Singapore, un’altra condanna a morte per traffico di cannabis – .

Singapore, un’altra condanna a morte per traffico di cannabis – .
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In una drammatica svolta degli eventi, un ex agente immobiliare è stato condannato alla pena di morte obbligatoria a Singapore per traffico di cannabis. Il giudice See Kee Oon della 2ª Divisione d’appello ha emesso la sentenza contro Seet Poh Jing, ritenendolo colpevole di possesso di non meno di 4509,2 g di cannabis a scopo di spaccio.

Arrestato il 28 giugno 2018, Seet è stato trovato con cinque blocchi di materiale vegetale nel suo veicolo, successivamente identificati come cannabis attraverso l’analisi dell’Ufficio Centrale Narcotici (CNB). L’accusa era supportata da prove che includevano annunci pubblicitari inviati da Seet per la vendita della sostanza, descrivendo la cannabis come “erba”.

Difeso dagli avvocati di Andre Jumabhoy LLC e Sterling Law Corporation, Seet ha sostenuto che il suo obiettivo era utilizzare i farmaci per la ricerca, piuttosto che per il traffico. La difesa ha presentato argomenti a sostegno della passione di Seet per la cannabis, compreso il suo interesse per la coltivazione e i potenziali usi del cannabidiolo, un ingrediente derivato dalla cannabis. Secondo gli avvocati, Seet aveva addirittura esplorato l’idea di avviare un’attività legata alla cannabis a partire da marzo 2018.

La difesa ha anche citato una perizia psichiatrica in cui si affermava che Seet aveva sofferto di un “episodio ipomaniacale indotto da farmaci”, che avrebbe influenzato il suo comportamento impulsivo e sconsiderato.

Tuttavia, l’accusa ha respinto queste affermazioni come semplici ripensamenti e incoerenti con le altre prove presentate. Inoltre, è stato sostenuto che Seet non soddisfaceva i criteri diagnostici per un disturbo ipomaniacale indotto da sostanze.

Il giudice See Kee Oon ha respinto la difesa di Seet, descrivendo la tesi di ricerca come un “ripensamento inventato”. Ha sottolineato l’assenza di qualsiasi menzione della ricerca nelle dichiarazioni di Seet subito dopo l’arresto e ha evidenziato incongruenze nelle sue dichiarazioni successive, che non facevano menzione della ricerca ma piuttosto delineavano una strategia di prezzo per la vendita del piatto.

In conclusione, il giudice ha osservato che, nonostante le dichiarazioni entusiastiche di Seet riguardo ad una presunta impresa di ricerca e sviluppo, egli non possedeva il know-how necessario e non aveva intenzione di estrarre il cannabidiolo. La sentenza evidenzia le dure leggi antidroga di Singapore e funge da monito per coloro che potrebbero prendere in considerazione il traffico di sostanze illegali nel paese.

Fonte: Yahoo News

 
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