“Portaci a casa.” Hamas mostra in un video l’agonia degli ostaggi – .

“Portaci a casa.” Hamas mostra in un video l’agonia degli ostaggi – .
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Dopo mesi di silenzio, Hamas ha riportato in vita il suo gioco perverso sulla pelle di ostaggi israeliani. I terroristi hanno diffuso un nuovo video della durata di circa tre minuti in cui Hersh Goldberg-Polin, un 23enne con doppia cittadinanza israeliana e americana, viene visto rapito durante l’attacco al “Festival Supernova” del 7 ottobre.

Il giovane ha l’amputazione dell’arto superiore sinistro, a causa di granate gettato dagli uomini dell’organizzazione palestinese nel rifugio dove aveva trovato rifugio insieme ad altri ragazzi. Era già apparso in un video diffuso dopo l’aggressione, in cui veniva visto portato via con in mano il moncone. Nel nuovo video l’ostaggio si presenta e afferma che, il giorno degli attentati che hanno dato inizio alla guerra, “non c’era nessuno a proteggerci”. “Benjamin Netanyahu e il suo governo dovrebbe vergognarsi”, aggiunge Hersh. “Perché ci hai trascurato insieme a migliaia di altri cittadini. Dovresti vergognarti perché ci hai quasi abbandonato 200 giorni e tutti gli sforzi dell’esercito fallirono”. I dati forniti dal giovane fanno pensare che il film sia stato girato di recente, anche se non è datato.

Hersh Goldberg-Polin sostiene inoltre che i bombardamenti dell’aeronautica israeliana abbiano ucciso “70 altri ostaggi”, lo stesso dato fornito da Hamas, e punta il dito contro l’esecutivo di emergenza di Tel Aviv per aver respinto tutte le bozze di accordo presentata dai terroristi per una tregua in cambio del rilascio dei prigionieri. “Fai quello che ci si aspetta da te e portaci a casa”, aggiunge il 23enne. “O tutto questo è diventato troppo grande per te? È giunto il momento di cedere le redini del governotogliete i ministri e restate nelle vostre case”.

Il video è l’ennesimo tentativo di Hamas di trarre profitto proteste sempre più frequenti contro il primo ministro Netanyahu, accusato di voler restare al potere grazie alla guerra e di non fare abbastanza per garantire il ritorno in Israele delle persone ancora detenute dai terroristi nella Striscia. Una vera campagna guerra psicologicaquesta, con la quale l’organizzazione palestinese intende destabilizzare lo Stato ebraico e fare pressioni sul governo per spingerlo ad accettare un cessate il fuoco.

IL negoziati mediati dal Qatar, Egitto e Stati Uniti sono infatti una cosa sola punto morto e l’IDF si prepara ad avviare le operazioni a Rafah, ultimo bastione del gruppo islamico nella Striscia.

Per Hamas e i suoi alleati, quindi, l’unica speranza di sopravvivenza è legata alla possibilità di riuscire a spostare la popolazione ebraica in misura tale da costringere l’esecutivo ad ammorbidire le sue posizioni e a sottomettersi a un accordo che consenta ai terroristi di riorganizzare le loro forze e prepararsi nel miglior modo possibile all’offensiva delle forze di Tel Aviv.

 
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