raccolta e gestione dati, privacy e normative, quale futuro ci aspetta? – .

Partendo dal dibattito sull’Intelligenza Artificiale, senza entrare nel merito di quanto sia “intelligente” (una riflessione che ci porterebbe fuori strada e che lasciamo volentieri a filosofi e sociologi), una cosa è certa: per funzionare, gli algoritmi devono” si nutrono” di dati, tanti dati. Sì, ma da dove arriva tutta questa massa di informazioni, come viene gestita e soprattutto che tipo di impatto avrà sulla comunità?

Approfondiamo l’argomento con Luigi Todaro, avvocato specializzato in diritto delle nuove tecnologie presso lo studio legale LegalWeb.Digital.

Raccolta e gestione dei dati

Louis: L’intelligenza artificiale richiede l’accesso a una grande quantità di dati per funzionare in modo efficace. Questi dati provengono dalle interazioni quotidiane degli utenti con vari dispositivi tecnologici e piattaforme online. Amazon monitora le nostre preferenze anche quando non completiamo un acquisto. Google registra le nostre ricerche su Internet (abitudini, gusti, interessi, bisogni…). I social network tracciano le nostre relazioni sociali in base alle interazioni con altri profili. Gli operatori di telefonia mobile sanno con chi stiamo parlando, ma anche dove siamo e chi si trova nelle vicinanze. In breve, lasciamo impronte elettroniche ovunque.
Ecco da dove proviene questa marea crescente di dati.
La raccolta e la gestione di questi dati solleva notevoli problemi di privacy. Quanti utenti sono consapevoli? Cosa succede se le informazioni personali vengono utilizzate per dedurre ulteriori dettagli privati? E se questi influenzano decisioni e comportamenti, spesso più a vantaggio degli enti commerciali che a vantaggio dei singoli individui.

Alessandro: Nel contesto del marketing digitale, la raccolta e la gestione dei dati dovrebbero essere sempre guidate da un approccio di trasparenza e consenso informato. Penso all’accettazione dei cookie, quanti sanno effettivamente di cosa si tratta? A cosa servono?
In sostanza, il livello di alfabetizzazione digitale dovrebbe essere innalzato. Forse questa è l’ultima possibilità che abbiamo. Tra qualche anno non saremo più in tempo.
Passando alla legislazione, le leggi ci sarebbero, ma quanti effettivamente le rispettano?
Penso al “Registro pubblico delle opposizioni”, ci siamo iscritti tutti, credo. Eppure le telefonate spam sono effettivamente aumentate. Chi controlla? Chi sanziona? Perché non funziona?

Impatto delle tecnologie sulla privacy e sui diritti

Louis: L’avvento di Internet ha segnato un cambiamento significativo nel modo in cui i dati personali vengono raccolti e diffusi, portando alla necessità di rivedere e aggiornare le leggi sulla privacy. Questo nuovo ambiente digitale consente una diffusione quasi istantanea e globale dei dati, il che complica enormemente la regolamentazione e il controllo della privacy. Il diritto alla privacy è stato completamente ridefinito nell’era digitale, con crescente difficoltà nel controllare il flusso infinito di dati che circolano su Internet. Ciò rappresenta una sfida sia per le persone che cercano di proteggere la propria privacy sia per i legislatori che devono creare normative efficaci in un ambiente in rapida evoluzione.

Alessandro: L’utilizzo dei dati per personalizzare l’esperienza degli utenti è un’arma a doppio taglio. Da un lato, la personalizzazione può aumentare significativamente l’efficacia delle campagne di marketing, migliorando il coinvolgimento e la conversione. D’altra parte, può sollevare problemi di privacy se non gestito correttamente.
Tutti usiamo Netflix, seguendo i suoi consigli su film e serie da guardare, ascoltiamo Spotify e le playlist suggerite, guardiamo i video “Per te” di TikTok. Amazon ci segnala i prodotti che “potrebbero piacerci” o il rifornimento di quelli che stanno finendo. I sistemi di navigazione satellitare ci fanno risparmiare tempo guidandoci su percorsi alternativi quando c’è traffico.
Eppure… eppure tutti ricordiamo le critiche rivolte all’App “IO” (App interamente di proprietà del Ministero delle Finanze) in tempi di Covid: “Non voglio rinunciare ai miei dati!”. Infatti è molto meglio regalarli ad un privato (americano, cinese, svedese). Non lo so…!!! Anche qui si torna a parlare di consapevolezza e della necessità di una maggiore cultura digitale.

Norme e regolamenti

Louis: Solitamente i soggetti coinvolti nella privacy sono tre: il titolare dei dati, la persona che riceve il consenso al trattamento e il terzo che riceverà i dati. Ognuna di queste tre parti ha un ruolo, diritti e doveri ben definiti. Tuttavia, il sistema attualmente non prevede la presenza di un dispositivo “senziente” in possesso dei dati personali di un utente. Allora come dovrebbe essere inquadrato questo nuovo dispositivo? E come dovrebbe essere regolamentato?
Inoltre, per quanto riguarda le finalità del trattamento, nella privacy policy, le finalità per le quali i dati sono raccolti e trattati non possono essere modificate senza richiedere nuovamente il consenso agli interessati. Tuttavia, un computer dotato di intelligenza artificiale potrebbe modificare autonomamente questi scopi.
E infine la sicurezza dei dati, che rappresenta l’ambito di maggiore preoccupazione nella combinazione tra privacy e intelligenza artificiale. Tutti i sistemi informatici e quindi anche gli algoritmi di intelligenza artificiale possono essere violati. Vulnerabilità e attacchi informatici possono compromettere la sicurezza e la privacy dei dati. È essenziale adottare misure efficaci per proteggere i dati sensibili e prevenire abusi da parte di terzi malintenzionati.

Alessandro: Nell’ambiente digitale, dove le normative sono costantemente aggiornate, le aziende devono rimanere agili e informate sui cambiamenti legislativi. Un approccio proattivo alla conformità normativa non solo aiuta a evitare sanzioni, ma può anche diventare un vantaggio competitivo.
La sensazione, però, è che si ripeta quanto accade nello sport con la lotta all’antidoping, costretto a rincorrere freneticamente la proliferazione e la diffusione di nuove sostanze “dopanti”.

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