forse non è una grande idea – .

Nel gruppetto alle spalle di Soler, nella settima tappa del Delfinato verso Samoens 1600 e per la prima volta dalla fine del Giro, Lorenzo Fortunato ha avuto oggi sensazioni positive. Per questo si è trovato in fuga ed è per questo che conta di ritornare domani. Come Tiberi, i bolognesi sono arrivati ​​alla corsa francese sull’onda lunga del Giro d’Italia. Lo aveva nei piani e manteneva la parola data, ma non passava giorno senza che se ne rendesse conto Non è stata una grande idea. Ovviamente, se domani le cose dovessero andare particolarmente bene, la scelta del Delfinato sarebbe invece un vero colpo di genio.

Roglic nel ruolo di Pogacar

Quando Vlasov e Roglic dietro di lui lo affiancarono e lo catturarono, “Fortu” li ricompose per qualche istante e poi lasciò andare. Non aveva intenzione di dargli altri problemi, sapeva che per oggi il suo viaggio era finito.

«Quando mi hanno preso – sorride e spiega – ho visto che Ciccone era lì da solo. Siamo amici, quindi gli ho chiesto se aveva bisogno di qualcosa. Niente di più. Poi sono rimasto lì e ho visto che il ritmo non mi apparteneva, allora mi sono detto di pensare al domani e sono salito con calma, senza stress. Prima arrivavo, prima mi riprendevo, prima arrivavo all’autobus, prima facevo la doccia. Non pensavo di resistere, quando mi hanno preso mi sono alzato. Stanno correndo come gli Emirati Arabi Uniti”.

Il copione è lo stesso del Giro, cambia solo lo sloveno?

Esatto, sta correndo allo stesso modo. Oggi è stata dura tutta la giornata, non c’era un metro di terreno pianeggiante. Tutto su e giù, poi ho detto: “Sto scappando!”. Dopo gli ultimi 2-3 giorni del Giro non mi sentivo bene, non avevo buone sensazioni. Forse ho preso un virus e non sono più riuscita a essere me stessa. Fin dall’inizio avevo programmato il Delfinato ed eravamo indecisi se farlo o meno.

Ma hai deciso di sì.

Visto che poi correrò la Vuelta Burgos e poi la Vuelta, quindi dai primi di agosto in poi, abbiamo deciso di partire. Avrò tempo per riprendermi. Non ero stata bene fino ad oggi. Ho faticato molto ogni giorno, ieri sono andato in fuga e nella cronometro sono andato molto piano. Oggi però mi sentivo bene e ci ho provato. Si vede che per un po’ ho portato con me quello che avevo alla fine del Giro, oggi non c’è più.

Tiberi ha provato a partire al Delfinato, ma non è riuscito. Non siamo sorpresi che tu ti sia sentito male.

Quindi, questa è la mia opinione. Una volta era possibile fare un Grande Giro e sfruttare la condizione per fare subito un’altra gara. Ma prima non ci allenavamo come adesso. In questi giorni se ne parla tra noi. Adesso si lavora più al ritiro in quota che al Giro. E così quando vai a correre, raccogli i frutti del tuo lavoro. I Grandi Giri non vengono più utilizzati per gli allenamenti. A me è successo che ho fatto il Giro d’Italia e poi sono andato in Slovenia o all’Adriatica Ionica Race, dove il livello era un po’ più basso e mi sono salvato. Ma per come stanno le cose adesso, il Grand Tour deve essere l’ultimo atto di un viaggio iniziato prima proprio per questo.

La Slovenia, ma anche il Giro di Svizzera comincia dieci giorni dopo il Giro d’Italia: con il Delfinato non c’è nemmeno il tempo di tirare il fiato…

Non è stata una grande idea e se tornassi indietro forse farei altre scelte. Ma vale la pena provarci: finché non lo vedi con i tuoi occhi fai fatica a formarti un’opinione. È difficile perché il corpo è abituato a 21 giorni di lavoro, poi arrivi qui al Delfinato e fin dalla prima tappa ti ritrovi a soffrire. Ho tenuto duro perché Tejada era in classifica.

Com’è stato il primo Giro d’Italia di un World Tour?

Buon feedback, sono felice. Nei primi dieci giorni ho corso in appoggio a Lutsenko, ma comunque ad Oropa sono andato subito forte (4° al traguardo, ndr) e sono migliorato molto anche nella cronometro. Mi sono trovato bene con la squadra e siamo stati anche sfortunati perché su otto di noi alla partenza eravamo rimasti solo in quattro.

Dopo il Delfinato, Burgos e la Vuelta. E i campionati italiani?

Resisto fino a lì e Correrò per Velasco, così potrò tenere la maglia tricolore. Ma ci sono anche Scaroni e Ballerini: tutti corridori con più possibilità di me. Poi mi fermo e riprendo, visto che tra due mesi correrò tanto. Quest’anno ho fatto solo gare WorldTour, ci sono un po’ abituato, ma d’altra parte è sempre difficile ottenere risultati. Ho fatto la Tirreno, la Catalunya, il Giro, il Dauphiné e farò la Vuelta. Questo è un grande ciclismo e devi competere con i campioni.

Evenepoel ha testato dopo l’arrivo: sapeva di dover lavorare ancora e di avere 3 settimane davanti a sé
Evenepoel ha testato dopo l’arrivo: sapeva di dover lavorare ancora e di avere 3 settimane davanti a sé
Domani rivedremo Fortunato all’attacco?

Se mi sento bene ci provo, non ho niente da perdere. Anche oggi ho provato a riprendermi più tardi e sono scattato nella scia di Soler. Sapevo che sarebbero arrivati ​​quindi ho dato il massimo. E se si aprissero dietro? Ho dato tutto, ma dietro di loro hanno fatto i primi 4-5 chilometri velocissimi e mi si è spenta la luce. Siamo andati forte tutto il giorno e ho raggiunto la vetta insieme allo stesso Soler.

Che sensazioni ti danno i Tour leader?

Roglic è forte. Quando mi hanno preso, Vlasov era davanti e tirava forte. Ci sono abbastanza abituato, visto che ho corso con Pogacar e Primoz si muove sulla stessa linea. Remco cresce. Non posso dire come si comporta con il peso, ma ha molta potenza, ha sempre molta forza. Ho fiducia con lui, è tranquillo, un bravo ragazzo, molto attento a tutto. E sono convinto che sarà forte al Tour. Ma ora si è ripreso, stasera faremo una bella cena e ci riproverò domani. Non si sa mai che alla fine mi sbloccherò…

 
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