parte la campagna di raccolta fondi per riportare la salma in Italia – .

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È partita ieri una raccolta fondi per sostenere la restituzione della salma a Giulianova, in provincia di Teramo Romolo Algeni. Gli amici lo hanno definito: “L’ultimo gesto di amicizia per Pepito, il più significativo”. È possibile donare per sostenere finanziariamente il ritorno della salma di Romolo “Pepito” Algeni a Giulianova. Il sommelier e ristoratore, originario di Giulianova e da anni trasferitosi a New York, è morto improvvisamente la scorsa settimana a soli 65 anni. La polizia lo aveva trovato morto nel bagno di casa: erano stati allertati dai colleghi di lavoro del ristorante di Paola che non avevano sue notizie da due giorni e lui non si era presentato al ristorante. A quel punto lo hanno chiamato, ma il suo cellulare è rimasto muto così hanno informato i carabinieri che, per entrare in casa, poiché Pepito viveva da solo, dovevano sfondare la porta.

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Pepito Algeni, riconoscimento del corpo

Formalizzata l’identificazione della salma. I parenti non hanno potuto allontanarsi e hanno delegato i colleghi del ristoratore a compiere questa triste operazione. Sul certificato di morte c’è scritto: morte per cause naturali. Lo si è capito subito è stato un ictus o un infarto a uccidere Pepito tenuto conto che la sua caduta nel bagno non aveva provocato lesioni né al corpo né alla testa. Ora si è appreso che solo un anno fa Romolo aveva avuto problemi di salute ed era stato ricoverato in un ospedale di New York: qualcosa non andava e potrebbe essere divampato provocandone la morte improvvisa.

Quanto alla raccolta, gli amici hanno spiegato che «l’abbonamento è stato fatto d’accordo con la famiglia ed è un gesto di amicizia che vuole esprimere tutto l’affetto che ci legava a lui. È soprattutto il modo più bello per ricordare Pepito e onorare la sua memoria. Ha portato il nome di Giulianova negli Stati Uniti e lo ha fatto mantenendo un forte legame con la città e con i tanti che lo amavano. Eravamo certi che lo avremmo salutato e abbracciato a Giulianova, sano e gioviale come sempre. Tuttavia, il destino aveva piani diversi. Contribuire oggi, anche con poco, alle spese del suo ritorno, farà sì che Pepito possa riposare nella città che amava. Ed è un gesto, forse il più significativo, per ricambiare l’umanità, l’amicizia, la simpatia, che non ha mai smesso di donare a Giulianova e alla gente giuliano».

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Cremazione

Al momento la scelta ricadrebbe su quella della cremazione e della restituzione delle ceneri in patria, operazione considerata decisamente meno costosa rispetto alla restituzione della bara. Nei prossimi giorni verrà presa la decisione definitiva.

Come ultimo omaggio, si è preso cura anche di lui “Gamberi rossi” che lo descrive così: «Da buon ristoratore sapeva coccolare alla perfezione il cliente e leggere molto bene chi aveva di fronte. Faceva viaggiare i suoi commensali nei luoghi più belli d’Italia con disinvoltura, correndo in un servizio che era una macchina perfetta. Un malore si è portato via una delle personalità più note della ristorazione italiana nella Grande Mela. Romolo, detto Pepito, era il gestore del Ristorante da Paola.” Poi l’articolo cita le parole di Pepito: «A New York il cameriere non è mai lasciato solo, il servizio è la cosa più importante per un americano. Acqua, pane, vino: il cliente non deve chiedere”. Così come ha sempre invitato a valutare i ristoranti in base a due dettagli: la porta e il bagno. «Dobbiamo lavorare sempre per la soddisfazione del cliente, in sala e in cucina. A volte lo dimentichiamo”.

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Il Messaggero

 
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