La festa nel rione Sant’Andrea, musica e dolci per i cento anni della comunità • Il Goriziano – .

La festa nel rione Sant’Andrea, musica e dolci per i cento anni della comunità • Il Goriziano – .
La festa nel rione Sant’Andrea, musica e dolci per i cento anni della comunità • Il Goriziano – .

Era il 1924 quando Sant’Andrea-Štandrež divenne una parrocchia separata, poco dopo la ricostruzione della chiesa stessa distrutta dalla Grande Guerra. Appena tre anni dopo, la zona passerà amministrativamente sotto il Comune di Gorizia, divenendo distretto, ma la comunità è sempre rimasta una presenza peculiare con le proprie tradizioni. Un attaccamento alle proprie origini, in particolare alla lingua e alla cultura slovena, testimoniato nella celebrazione di ieri sera a Sant’Andrea Apostolo, per celebrarne il centenario.

È stato lui a celebrare l’Eucaristia Arcivescovo Mons. Carlo Roberto Maria Redaelli, davanti a tanti fedeli, la senatrice Tatjana Rojc, il segretario di Stato di Lubiana Vesna Humar e il console sloveno Gregor Šuc, oltre al consigliere distrettuale Maurizio Negro e al questore di polizia Luigi Di Ruscio. Lo stesso presule ha portato alcuni suoi ricordi giovanili, in particolare della sua parrocchia d’origine: «Si tratta di una parrocchia situata nel quartiere “Città Studi” vicino al Politecnico, zona che poi (negli anni Sessanta) vide una grande crescita nel popolazione» . Falliti i tentativi di aprire un nuovo edificio religioso, si decise di ampliare gli spazi esistenti.

«Alla fine – ha detto l’arcivescovo – siamo riusciti a restaurare e ad ampliare la chiesa e tutti, anche noi piccoli, eravamo molto contenti e abbiamo partecipato ad un pellegrinaggio a Roma per ringraziare il Signore e comunicare la nostra soddisfazione Papa Paolo VI che conosceva bene la situazione della chiesa essendo stato arcivescovo di Milano fino a un paio d’anni prima”. Ritornando poi alla realtà sulle sponde dell’Isonzo, «sono sicuro che egli abbia sperimentato un simile impegno nel reperire le risorse per la ricostruzione della chiesa».

Secondo quanto ricostruito dall’associazione Concordia et Pax, nell’ottobre del 1919 l’allora Comune di Sant’Andrea aveva stimato in 190mila corone l’ammontare dei danni subiti dalla chiesa. Nel novembre 1921 il tetto fu coperto, dopo aver ottenuto il riconoscimento dei danni di guerra, ed entro novembre dell’anno successivo furono completati tutti i lavori di ricostruzione, mantenendo la stessa ubicazione. Contestualmente sono stati diversi gli interventi da parte della Soprintendenza Provinciale ai Regolamenti e all’Architettura.

Alla fine la spesa necessaria fu di quasi 951mila lire. Ragioni estetiche e qualche scarso supporto documentario – ha riferito lo storico Marco Pozzetto – suggeriscono di attribuirne la paternità nuovo progetto del dopoguerra per Max Fabiani, in particolare il gioco dei timpani e la diversa forma del campanile. La chiesa venne poi solennemente riconsacrata il 29 giugno 1923 dall’allora principe arcivescovo di Gorizia, monsignor Francesco Borgia Sedej. Si trattava di una figura che cercò di difendere il mondo sloveno dagli attacchi fascisti.

Tornando all’omelia, monsignor Redaelli guardato anche al resto della città e alla sfida di GO! 2025, «spinti a proseguire sulla strada della comunione e della collaborazione tra le diverse lingue e culture dei due versanti del confine. Oppure potrebbe essere un’occasione per accogliere chi viene qui e vuole conoscere la nostra storia travagliata, ma anche il nostro impegno per la pace e la riconciliazione. Il fatto che Gorizia sia e sarà ancora un punto di passaggio sulla rotta balcanica ci renderà ancora più impegnati nell’accoglienza”.

Ha quindi sottolineato l’impegno «nel proporre una chiara testimonianza cristiana che possa portare anche persone di altre religioni o lontane da una fede a scegliere di diventare cristiane. L’invecchiamento della popolazione goriziana può e deve spingerlo maggiore attenzione agli anziani, che è anche testimonianza di una speranza cristiana che guarda con fiducia oltre la morte”. Ha poi salutato i fedeli in sloveno, mentre al termine della cerimonia la torta dedicata al centenario della parrocchia è stata tagliata dal parroco don Carlo Bolčina.

Foto Sergio Marini

Rimani sempre aggiornato sulle ultime novità dal Territorio, iscriviti al nostro canale Telegramma E WhatsAppSeguici su Facebook o su Instagram! Per segnalazioni (anche Whatsapp e Telegram) la redazione de Il Goriziano è contattabile al numero +39 328 663 0311.

 
For Latest Updates Follow us on Google News
 

PREV Lazio, appuntamento fondamentale a Monza per restare agganciati al treno Champions – .
NEXT incredibile prezzo BOMBA, sconto del 40% – .