il giovane spagnolo che ha sorpreso gli Emirati Arabi Uniti – .

FORLIMPOPOLI – Sul bus Gen Z dell’UAE Emirates, scherzando con Giacomo Notari, l’allenatore dei ragazzi, si diceva che il Giro Next Gen di Pablo Torres rischiasse di essere messo in ombra vista la bravura di Widar. Sono state loro due, Torres e Widar, ad animare dall’inizio alla fine la gara femminile under 23. Entrambi nati nel 2005, forti e coraggiosisono accomunati dai grandi talenti e dalla giovane età.

Un netto miglioramento

Se la grana del campione si è vista in Widar anche dalla categoria juniores, lo stesso non si può dire per Torres. Tante le corse a tappe, ma tutte in Spagna, fatta eccezione per una mordi e fuggi in Francia e Italia. Il secondo posto è ancora più sorprendente se lo confrontiamo con i risultati passati. Torres ha vinto molto gareggiando nelle competizioni nazionali, ma quando si è spostato a livello internazionale i risultati non sono stati gli stessi.

«È stata una gara molto dura fin dall’inizio – racconta mentre si riscalda con una giacca rinfrescante all’ombra del pullman – con un ritmo elevato. Quando sono arrivato qui i primi giorni non sapevo quale sarebbe stato il mio livello. Mi stavo allenando molto bene in quota, ma non sapevo come sarebbero stati i miei rivali. Ma fin dalle prime fasi ho avuto ottime sensazioni e ho finito per lottare per il secondo posto”.

Pablo Torres ha corso per una squadra di club spagnola da junior prima di trasferirsi nella Gen Z degli Emirati Arabi Uniti
Pablo Torres ha corso per una squadra di club spagnola da junior prima di trasferirsi nella Gen Z degli Emirati Arabi Uniti
Come ti sei avvicinato al ciclismo?

Quando ero piccolo guardavo il Tour de France e la Vuelta con i miei nonni. Era un bell’intrattenimento, mi piaceva, ma rimaneva quasi un passatempo. Non mi ero ancora allenato, giocavo a calcio, poi un dolore al ginocchio mi ha portato ad usare la bici. Ho amato subito il ciclismo, e da lì a poco è diventato un impegno sempre più serio.

Sei alla UAE Emirates Gen Z, come ti trovi?

La squadra è una meraviglia, la migliore al mondo. Sono super felice per l’opportunità che mi hanno dato e sto lavorando per sfruttarla al meglio e impara tutto quello che puoi.

In questo breve periodo hai già gareggiato con i professionisti, cosa puoi dirci?

Il ritmo è davvero veloce ma avevo tanta determinazione e tanta voglia di dare il massimo per la squadra. Imparando dai più grandi che mi hanno insegnato tanto in quelle esperienze.

Pablo Torres in azione al Giro d’Abruzzo dove ha lavorato molto bene per Adam Yates
Pablo Torres in azione al Giro d’Abruzzo dove ha lavorato molto bene per Adam Yates
Stai accumulando molta esperienza internazionale e buoni risultati…

Credo che le motivazioni, correndo in una squadra del genere, cambino molto. Esiste un altro modo di correre, di vedere la corsa. L’anno scorso non ho avuto la possibilità di fare molte gare fuori dalla Spagna, posso dire che c’è un ritmo molto diverso. È difficile, in queste categorie, conoscere i propri rivali, cosa che si nota molto in gara. C’è meno tattica.

Il Giro Next Gen è stata la seconda corsa a tappe di otto giorni, come l’hai trovata?

Mi piace, penso che alla fine tenere un ritmo più alto per molto tempo mi dia dei benefici. Sono un corridore che dà il meglio di sé negli sforzi sulla lunga distanza e questo tipo di competizione mi si addice meglio.

Sei migliorato molto in salita, come ti sei allenato?

In inverno ho lavorato molto con lo staff durante il ritiro e anche durante la stagione. Devo dire che ottenere questi buoni risultati dà molto morale per il futuro. Quindi spero di continuare con questa motivazione.

Da sinistra: Giacomo Notari (allenatore della Gen Z) Pablo Torres e Matxin (responsabile anche del progetto giovani)
Da sinistra: Giacomo Notari (allenatore della Gen Z) Pablo Torres e Matxin (responsabile anche del progetto giovani)

Le parole di Notari

Parte del merito della rapida crescita di Pablo Torres va a Giacomo Notari. L’allenatore che da quest’anno lo segue nel progetto giovani degli Emirati Arabi Uniti.

«All’inizio lo conoscevamo poco – spiega coach Notari – anche perché da junior aveva fatto poco. Ma è il ragazzo che tutti vorrebbero allenare, parla poco e fa i fatti. Abbiamo notato subito che aveva dei buoni numeri durante tutto l’allenamento. Nei test svolti in ritiro prima del Sestriere avevamo visto dei buoni numeri, ma non aveva mai corso per così tanti giorni. Nella tappa delle Fosse ha fatto gli ultimi 28 minuti di salita a 6 watt al chilo. Con noi deve imparare l’atteggiamento mentale per vincere e capire come farlo. E sarà qui per essere competitivo anche nel 2025”.

 
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