Emilia Romagna. Marzo per l’anniversario dell’alluvione – .

Emilia Romagna. Marzo per l’anniversario dell’alluvione – .
Emilia Romagna. Marzo per l’anniversario dell’alluvione – .

Potere al Popolo è tra i primi firmatari dell’appello di Ecorisistenze per una marcia ambientalista il 17 maggio, per l’anniversario della grande alluvione in Romagna. La marcia si svolgerà venerdì 17 maggio con partenza da piazza dell’Unità alle 17.30 verso la sede della Regione.

I primi firmatari, in fase di aggiornamento, sono Ecorisistenze per Cambiare Rota, Comitato Besta,

Sacra bellezza, Comitato No Bypass, Potere al Popolo!, Comitato Due Madonne, Comitato Grosso, Comitato Ippodromo, Circolo Granma, Cambio di Rotta, ADESSO! – Laboratorio di Ricerca per l’Ambiente, OSA – Opposizione Studentesca Alternativa, Collettivo Copernicus, Last Generation, Coordinamento Ravennate per il Clima – Fuori dal fossile, Fine fossile Ravenna,
Faenza eco-logica, Liberazione animale, Genitori per il futuro Bo, USB – Unione Sindacale di Base, SGB – Sindacato Generale di Base, AmoBologna, Insegnanti per il futuro Bo.

In allegato la locandina e sotto il testo

Il 17 maggio ricorderà l’anniversario dell’alluvione in Emilia-Romagna, un evento catastrofico che lo scorso anno ci ha catapultato nella difficile realtà della crisi climatica, causata da decenni di antropizzazione del globo secondo i ritmi e i dettami di questa modalità di produzione .

Come organizzazioni, comitati ed entità sociali e politiche ambientaliste che da sempre lottano contro la devastazione ambientale, lanciamo una marcia ambientalista per le strade di Bologna.

Tocchiamo i punti caldi della cementificazione che sta colpendo la città, dal Passante ai vari cantieri aperti per aggiungere migliaia di metri cubi di cemento in una città dove si registrano migliaia di appartamenti vuoti e quasi mille sfratti all’anno, fino a mettersi sotto i palazzi della Regione, per denunciare la gestione dei territori sia a valle che a monte dell’alluvione.

Sappiamo infatti che le conseguenze dell’alluvione di maggio furono drammatiche a causa della cementificazione e del consumo di suolo che da anni trasformarono l’Emilia-Romagna nella seconda regione più a rischio dissesto idrogeologico, e nonostante ciò nell’ultimo anno non solo i territori non furono messi in sicurezza e la popolazione risarcì i danni subiti, ma la costruzione e la cementificazione continuarono.

Solo a Bologna lo stiamo vedendo con il progetto delle nuove scuole Besta, con i lavori per lo svincolo di Rastignano, quelli del Passante di mezzo, e il progetto di disboscamento al Lazzaretto.

Dei 6 miliardi stanziati dal governo per la ricostruzione – già insufficienti visti gli 8 miliardi stimati di danni – ben poco è effettivamente arrivato ai territori, come riferiscono comuni e cittadini. A nulla sono servite le passerelle di Von Der Leyen in Emilia-Romagna di maggio e gennaio, così come non sono serviti i magri fondi del PNRR stanziati per la regione, con tempi strettissimi da rispettare.

Siamo arrivati ​​alla farsa degli ulteriori 66 milioni che il governo aveva annunciato a marzo a favore degli alluvionati toscani, per poi scoprire che si trattava di stanziamenti distolti dal fondo per la ricostruzione nei territori colpiti dell’Emilia-Romagna, della Toscana e del Marche dall’alluvione del maggio 2023, dall’alto è scesa una vergognosa operazione di “guerra tra alluvionati”.

Nonostante le pagliacciate di Bonaccini, che da mesi accusa il governo di aver abbandonato i territori con un atteggiamento da vittima, è chiaro che il governo di destra e l’amministrazione regionale di centrosinistra sono complici e alleati in materia di devastazione ambientale , dove la legge regionale per il consumo di suolo e il Patto per il lavoro e il clima hanno smascherato le bugie di piazzale Aldo Moro.

Non sorprende che Bonaccini, alla prima occasione, abbia deciso di candidarsi alle elezioni europee tra i candidati del Pd, abbandonando definitivamente i territori emiliano-romagnoli, dove da mesi si attende un intervento delle istituzioni.

La crisi climatica avanza e gli eventi climatici estremi si moltiplicano. Chi ci governa deve sapere che conosciamo le sue responsabilità e che continueremo a mobilitarci per un futuro dignitoso per la nostra comunità. Non dimentichiamo le 17 vittime dell’alluvione, così come gli 8 morti per l’alluvione in Toscana.

Ci rivolgiamo a tutte quelle persone che sono dalla parte delle popolazioni e dei territori, a chi è andato a spalare il fango a maggio e nei mesi successivi, a chi è stanco di questa alluvione di cemento, a chi ha vissuto per primo gli effetti del cambiamento climatico -hand, che desidera un futuro migliore per sé e per le persone che ama.

Marciamo nell’anniversario dell’alluvione!

Ritrovo ore 17.30 Piazza dell’Unità

5 maggio 2024 – © Riproduzione possibile CON ESPLICITO CONSENSO della EDITORIALE CONTROPIANO

Ultima modifica: 5 maggio 2024, 7:25

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