Gli americani concedono all’importazione di olio d’oliva dalla Tunisia un’esenzione totale dai dazi doganali, che ha aumentato le sue esportazioni soprattutto negli ultimi anni e la curva è ancora in salita. L’annullamento di questa esenzione potrebbe gravare pesantemente sulle esportazioni
Secondo le statistiche dell’Osservatorio Nazionale dell’Agricoltura, Onagri, gli Stati Uniti erano la principale destinazione dell’olio d’oliva tunisino nel settembre 2023con il 30,8% del totale delle quantità esportate (2,8mila tonnellate) seguiti rispettivamente da Spagna e Italia con il 30,4% e il 22,2%. Le esportazioni verso l’Unione Europea sono il 59,5%. Quelli destinati al Nord America rappresentavano il 33,4%. Solo il 2,3% del volume delle esportazioni è andato in Africa (Seychelles) e l’1,9% in Asia.
Le esportazioni tunisine di olio d’oliva verso gli Stati Uniti sono gradualmente aumentate dall’introduzione di Agoa (African Growth and Opportunity Act), una legge approvata dal Congresso degli Stati Uniti nel 2000, che da quella data aveva cambiato lo sviluppo e la direzione degli scambi commerciali tra gli Stati Uniti e il continente africano. Questo atto legislativo ha esteso il Sistema di preferenze generalizzate (SPG) aggiungendo una componente sui prodotti tessili, mentre il commercio Africa-USA, ancora limitato, si concentra principalmente sui prodotti petroliferi e, in termini geografici, su un numero limitato di partner commerciali .
Una preferenza che ha concesso alla Tunisia, e in particolare al suo olio d’oliva, un’esenzione totale dai dazi doganali sulle importazioni dalla Tunisia.
Tuttavia, questa misura era temporanea e scadrà nel 2025, senza certezza circa la possibilità che venga prorogato o reso più stabile. La reintroduzione dei dazi potrebbe sicuramente mettere in seria difficoltà le esportazioni tunisine di olio d’oliva, rendendole meno competitive rispetto a quelle europee.
Di CS
