La “Bassa Pasqua” porta a Peppino e Caterina la morte del figlio. E a noi? Il voto di giugno – .

La “Bassa Pasqua” porta a Peppino e Caterina la morte del figlio. E a noi? Il voto di giugno – .
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Ivecchi dice che la Pasqua bassa (22 marzo – 2 aprile) porta guerra e sfortuna. Festeggiamo in tono basso… non lascia in pace. Il parroco e il vescovo non ne vogliono sentire parlare: la Pasqua è sempre tempo di Resurrezione e di gioia.

Ma a Caterina è a Peppino la bassa Pasqua del ’43 gli portò via il figlio Pinuccio. Sciolto dopo l’armistizio dell’8 settembre, ucciso dai tedeschi a pochi chilometri dal mare e dalla sua abitazione, in basso Tavoliere. Fu suo padre a ritrovarlo dopo aver ascoltato un soldato italiano che raccontava dei suoi compagni che erano fuggiti con lui e dei quali si erano perse le tracce (uno di lui era di quelle parti). Peppino va a cercare e lo vede”sdraiato con le mani incrociate sulla pancia come se si tenesse lo stomaco. Il suo volto sprofondò nella terra”. Resta”pietrificato come le pietre che furono il letto di suo figlio”. Anche lui si sdraia sulle pietre”come quando ha accolto nel suo lettino il suo bambino”. Spera che un soldato spari anche a lui. Ha nostalgia del buio, gli dà fastidio il sole, che entra ed esce dalle nuvole.

Una pietà michelangiolesca con il padre invece che con la madre. E parla con suo figlio, pensa alle lettere che avrebbe voluto scrivergli. Fagli sapere tutte le cose che non gli ha detto. In tre anni solo quattro lettere. Né lui né suo figlio sapevano leggere o scrivere. “Il silenzio lega un padre a suo figlio più delle parole… I padri non parlano mai ai figli, le madri parlano… danno voce anche al padre”. Così avveniva nel mondo contadino. Un mondo di gesti, sguardi, attese, silenzi.

Pinuccio ora è sdraiato in camera da letto. Vestito tutto di nero, con cravatta nera e camicia bianca con il colletto floscio. Il suo vestito è quello di suo padre, indossato per il matrimonio.

Dio non sa cosa significhi perdere un figlio, nel pieno della vita. Sì, lo so – si dice Peppino – anche lui lo perse, ma suo figlio fu resuscitato. Pinuccio non risorgerà, è una favola per poveri sulla resurrezione della carne e sulla vita eterna…”. “Pasqua bassa” è un romanzo di Antonio Del Giudice di qualche anno fa.

Anche nello straziante “lamento” del Iacopone da Todi, Maria non pensa alla vita eterna, e quando vede Gesù in croce si precipita gridando che vuole morire abbracciando suo figlio. Là Passione di Maria sotto la Croce è una delle scene più drammatiche del “Mistero divertente” di Dario Fo, che raccoglie rappresentazioni popolari medievali. Maria arriva trafelata, grida, si dispera. Gesù le chiede di andare via, gli fa male vederla. “Non scacciarmi, Gesù! Voglio morire, Gesù!… Soffocami e seppelliscimi in un sepolcro, sola tra le braccia di mio figlio! …” Poi vede Gabrielel’angelo dell’annunciazione: “Gabriele, Gabriele… Torna al tuo bel cielo gioioso… Non ci sei abituato, Gabriele. Nel Paradiso non ci sono rumori, lacrime, guerre, prigioni, impiccati, donne violentate. Non c’è fame, non c’è carestia, non ci sono bambini senza sorrisi, non ci sono madri sopraffatte dal dolore… Vai via Gabriele…”. Maria sotto la Croce è stata raccontata innumerevoli volte nella pittura, nella scultura, nella letteratura, nelle prediche… Ma di Lei parla solo il Vangelo di Giovanni, per Matteo, Luca e Marco Maria non è sotto la Croce.

La morte di Pinuccio ha tolto le forze a Peppino… Ricorda sempre l’incontro con il soldato, le quattro ore di viaggio, se fosse arrivato prima… Maledice i fascisti, la guerra… Andrà a Roma per uccidere Mussolini. Poi non parla più. Il dottore dice che passerà. Caterina si prende cura di lui e dell’altra figlia Rita, va a lavorare in campagna… è stremata e resiste. Erano stati sereni insieme, due bambini nati sani e belli, due non ancora nati, il resto è il mistero di una vita, di sostegno reciproco, di pensieri mai detti… sente di amare fino al limite quell’uomo. Un giorno il medico nota: infarto in una persona sana.

Poi ritorna la primavera, la guerra finisce, la comunità riprende la vita,
ritornano i veterani, e noi andiamo in pellegrinaggio da Padre Pio…

Nessuno di noi crede nella Pasqua bassa. Ma che significato hanno per noi questi giorni? Una settimana in cui c’è tutto: apoteosi, persecuzione, tradimento, codardia, pubblica gogna, crocifissione… dignità, paura, solitudine, umiltà, amore, perdono… infine la risurrezione. Un amico di Foggia mi ha mandato un messaggio di auguri: “rigenerarci, risorgere… è la speranza di ogni Pasqua. Manfredonia risorge! Un bell’invito. Il guaio è che non sappiamo più distinguere il bene dal male… Il bene è noioso, è fatto di gesti e azioni quotidiane… la legalità è noiosa… La democrazia è stancante. Hai bisogno di eventi, momenti e cose appariscenti… Ricorderete un filosofo francese: “L’uomo è fatto a immagine di Dio”. Dio è un creatore e anche l’uomo lo è, nell’arte, nell’amore, nella rivoluzione… Può cambiare e rigenerarsi’. Era il ’68 e quelle parole erano bellissime. Purtroppo l’uomo vuole imitare la creazione di Dio, ma è grande solo nel male, nella distruzione. Manfredonia risorge! Buona Pasqua”.

 
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