un colibrì che si prende cura della foresta – .

«Il primo ricordo che ho da bambino è piantare tulipani nel terreno davanti a casa. Me lo ha insegnato prima mia nonna, perché era l’attività più semplice con cui iniziare, e poi ho imparato a realizzare le piantine di geranio. Ho sempre amato la natura e la terra in modo particolare.”

Miranda Tomatis è una delle Dieci Donne che Salvano la Terra, il progetto di Slow Food Italia che vuole dare valore e voce alle donne piemontesi che – spesso nell’ombra – lavorano per tutelare la terra, produrre cibo buono, pulito e giusto, e cambiare il futuro.

Miranda ha 68 anni, è castanicoltrice e fa parte della comunità Slow Food dei custodi dei castagneti delle Alpi Liguri. Ha ereditato il bosco più antico dalla nonna paterna e il secondo dal padre, due figure che hanno avuto un ruolo fondamentale nella sua vita e che le hanno trasmesso la passione e la cura per questi maestosi alberi. Ha acquistato il suo terzo castagneto, il più giovane, solo due anni fa insieme al marito.

«Mia nonna rimase vedova giovanissima con quattro figli a carico, il maggiore era mio padre, il più piccolo aveva appena due anni. Non avevano molte risorse, ma in autunno salivano in montagna e riuscivano ad arrangiarsi. Tutti contribuivano, anche i bambini: una volta in autunno prima raccoglievano le castagne e poi andavano a scuola”.

Dalla nonna e dal padre Miranda ha imparato la dedizione, il sacrificio, il rispetto per la natura e l’amore per la foresta. “Se mai ce la farò, terrò questo posto”, ripeteva a se stessa fin da piccola, e così è stato. Perché il bosco, infatti, non l’ha mai abbandonata e così negli anni questo luogo è diventato il suo punto fisso, capace di restituirle protezione, pace e sicurezza, anche nei momenti più difficili della sua vita.

«Quando eravamo bambini, andavamo a messa la domenica presto, alle sei del mattino. Mio padre poi ci portava nel bosco a raccogliere le castagne, oppure d’estate andavamo a raccogliere i funghi, e che divertimento! Lui, che di mestiere faceva il fabbro, dopo una giornata passata a battere sull’incudine mi disse: “Io riposo la testa nel bosco”. Sono cose che restano impresse. E come posso non appassionarmi al mio castagneto?

Miranda ha studiato, poi ha iniziato a lavorare e ha messo su famiglia. Ma non c’è fine settimana che non abbia trascorso nella sua foresta per prendersene cura e mantenerla pulita. Insieme al figlio apre un forno per la cottura delle nocciole in guscio in un piccolo paese della provincia di Cuneo, Nucetto. Grazie ai suoi insegnamenti il ​​figlio apprese l’arte della cura delle farine e degli impasti e fu uno dei primi nella zona a riscoprire il lievito madre. Oggi gira il mondo come formatore, mentre Miranda, in pensione, può dedicarsi a tempo pieno ai suoi castagneti: «quando sono nel bosco non torno nemmeno a casa la sera».

Difficoltà e inciampi non mancarono nella sua vita. Ma di fronte a chi, soprattutto all’inizio, dubitava che una donna potesse svolgere questo mestiere, Miranda ha risposto con la tenacia della nonna e la resistenza del castagno. «Mantenere pulita una porzione di mondo era per me fondamentale. Quindi ho sempre pensato di fare la mia piccola parte, come quella del colibrì”.

Il futuro per Miranda è vedere il suo nuovo castagneto entrare a pieno regime “nonostante abbia commesso la follia di acquistarlo a 68”. Sogna che un giorno i giovani possano appassionarsi alla coltivazione della castagna e possano trarre nuove opportunità da questo antico mestiere, ad esempio attraverso il turismo. Perché senza radici non c’è futuro: come un castagno, che, ben saldo a terra, si ramifica verso il cielo. Miranda ha estrema fiducia nel futuro, in un domani che passa necessariamente attraverso il rispetto dell’ambiente e della terra. «Dobbiamo incoraggiare i giovani, credere in loro e aiutarli affinché possano scegliere di tornare a fare l’agricoltura e a prendersi cura della terra, che è la nostra prima casa. In effetti, il ruolo dell’agricoltore dovrebbe essere riconosciuto socialmente: è lui che ci nutre! – e semplificare l’accesso alla terra e al credito, perché i giovani sono il nostro futuro. L’abbandono delle terre, delle foreste, è il problema più grande”.

Per questo, insieme alla Comunità Slow Food dei custodi dei castagneti delle Alpi Liguri, Miranda è presente e attiva nell’organizzazione di eventi e attività didattiche con gli alunni delle scuole dell’infanzia e primarie. Il gruppo è nato a dicembre 2019 e si impegna a promuovere la conoscenza del territorio e la cura dei castagneti. «Quando ho sentito parlare di Slow Food avevo ancora il forno. Poi la mia strada ha incrociato nuovamente quella dell’associazione in occasione di uno dei primi incontri del gruppo castanicoltori. Ad iniziare eravamo in sei, ora abbiamo 150 iscritti! Ci incontriamo, organizziamo passeggiate nei boschi, interventi nelle scuole, sensibilizziamo i cittadini. E negli ultimi anni ci sono alcune foreste più pulite!


Dieci donne che salvano la terra

Slow Food Italia – con il patrocinio e il contributo della Regione Piemonte – ha lanciato l’iniziativa Donne che salvano la terra per dare valore e voce alle donne piemontesi che, spesso nell’ombra, lavorano per tutelare la terra, produrre cibo buono, pulito e giusto , cambiando il futuro. Donne che possono diventare fonte di ispirazione per ragazze e ragazzi che stanno completando il loro percorso di formazione scolastica e personale. Per scoprirli e raccontarli, Slow Food ha chiesto ai suoi soci e sostenitori, appassionati gastronomi, attivisti per le questioni ambientali e operatori della società civile, giornalisti e blogger, di attivarsi e nominare la propria “donna che salva la terra”. Al termine della fase di candidatura, una commissione ha selezionato 10 donne, impegnandosi a diffondere le loro storie attraverso i canali di Slow Food Italia per mostrare con orgoglio il lavoro che svolgono ogni giorno.

Scopri le loro dieci storie grazie a:

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