito dei Giochi: siamo arrivati ​​terzi, perdendo solo una partita in tutto il torneo. Ero abituato a giocare le finali, avevo trent’anni, ancora nel bel mezzo della mia carriera. Sono rimasto deluso di non poterlo utilizzare. C’è poco da fare, vuoi giocare a quei giochi.

“Mentre ad Atene 2004, bellissimi Giochi, il Brasile era in una fase importante di crescita: non dico che ci hanno ‘asfaltato’, ma quasi… Il Brasile era più forte di noi, quindi abbiamo ottenuto il risultato che, secondo me, , era giusto per le forze delle squadre.”

La differenza più grande tra essere giocatore o allenatore per Giani è proprio questa”non puoi giocarti i momenti decisivi. Non puoi sempre vincere o perdere. Ma bisogna essere un po’ abituati a giocare le fasi finali di un set con vantaggi e spingere la propria squadra. È chiaro che l’allenamento non è mai la partita, ma puoi prepararti per quella parte della partita. Lo stato emotivo è difficile da cambiare, ma forse puoi creare momenti in cui i giocatori possano pensare un po’ più alla tecnica che alla tattica. Se alleni il tuo giocatore a spingere al 100%, spingerà al 100% anche in quel caso”.

Sulla Nazionale italiana di oggi Giani ha le idee chiare: “È un gruppo giovane, con talenti di primo livello, è una squadra che per i prossimi dieci anni saranno tra i migliori tre di ogni torneo. Ci sono sei top team: Italia, Francia, Stati Uniti d’America, Polonia, Slovenia, che organizza sempre super tornei. Il Brasile, anche se ha avuto difficoltà nel ricambio generazionale, trova comunque risultati. La pallavolo è uno sport che è cambiato molto negli ultimi dieci anni, ci sono 15 nazionali contro le quali se non giochi bene perdi. Tutto questo è molto stimolante: Mi diverto ancora molto.”

 
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